Di maglioncini infeltriti e lumaconi su facebook

Oggi mi sento infeltrita come uno dei maglioni di Tino dopo che l’ho infilato in lavatrice a 60°. Non capisco quanto sia la stanchezza, quanto la paura di aver messo i piedi in troppe scarpe.

Sto facendo molte cose e per quanto mi imponga di mantenere ritmi umani, è tutto un incastro pazzesco. E a volte sotto le macerie ci finisco io o peggio la Frollina.

Il lavoro fisso ti dà uno stipendio fisso a fine mese e ti permette di staccare la mente una volta uscita dall’ufficio, ma riempie anche un sacco di ore in maniera ineluttabile, lasciando al resto della giornata la gestione del resto.

Così ogni tanto devo davvero sacrificare le preziose ore con la piccolina per seguire altro. Ieri per esempio siamo state dalla Lena che dovevamo parlare di Donne Pensanti e la frolla è stata ben felice di giocare con le sue figlie ma alla fine, ridendo e scherzando, abbiamo avuto poco tempo per noi.

Il giorno prima l’avevo portata alla festa della sua amichetta, quella dove – per merito della fantasia modaiola di Tino – la mia piccola principessa era arrivata in pigiama e anche lì siamo state molto bene. Ma sempre in giro.

Tutto il giorno fuori e senza un attimo per noi due.

Oggi pomeriggio non posso nemmeno andarla a prendere a scuola perché dopo l’ufficio ho un impegno, sempre collegato alle mie attività extra.

Mi manca. E stanotte ha sognato il dinosauro cattivo e io me ne sono andata, come un ladro nella notte, dopo averla deposta nel nostro lettone, accanto a Tino a prendersi il calore familiare e rassicurante di mamma e papà.

Mentre ero sull’autobus mi hanno chiamata e lei aveva una vocina tutta triste e piagnona. Ha detto che non è riuscita nemmeno a darmi un bacino e che le manco. Ho sentito un groppo pesantissimo in gola. Un tonfetto a livello intramuscolare.

Mi si è infeltrito per ciò il cervello, a pensare se faccio bene o faccio male a fare tante cose e che forse, alle volte, dovrei imparare a dire dei sonori NO, che tanto il mondo non scappa e quel che non posso fare ora, potrò farlo domani.

Solo che a dire così, in passato, mi sono ritrovata fuori corso all’Università e ci ho sempre una fifa boia di perdere qualche treno, di impigrirmi terribilmente e di non fare.

Mi sa che è giunto il momento di mettere in fila le cose e sfrondare un poco, anche se non so davvero da dove iniziare.

Nel frattempo su Facebook mi succedono delle cose strane: è da qualche settimana che mi contattano un sacco di ragazzi afgani, chiedendomi l’amicizia.

Alla prima ho dato subito l’assenso, pensando che si trattasse di un amico musulmano di un mio amico che poteva essere interessato a partecipare a Testimonia il femminile.

Un giorno questa persona mi ha cercata in chat, chiedendomi info in inglese sul dove, come, quando della mia vita. Io, che di inglese ne so quanto di dialetto veneto, ho risposto con quelle formulette da scuola media che lasciano poco spazio all’improvvisazione e mi sono trovata – mio malgrado – a chattare con una persona che palesemente non conoscevo e non c’entrava nulla con tutti gli interessi che seguo.

Ad un certo punto il mio nuovo amico mi ha detto che fa ingegneria aereospaziale e che vive in Afganisthan. Io – che sono, come voi sapete – una tizia davvero poliglotta, aperta al mondo, di vedute extralocali, ho risposto:

“Wow!”

Cioè, pensare che uno dall’Afganisthan si mette a chattare con me su facebook mi faceva una certa impressione.

Sempre perché sono una persona acculturata e conosco le cose della vita, avrei voluto chiedergli robe del tipo:

“Ma come fai a chattare in mezzo alle bombe? Sei un talebano?” e cose del genere, ma per fortuna il mio inglese me lo ha impedito.

Lui, quando- dopo qualche minuto – gli ho detto che stavo lavorando, mica pizzaefichi, mi ha chiesto se allora gli davo il mio numero di telefono.

“Ma perché in Afganisthan c’è anche il telefono?” avrei voluto chiedere, sempre per la mia testolina fina e la mia cultura mitteleuropea e panmondiale.

Ma per fortuna come sopra.

Però mi ha fatto una certa impressione e mi sono anche immaginata lui che chiama cercando di me e gli risponde Tino, nel mezzo della notte italiana. Insomma, son cose che non si fanno di chiedere il telefono su fb. O no?

Alla fine ho scelto la strada più matura e ho chiuso facebook.

Solo che poi ogni volta che mi collegavo, sembrava appostato. Sempre lì pronto a chattare. Come se le bombe non lo tenessero abbastanza impegnato 😉 (giuro che sto facendo dell’ironia. Lo dico soprattutto per questo tipo di lettori 😉)

Insomma, per farla breve un giorno il mio amico lumacone ha fatto un commento molto fuori luogo a una cosa che avevo postato, sulla morte di Miep Gies, la donna che tenne nascosta Anna Frank (e sul mio rapporto morboso nei confronti del diario di Anna Frank e di quella vicenda, ve ne parlerò se mai in altro post, ma sappiate che mi tocca nel profondo) e allora a me è partito un piccolo embolo e mi sono detta che no, guerre di religione ebrei/musulmani sul mio profilo proprio non le posso tollerare e in nome della fratellanza tra i popoli l’ho bannato.

Il lumacone aspirante astronauta ha continuato a richiedermi l’amicizia per un po’ e a scrivermi, poi deve aver capito.

Però da quel giorno continuano a contattarmi persone del suo stesso Paese. Tutti uomini veramente. Che mi viene da dire ma non c’hai da fare qualche guerra, invece di stare su Facebook??? (sempre ironia. giuro)

O si è sparsa la voce che qui in Italia c’è una tipa che se le dici che abiti dove abitano loro, risponde “Wow”, facendo apparire il tutto come una gran figata, oppure devono aver letto il mio manifesto dove mi invento le mamme talebane, perché altrimenti non si spiega tutto questo fervore nei miei confronti…

20 commenti
  1. panz dice:

    @chiara: è vero!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! vogliono infiltrarsi usando la mia panza!!!!!!!! aiuto!!! 😉

  2. Slim dice:

    La seconda parte di questo post e’ un delirio…ho riso un sacco Panz pensando a te che chatti in inglese con l’aspirante astrofisico marpione afghano 🙂

  3. sabina dice:

    la tua avventura con l’Afghano è bellissima, un po’ pericolosa 😉 ma ho riso tantissimo! ehhehe!

    la tua metafora sul cervello infeltrito è perfetta, e descrive molto la sensazione che ho avuto io questa mattina quando ho aperto la mail e ho flaggato tutte quelle che c’entrano con progetti extralavorativi e che quindi dovrò guardare sta sera…mi è venuta un po’ di angoscia….

  4. supermambanana dice:

    panz, facebook e’ una gran bella cosa, ne parlavamo giorni fa su mammamsterdam, e io non ho problemi a scrivere di me e metter foto dei figli etc etc PERO’ ho una regola che non sgarro: non accetto mai amicizia da persone che non ho incontrato faccia a faccia almeno una volta. Fatta esclusione per colleghi con cui collaboro da anni ma magari solo via internet ovviamente. Cosi’, tanto per.

    “ti permette di staccare la mente una volta uscita dall’ufficio” ecco, io sta cosa la vorrei provare 🙁

  5. sabina dice:

    e poi sai che anche io all’università, per una volta nella vita che me la sono presa un po’ più comoda (si fa per dire poi perchè già vivevo da sola e lavoravo molto) sono finita fuori corso ed è stata molto dura riprendere in mano i libri per mettermi a pari e finire. e dopo la maternità mi hanno fatto avere così paura di aver davanti solo muri, di non poter avere più occasioni, che mi sono buttata in mille cose e ogni proposta che mi fanno dico di sì, non ce la faccio…

    se trovi un modo per sfrondare, fammi sapere 🙂

  6. panz dice:

    @supermam: anche io ero così, ma ora con donne pensanti e tutto il resto i rami sono talmente fitti che faccio fatica a mantenerla.

  7. sononera dice:

    fai un bel respiro…vedrai che il periodaccio passerà..no, non credo tu abbia inserito troppe cose nella tua vita, credo che quando ci sono queste meraviglie che escono fuori, bisogna farle tutte..e solo che alle volte ARRIVANO TUTTE CONTEMPORANEAMENTE..alcune vanno rimandate solo di un pò..
    pensa che bell’esempio stai trasmettendo alla frollina..secondo me anche lei sarà una donna pensante..
    FORZA AFGANA!!

  8. Marlene dice:

    Per quanto riguarda Frollina, i sensi di colpa sono un brutto male. Non è detto che dobbiate stare un sacco di tempo assieme, solo che quel poco che avete a disposizione sia di qualità, importantee solo vostro. E poi e troppo dolce tue figlia…

    Il Talebano, secondo me ha letto il manifesto e cercava di rimorchiarti per fartela pagare, bhooo, cmq esilarante davvero.

  9. simona dice:

    da quando mi sono sposata ho smesso di lavorare. Poi sono arrivati i bimbi e ho capito che forse era giusto stare dietro alle loro cose piuttosto che loro alle mie. Ma devo ammettere che ogni tanto mi viene il pensiero che forse ho perso delle opportunità o che magari ho sacrificato qualche talento nascosto. Ma sono proprio attimi, perchè mi ritrovo subito a correre appresso alle loro attività. Adesso sta per arrivare il terzo erede e credo che ormai avrò poco tempo anche per pensare, ma sono sicura di una cosa: nella vita le belle occasioni me le creeranno loro e non rimpiangerò mai nulla. baci

  10. panz dice:

    @simona: se era quello che volevi e che ti fa sentire bene, hai fatto benissimo. Ognuno ha la sua storia e fa le scelte che ritiene opportune e il mondo è bello proprio perché vario. Io per esempio non credo che le mie belle occasioni si possano limitare a quelle che mi potrebbe creare mia figlia, ma che lei se mai, sia un buon sprone creativo per fare delle cose di valore (e infatti quando faccio cose tipo donne pensanti, penso che lo sto facendo soprattutto per lei, che è lei che le ispira). Insomma: credo che ognuno debba guardarsi dentro e capire cosa lo rende soddisfatto e io sono molto soddisfatta dello scrivere, creare, progettare e tutto il resto. Se potessi economicamente starei a casa dal lavoro, mi occuperei di mia figlia e seguirei tutti questi interessi, ma dato che per il momento il budget familiare non lo consente, mi accontento di correre un po’ e fare quello che mi piace e che mi fa sentire bene. baci anche a te e a tutti i tuoi eredi 😉

  11. la meringa dice:

    Mi è venuta in mente una cosa, no, e lo dico con estrema ironia, ma perché invece di ciattare con un afghano sconosciuto e marpione non pensi a cucinare la cena? 😉 Scherzi a parte, su Fb c’è di tutto, ma mi meraviglio che tu ti sia fatta invischiare in una roba simile….ecco secondo me ora, dopo l’operazione pentolone che bolle pieno di roba dentro, dovresti cominciare a sfrondare. E se è vera la legge per cui è sempre più facile togliere che mettere, dovrebbe risultare fattibile. Dai, coraggio!!! 😉

  12. judith dice:

    Penso che, a volte, ci si debba valutare a cosa dedicare il nostro ed escasissimo tempo libero (donne pensanti con lavoro fisso, figli fissi e coppia fissa….) Rinunciare a certe “hobby” (che non lo sono piú e diventano legami difficili di compiere) ci libera di carichi mentali che pessano come il piombo. Alla fine quello che rimane sono “loro”, noi possiamo aspettare le tue meravigliose storie un po’, no?

  13. Graziella dice:

    Sempre forte la Panz!
    Comunque se dovesse servirti qualcuna che parla dialetto veneto: son qua!
    Magari facciamo più danni che con l’inglese, ma sai le risate?? Sempre che poi non ci facciano saltare in aria!!!

  14. Panzallaria dice:

    la cosa bella di quando scrivo questi post è che stano sempre qualche mamma talebana /o persona talebana che c’ha voglia di raccontarmi come si sta al mondo o cosa dovrei fare, dimenticandosi che quello che si narra è solo una piccola parte di quello che si vive.

    😉 meraviglioso studio sociologico fare la blogger

  15. Elisa dice:

    Dai Panz che prima o poi sbrogli l’infeltrimento , ci sono periodi un po così con troppi stimoli , ma meglio della calma piatta e dello scleramento da mammecasalinghe disperate 😉

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