Cena di compleanno – XI puntata

Abbiamo compiuto gli anni: io e A., il figlio più grande degli esotici.
Ci hanno invitati ad una cena – me e Tino – in puro stile esotico, a casa loro. E’ stato molto bello perché per la prima volta ho potuto comprendere il legame profondo che unisce persone che dallo stesso paese emigrano in un altro.

Eravamo gli unici italiani. Loro avevano preparato una cena ricca e varia, fatta di salsine tartare, di carne, di involtini di verdure e dolci ipercalorici. Una sorta di buffet.
Visto che a casa degli esotici ci vivono in tanti, abbiamo cenato in camera dei bambini. In mezzo a libri mezzo esotici e mezzo italiani, a giochi e a letti impilati uno sull’altro, per fare posto al tavolo.

Erano tutti allegri gli esotici, sia quelli autoctoni del palazzo che i loro commensali.
Hanno raccontato la loro storia, a noi provinciali della città qualunque italiana.

Vlad è emigrato 6 anni fa, lasciando in patria la moglie e la figlia piccola, per far fortuna in modo da poter poi farle arrivare qui.

Appena entrato in Italia – aveva in progetto una grande città del nord – è stato preso dallo sconforto. Ingegnere edile, non sapeva una parola di italiano, era straniero e irregolare e non capiva come spiegare al bigliettaio delle ferrovie, dove voleva andare.

Così ha preso il primo treno che partiva, per una destinazione a caso. E’ capitato nella città senza nome.
Ha fermato il primo compatriota che è riuscito a riconoscere per strada: questo gli ha indicato come arrivare al parchetto dove ogni giorno, alle 3, si incontrano i “nuovi arrivati”. Lì ha conosciuto Mamma esotica, che anche lei era arrivata da poco.

Lei, papà esotico e Vlad sono andati a vivere insieme. In una casa molto piccola, spendendo tanti soldi.

Vlad, noto ingegnere edile del suo paese, ha trovato lavoro come muratore. Ora è contento, perché la sua condizione lavorativa è molto migliorata: fa l’elettricista.

Da qualche mese lo hanno raggiunto moglie e figlia – che non vedeva da 3 anni – perché ha ottenuto il permesso di soggiorno.

Vivono a 40 Km dalla città, in collina, perché così spendono meno.
La figlia ha cominciato a stare molto male l’anno scorso.
Nel suo paese non hanno potuto curarla, nella città qualunque hanno scoperto, da poco, che ha un tumore al cervello.
Dicono che sia per colpa di Chernobil. Perché loro abitavano lì vicino e la mamma di questa ragazza ha saputo – come i suoi concittadini – molto tempo dopo che cosa fosse successo.

Ha mangiato verdura dell’orto, ha bevuto acqua contaminata, ed è rimasta sotto la pioggia a lungo.

Era incinta allora. Ha avuto un aborto spontaneo. I medici hanno negato che le cose fossero associabili, ma loro sono persone intelligenti e sensibili e la pensano diversamente.
Ora hanno una figlia di 14 anni. Che ha un tumore al cervello, un fisico da ballerina e gli occhi tristi.

Ma sono felici. perché qua, secondo loro, potrà essere curata meglio.
Vlad conosce ormai 5 lingue, legge in greco antico, è un ottimo ingegnere e ama la Divina Commedia.
Ora fa l’elettricista e sa di essere molto fortunato, perché in patria sarebbe stato disoccupato, con una figlia molto malata.

Irina fa la badante. Ha conosciuto MammaEsotica al supermercato e non si sono più mollate. Hanno lavato scale insieme, per due lire. Hanno pianto la lontananza dai propri figli, i primi anni che erano qui. Guardando reciprocamente le foto e raccontando dei capodanni nella neve, a guardare i programmi tv “speciali” e a ballare in casa tutti insieme.

Hanno pensato insieme più volte di non farcela. In quei giorni, se potevano, hanno preso un treno e sono andate a Venezia. Per vedere la magica e mitica Venezia.
Hanno spedito gondole di cartapesta ai figli e foto scattate con la polaroid, dei canali, dei palazzi e dei piccioni che ti mangiano sopra a San Marco.

Irina ha conosciuto un uomo in Italia. Ora sono sposati. Il suo primo figlio l’ha raggiunta. Fa fatica a inserirsi a scuola, dice. I compagni lo prendono in giro per come veste. Perché è triste senza il suo giardino e la sua casa, nel paese esotico.
Ma Irina è contenta. Perché le hanno appena assegnato una casa popolare e vede un futuro per questo bambino e per quello che porta nella pancia, mezzo esotico e mezzo italiano.

Paul è un collega di Papà Esotico. Lavorano nello stesso cantiere. Anche lui ora è contento. perché lavora 10 ore al giorno, ma almeno ha i soldi per andare a scuola, la sera.
Ha una laurea in chimica.
Sta prendendo un diploma tecnico serale. Arriva a casa alle 11, ma è felice, perché spera in un futuro riscatto, grazie al suo diploma italiano.

E’ stata una bella serata.
Avrei voluto ci fosse anche la tedescona che gli esotici li odia, perché – dice – fanno troppa confusione.

Forse avrebbe ricontestualizzato le sue certezze e la sua infelicità che trasuda da ogni poro. Forse avrebbe visto qualcosa di più concreto che un corso per manager rampanti e qualche mozzicone di sigarette per le scale.

Per me – almeno – è stato così.
Siamo tornati a casa, Tino ed io, e abbiamo guardato fuori dalla finestra…alberi, colline e il cortile del Condominio. Cose che amiamo, panorami che conosciamo da una vita e che ci fanno stare bene.
Abbiamo pensato a Vlad e alla sua famiglia, alla sua bambina malata e al suo sorriso pieno di vita.
Abbiamo pensato alla bambina che porto in grembo e al suo futuro.
Ci siamo abbracciati forte.
Abbiamo ringraziato di essere stati ammessi a una serata tanto bella.

3 commenti
  1. adelina dice:

    che bei post in questi giorni, pieni di amore e sensibilità.
    queste persone hanno una forza incredibile…pensare che io ho tanto e mi lagno sempre perchè non mi sta bene niente. Vorrei trovare anch’io la pace per riuscire a godermi quello che ho senza restare schiacciata e incazzata per i soprusi, le ingiustizie che subisco, piccole, microscopiche rispetto a quelle tollerate dai tuoi amici esotici.

  2. ele dice:

    si, un bel regalo davvero, aver potuto partecipare a questa cena di compleanno. Quello che mi fa rabbia è che gente come Vlad o Paul, può accettare di fare il muratore o l’elettricista, con una laurea in chimica o in ingegneria. Mentre molti nostri laureati preferiscono restare disoccupati piuttosto che “abbassarsi” a lavori più umili. Vorrei guardare i tuoi esotici negli occhi , vorrei che molti potessero guardare quegli esotici negli occhi e si imprimessero nella mente il triste e coraggioso specchio delle loro anime.

  3. Sonia dice:

    ehi! …che spasso questo condomio e che bella panza!! mi sono proprio divertita a leggere i tuoi post, grazie!
    … e in bocca a lupo per la venuta alla luce di frollina!

I commenti sono chiusi.