La pensione

Io se penso alla Pensione, mi viene in mente solo quella dove andava mia cugina quando ci raggiungeva al mare, a Cesenatico. Mi pare si chiamasse Pensione Amelia o qualcosa del genere.

La pensione come la intendono invece i nostri Ministri, la Ue e Sacconi è invece qualcosa che sento tanto estraneo da essermi meno familiare di un abito di Armani.

Il fatto che anche le donne debbano andare in pensione a 65 anni mi spaventa nella misura in cui penso a mia mamma, che da una vita si fa un culo quadro al lavoro e forse vedrà allungarsi il momento in cui potrà riposarsi un poco.

Noi generazione di precari nati nei primi anni 70 in pensione non ci andremo. Dobbiamo cominciare a farcene una ragione. I nostri contributi servono a pagare la pensione dei nonni, dei baby pensionati, dei Dirigenti Statali e così via.

Le nostre speranze per il futuro sono:

  1. crescere dei figli che trovino ad attenderli un mondo rinnovato, ricco di lavoro e che li renda delle persone molto, molto abbienti, in grado di mantenere i loro anziani genitori
  2. incontrare ora un ricco miliardario da truffare
  3. vivere in una società geriatrica che venga ridisegnata a misura di vecchi poveracci quali saremo in molti
  4. che abbiano ragione i Maya, ovvero che nel 2012 finisca il mondo e buonanotte ai sognatori

A parte gli scherzi, meglio non pensarci alla pensione. Magari farsene una integrativa, sperando che vada tutto bene e continuare a rimanere lucidi, mentalmente.

A me, di tutta questa vicenda della pensione che si innalza a 65 anni per le donne e del fatto che la U.E. ce lo impone e che Sacconi dice che poi penseranno eventualmente a rimborsare gli uomini per il divario finora conclamata nell’età pensionabile, ci sono però delle questioni di principio che mi danno veramente su i nervi (a prescindere dal fatto che concretamente potrò avvalermi di un fondo pensionistico).

Che tanto mi conoscete, se voglio so essere pesante come il PIOMBO.

In Italia le donne che lavorano si trovano spesso (non dico sempre) in due situazioni tipiche:

  1. iniziano una carriera (tardi, come tutti noi bamboccioni italiani), si sposano, filiano, vanno in congedo di maternità, tornano a lavorare e vengono riposizionate, la carriera si blocca e viene detto loro che se vogliono avere orari “flessibili” per conciliare figli e occupazione, dovranno accontentarsi di posizioni a minore responsabilità.
  2. iniziano la medesima carriera, scelgono (o non hanno occasione) di non fare figli per motivi x, lavorano, sono brave, fanno carriera destreggiandosi in un mondo a misura di uomo, arrivano alle vette della piramide e un giorno, al bar, si ritrovano a confrontare il loro stipendio con quello del collega maschio e scoprono che è inferiore per insondabili motivi.

Ho volutamente lasciato perdere il fatto che una donna – in generale – è colei che si occupa di mantenere la casa decente, fare la spesa, accompagnare i figli a scuola, nuoto, inglese e cavallo e che in Italia siamo ben lontani da una conciliazione vera negli impegni familiari.

E lo dico a ragion veduta. Tino ed io facciamo fifty fifty ma conosco personalmente un sacco di famiglie dove ciò non accade e padri che non sanno nemmeno in quale via sia la scuola dei figli.

Applicare una norma perché lo dice la U.E  (che in passato, mi pare, si è pronunciata pure sul crocifisso nelle classi e in quel caso – perdonatemi, di minor conto direi –  lo Stato Italiano ha fatto una gran caciara per mantenere il suo diritto a far le coccole al Vaticano, pur proclamandosi laica) senza andare al fondo delle cose, ecco mi sembra da pazzi.

Forse in Norvegia le cose vanno diversamente. In Olanda probabilmente i sussidi a favore della genitorialità, l’emancipazione femminile e i temi della conciliazione sono affrontati meglio che qui da noi.

Forse a Parigi trovare un asilo nido (o tata a casa pagata dal Comune) per i figli è più agile.

Qui da noi ormai nemmeno il posto alle elementari è garantito!

La vita delle donne è difficile. Pensavamo diverso noi figlie delle lotte delle nostre madri, ma non è così. La vita delle donne italiane è costellata da pregiudizi, stereotipi e troppo spesso siamo noi le prime a cedere al dovere della scelta.

Scegliamo O il lavoro O la famiglia. Perché ci siamo costrette, perché non esistono ammortizzatori sociali che ci consentano di fare diversamente, perché ci hanno inculcato e ci siamo inculcate (in una parvenza di eguaglianza dei sessi di cui questa nuova legge pensionistica è corollario) che se i nostri figli MASCHI al parco giocano coi pentolini, allora ci diventeranno RICCHIONI.

Pensiamoci.

E francamente, spero davvero che nessuno si azzardi a rimborsare agli uomini checchessia, perché sarebbe una sconfitta davvero lancinante sulla strada della reale parità giuridica che è fatta di differenze, non di ipocrite uguaglianze.

21 commenti
  1. la coniglia dice:

    anche a me questa cosa mi ha lasciato l’amaro in bocca…la teoria è giusta, ma la pratica è un altro paio di maniche…

  2. bismama dice:

    Panza non ci hanno inculcato niente. Ci hanno proprio INCULATO che è ben diverso.
    In Germania la maternità dura tre anni. Tre anni in cui non sei retribuita, ok, ma il tuo lavoro lo devono mantenere.
    E poi, di chi lavora in proprio come me, ne vogliamo parlare?
    Se una si sogna di fare l’imprenditrice e – poverina – vuole dare voce all’istinto materno che urla come un’aquila, allora deve scegliere. O chiude il negozio, o assume qualcuno nel periodo in cui partorisce. Poi, ovviamente, dato che non c’ha un cazzo di euro e l’iva la deve pagare lo stesso, allora rientra al lavoro ancora con i punti del cesareo da togliere e succede il patatrack!!!
    E lo stato? Ti capisce, lui ti mette da parte i contributi INPS per poi, quando avrai bisogno della pensione, farti trovare stocazzo……scusa!!
    La maternità? Ma ai lavoratori autonomi non spetta mica!! No no!! A loro non serve, campano di rendita!
    E l’assegno comunale? No….mia figlia è nata in ritardo, quando avevano già finito i soldi. A saperlo la sfornavo prematura……

    E PORCA TROIA!!!!!!!
    Ancora non ho proveduto ad accendere una pensione integrativa perchè il mutuo si mangia gran parte della spesa e il frigo fa l’eco…e le caprette ci fanno ciao! Ma manca poco e poi, anche noi avremo un futuro da pensionati precari che con 500 euro al mese andranno in viaggio a Lourdes col pullamn!
    Scusa….ma forse si capisce che l’argomento tocca un nervo scoperto.

  3. Panzallaria dice:

    @bismama: da precaria (ex libera professionista) che 5 giorni prima e 5 giorni dopo il parto lavorava e sta ancora pagando le tasse e l’iva del 2007 (a rate, dopo aver preso un prestito) e ha avuto una depressione post partum che le ha fatto emergere una malattia genetica a causa del senso di inadeguatezza e precarietà che provava, ecco ti capisco in pieno e condivido in pieno quanto dici. Non ho volutamente parlato di questa situazione specifica perché credo che basti pensare alla situazione “tipo” per vedere come il nostro Paese faccia acqua da tutti i buchi.
    Insomma, alla fine, sempre di buchi, uscite e entrate si parla ;-(

  4. Mammamsterdam dice:

    Perché cocca? Basta che i maschi ci rimborsino cuoca, striratrice, educatrice dei figli, infermiera del marito e dei genitori/suoceri con l’Alzheimer e svariate altre cose che sorvolo. Ah, si, e i colleghi che allungano le mani cosa dovrebbero rimborsare?.

  5. judith dice:

    Io non sono italiana, non abito in Italia ma, in Spagna, le cose sono molto simili, la situazione della donna laureata-lavoratrice-mamma-sposa ( o no) é una pazzia. Rinunciamo ad avere dei figli prima dei 30 anni per avere una situazione meno precaria, ma, quanto arrivano ti rendi conto che nulla è cambiato, che il figlio lo avrai anche se dovrà essere badato dai nonni perché non c’è posto nell’asilo comunale e non ti puoi permettere di pagare un asilo privato con il tuo stipendio che fa ridere. Insomma, una tristezza…

  6. Giuseppe dice:

    Fra il lavoro e la famiglia, si privilegia prima la famiglia e poi il lavoro altrimenti va tutto a catafascio.

  7. rocciajubba dice:

    Sono dipendente ma non è che si sciagli anche lì eh?
    Io sono FORTUNATISSIMA perchè mi hanno dato il part-time (per 3 anni che è il massimo che un datore di lavoro può mettere nella domanda all’INPS…sì perchè c’è un tetto massimo…non sia mai che qualcuna decida di seguire i figli dopo i 3 anni!).
    Però comunque le aziende migliori le seguono i colleghi maschi, per avere un giorno di ferie per portare la bimba al mare sto andando a lavorare con le stampelle e quando si ammala grazie al cielo che ho i SantiSuoceri altrimenti non avrei più manco le ferie (o lo stipendio che se ne andrebbe tutto in baby-sitter).
    E la pensione manco io la vedrò che credete?
    E se chiedi in banca per le integrative cosa ti rispondono? “Aspetta. NON SE NE SA ABBASTANZA”…e allora perchè lo Stato non sistema ‘sto far west?!!?
    Perchè dovrebbero tagliare dove non gli fa comodo: pensioni dei parlamentari, auto blu, stipendi degli onorevoli, i 400.000 euro di agende per il Parlamento, ecc…

  8. Mamma F dice:

    da libera imprenditrice e mamma mi inchino a quanto bene esprimono la mia incazzatura Panz e Bismama, grazie che mi fate sentire più feroce e meno sola.
    intanto spero che nel 2012 finisca tutto, o, se non tutto, anche solo l’era dei coglioni (iniziando da quello piccolo ai posti di comando).

  9. Panzallaria dice:

    @roccia: l’unica parità tra dipendenti e non è che nessuno – nella nostra generazione – vedrà la pensione. 😉
    siamo sulla stessa maledetta barca e non è quella che ha appena varato Piersilvio…

  10. Mamma F dice:

    Ah, dimenticavo: a noi le pensioni ciccia, ma la nuova flotta di caccia troppo fighissima di cui abbiamo deliberato l’acquisto l’altro ieri? io propongo di rivendere i vaccini anti-influenza A (scaduti) ai marziani che magari sono gli unici a credere ancora alla pandemia e pagare le pensioni con il ricavato, visto che i miliardoni se ne sono già andati per i caccia e i vaccini, va’…

  11. mammadifretta dice:

    questi dirigenti della UE dovrebbero venire a vedere in che situazione vive e si destreggia la donna italiana, che sempre più spessa non può neanche sognare di stare a casa a crescere i figli, ma deve lavorare, pulire, cucinare, dormire 5 ore a notte quando va bene perchè appena apri la porta di casa la biancheria da stirare prende vita e danza in ogni angolo della casa…per non parlare di tutto il resto…e che rottura di cabbasisi direbbe montalbano…

  12. bismama dice:

    @MammaF: non mi istigare con i vaccini sull’influenza A che ti scateno un putiferio. Ancora mi viene l’orticaria a pensare a quanti miliardi le case farmaceutiche hanno buttato nel cesso o meglio, a quanti miliardi il sistema sanitario nazionale, finanziato da noi poveri stronzi che non hanno modo di ribellarsi, ha usato per pulirsi le pudenda dopo essere andato in bagno!!!!!
    E poi la Gelmini se ne esce con le sue pillole di saggezza sulla maternità. Toglietegli la tata pagata coi nostri soldi, poi, magari forse ne riparliamo.
    Altra perlina. LE AUTO BLU!

    Ahahaha le auto blu…..mi fa ridere……giuro, mi scompiscio. Ma perchè siamo in democrazia, che significa che tutti hanno la stessa libertà di espressione ergo, tutti sono uguali….ma TU politico devi avere l’auto blu per girare dove cazzo ti pare e io devo pagarti assicurazione, bollo e benzina?
    In Giappone, estensione pari a 30 volte l’Italia con una popolazione che invece di guardare la pupa e il sechione, la sera tromba, e quindi sono circa il doppio di noi…..volete sapere quante auto blu hanno?
    40.000

    In Italia? 598.000 OVVIO!
    Ovvio perchè in Italia l’auto blu ce l’ha chiunque lavori al Governo. E per “lavorare al governo” intendo anche chi pulisce i cessi a palazzo Chigi! (Con tutto il rispetto per chi pulisce i cessi eh!)

    Arrrrgh

    Vendete tutte le auto blu….vedete come rientriamo subito. Avremmo salvato la Grecia anche solo con quelle.

  13. mammalellella dice:

    perchè non ci rimborsano gli uomini per tutto il lavoro in casa che svolgiamo?
    e poi non c’è qualcuno che diceva che dietro un grande uomo c’è una grande donna?!

    è triste accorgersi che i ministri vogliono solo trovare una scusa per farci lavorare fino ai 65 anni il prima possibile.

    io dovrò farlo, e non penso che gioverò di nulla in vecchiaia.

  14. silvia dice:

    te lo scrivo domani che adesso devo strigliare un cavallino e poi dargli da mangiare che poi corro a teatro con un’amica::)))). ma domani ti dico visto che anche brunetta oggi ha dato il meglio di sè. e quando brunetta chiama io nn resisto sapete….

  15. luisa dice:

    Massimo Roccella, ordinario di Diritto del Lavoro a Torino, su Il Fatto di oggi, unica voce in tal senso, spega”…….non è affatto vero che l’Europa ci imponga di elevare l’età pensionabile delle lavoratrici. Non potrebbe farlo almeno in generale, non foss’altro perché la direttiva comunitaria del 1978 sulla parità di trattamento fra lavoratori e lavoratrici nei regimi di sicurezza sociale, che tutti a quanto pare hanno dimenticato (o fanno finta di ignorare), consente esplicitamente di mantenere differenze nell’età pensionabile fra uomini e donne, evidentemente considerate pienamente compatibili con il divieto di discriminazione in ragione del sesso (si veda l’art. 7 della direttiva 79/7) …….. si tratta di una misura compensatoria del doppio ruolo che normalmente le donne sono tuttora chiamate a svolgere (nel lavoro per il mercato ed in quello di cura) ……. non tenere conto di questo elemento fattuale incontrovertibile sarebbe – questa sì – una discriminazione ingiusta e intollerabile. È evidente che, considerate da questo punto di vista, le cose non stanno diversamente a seconda che si tratti di operaie, impiegate o pubbliche dipendenti: il doppio ruolo pesa su tutte.”
    E allora da dove viene tutto questo baillame?? Ci spiega che deriva da una giurisprudenza della Corte di giustizia Europea secondo cui quelle pubbliche non sono vere pensioni ma retribuzioni e quindi deve essere applicato il principio di parità: regole uguali per tutti, uomini e donne. Il che non vuol dire obbligatoriamente donne in pensione a 65 anni, ma trovare la giusta strada…
    Qui però si pensa solo a far cassa e basta!!

  16. silvia dice:

    allora ieri il brunetta dixit, che cosa devono fare le donne con quei cinque anni in più? accudire i loro figli? o magari i nipoti? meglio che lavorino no?
    infatti visto che fino a oggi il welfare ce lo siamo fatte da noi, adesso che le notre nonne baby sitter lavorano cinque anni in più, ora che siamo diventate vere europee, come le olandesi in topless a riccione d’estate, allora il welfare adesso ce lo fate voi. no brunetta? ci pensate voi?? grazie brunetta. sapevamo che potevamo contare su di lei. che insomma sarebbe stato all’altezza.

  17. roberta dice:

    ha hah ha… velocemente, poi mi leggo i commenti…
    io sono degli anni 80 e faccio prima, la carriera non la inizio neanche, mi sa, ho un compagno lavoratore autonomo – nella fattiscpecie artigiano (ha ha ha… pensione, malattia, cosa esser tu?!?! – ti ricordi il brucaliffo di Alice?!?), figli spero di farli lo stesso e per fortuna che c’ho lo spirito fricchettone e contadino e spero di trovare il modo di aprire un’azienda agricola… così almeno da mangiare ce ne avremo…!!! poi quando siamo vecchie sentiamoci, che semmai ci scambiamo un po’ di cibo…
    insomma
    io nei Maya ci spero!!
    🙂
    oh non ti sto dietro, eh, sei proprio iper produttiva… a me è l’orto che mi frega!
    abrazo

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