9 mesi dopo avere perso 40 chili: cos’è cambiato?

Sono passati 9 mesi da quando ho finito la mia dieta.

Era maggio e avevo perso 30 chili. La nutrizionista mi ha dato il piano di mantenimento e ci siamo salutate. Da allora fino a settembre ho perso altri 10 chili.

Che cosa è successo in questi mesi? In che modo la dieta e la mia muta hanno cambiato RADICALMENTE la mia vita?

IL PESO

Innanzitutto mi preme dire che per il momento il mio peso è stabile da settembre: oscillo tra i 60 e i 61 chili a seconda del mio stato fisico, dello stress e del momento della giornata.

Ho toccato anche i 59 chili, ma evidentemente il mio corpo per il momento vuole stare a 60 perché quando è successo mi sono sentita debole e ho avuto bisogno di mangiare un po’ di più per tornare a 60 chili. Sono alta 1,68 cm perciò, secondo le tabelle, potrei anche pesare 58 chili ma faccio anche molto sport ed evidentemente il peso giusto per me è proprio questo.

LO STILE DI VITA

Mangio in maniera equilibrata (né troppo, né troppo poco) e – salvo eccezioni – faccio a meno dei latticini e la pasta la mangio solo durante pranzi di famiglia o quando esco. Da circa un mese ho deciso di diventare una “vegetariana liberale”: mangio la carne solo se vado a cena da altri. Durante la settimana integro le proteine con una maggiore varietà di legumi e ho introdotto il seitan.

Faccio sport in maniera costante ma tutto sommato moderata: 2 ore di nuoto a settimana (mi sono iscritta a un corso per avere un appuntamento fisso e un allenatore che mi segua) e 1/2 ore di corsa disperse nel resto dei 7 giorni. Per chi mi legge per la prima volta mi preme chiarire che sono arrivata a questa tabella di allenamento non all’improvviso ma nel corso di un anno, in maniera graduale, partendo da camminate di mezz’ora, tre volte a settimana. Impossibile fare altrimenti, visto che prima gli unici muscoli che usavo attivamente erano quelli delle mandibole 😉 (che poi forse non sono nemmeno muscoli).

Cammino tutte le volte che ci riesco e i miei spostamenti sono o a piedi o in bicicletta.

LA MUTA RADICALE

La mia vita non è più la stessa. Non credo di riuscire a dire in un unico post su quanti fronti questa esperienza mi abbia modificata. Proverò a iniziare ma spero di trovare le parole. Innanzitutto ci ho messo un po’ ad abituarmi al mio nuovo corpo. Ho perso il 40% del mio peso corporeo e ancora oggi, quando mi osservo nuda allo specchio, ci sono momenti in cui faccio fatica a riconoscermi. E’ stata dura per me e lo è stato anche per gli altri: per alcuni mesi ho dovuto ripresentarmi a chiunque incontrassi, persino mia zia ha stentato a riconoscermi. In famiglia è subentrata una nuova percezione della sottoscritta: mia figlia e Tino hanno cominciato a vedermi andare a correre, in piscina e fare attenzione al cibo. E’ stato graduale, ma non significa che abbia cambiato alcuni equilibri nella relazione. Chi conosco oggi e non sa del mio percorso (ed è una gioia essere una persona “nuova”) se ci si trova a parlare di sport, mi fa capire che mi percepisce come una persona molto in forma e molto energica e forte.

Frollina l’altro giorno, in un tema in cui parlava anche di me ha scritto: “Mia mamma è molto forte e corre veloce”. Mi ha commosso molto questo suo nuovo sguardo sulla sottoscritta.

Ma la muta, quella vera, è avvenuta nella mia testa e non riguarda solo le relazioni personali ma anche il mio approccio al mondo e al lavoro.

Sono centrata, che per me significa che ho capito finalmente qual è il mio posto nel mondo, dove voglio arrivare e cosa posso dare, in quale ambito. Ho allontanato le persone tossiche della mia vita e non credo che sia un caso se non mi capiti più di incontrarle. Tengo a distanza anche chi vorrebbe succhiarmi energie: chiamatela cattiveria o cinismo, per me è pura sopravvivenza e mancanza di tempo da perdere. Chi ha un po’ di visibilità nel suo piccolo ambito, anche se è l’ombelico del mondo, attrae su di sé energie positive ma anche un sacco di “zecche”: io prima non sapevo riconoscerle e mi sono fatta succhiare il sangue, ora le naso e le tengo a distanza.

Serenamente.

Durante il 2014 sono stata totalmente concentrata sulla dieta e sulla muta e ho perso un po’ di vista il lavoro, i miei obiettivi e dove voglio arrivare. A settembre mi sono resa conto che dovevo riprendere in mano la situazione e l’ho fatto. Malgrado il panico (una lavoratrice autonoma come me guadagna se produce, se no non ha uno stipendio) mi sono messa a testa bassa. L’ho fatto partendo da una consapevolezza: “Se sono stata in grado di perdere 42 chili, sarò in grado di focalizzarmi sul lavoro!”.

Ho scritto un libro (e l’ho fatto prevalentemente di notte) in cui ho messo dentro quello che ho imparato in tanti anni come professionista e poi ho ridefinito i miei obiettivi professionali e ho tentato di comunicarli in maniera efficace.

Perché?

Perché prima non ero convinta di valere e questa mancanza di convinzione, questa paura di essere inadeguata al mio ruolo, mi faceva anche essere poco convincente con gli altri. Non me ne rendevo conto, scambiavo la mia insicurezza per modestia e così non arrivavo davvero da nessuna parte. Ho tante frecce (professionali) al mio arco, ma le sparavo a caso.

Ho preso carta, penna e testa e mi sono messa a scrivere parole, a pensare a dove voglio arrivare da qui ai prossimi 5 anni. SENZA PAURA. Ho tagliato tutte quelle parti del mio lavoro che producono troppi sforzi e raggiungono pochi risultati (in termini anche economici) e ho puntato solo su alcune cose, che sono il VALORE PERCEPITO dagli altri rispetto alle mie competenze e ho fatto in modo che questo valore andasse a braccetto con i REALI BISOGNI e dunque con la possibilità di compiere investimenti da parte delle AZIENDE.

Ho anche messo nero su bianco gli elementi di debolezza da migliorare e ho investito tempo e soldi per iscrivermi a corsi di formazione per farlo.

Dopo avere usato molti fogli, avere fatto molte mappe mentali, ho preso il mio portatile e ho costruito un piano (forse è un vero e proprio business plan, ma io preferisco chiamarlo “il mio piano”). Ho anche fatto una lista delle competenze su cui voglio investire e le ho trasformate in parole chiave. Ho fatto pure un “listino prezzi” chiaro e lineare e – come se io fossi un’azienda – un’ipotesi di guadagni per il 2015 che è il mio obiettivo.

Poi a dicembre è stato pubblicato il libro Narrarsi online: come fare personal storytelling e  – inaspettatamente – ha avuto subito un successo che non avrei mai immaginato. Ma perché non lo avrei mai immaginato? (si torna al paragrafo “insicurezza” che fa rima con “anima nera”). Sono rimasta in apnea per 2 settimane, dopo la pubblicazione, fino a quando i primi commenti positivi non sono cominciati ad arrivare. E quando anche Luisa Carrada (che è un po’ la mia maestra e potrei annoverarla in quello che io chiamo “retroterra culturale” della sottoscritta) mi ha fatto i complimenti con un tweet, dopo avere pensato che forse le avevano hackerato il profilo, ecco io mi sono sentita davvero contenta, ma poi mi sono sentita anche un po’ sciocca: conosco il mio lavoro, mi hanno chiesto di scrivere un libro, dovevo essere più consapevole del fatto che – al di là che si può sempre migliorare – forse non stavo per pubblicare un’enorme cacca puzzolente come invece, in certi momenti, avevo immaginato.

Da una settimana il mio libro è il 1 più venduto in Internet e Industria e studi di settore su Amazon e ovviamente gongolo molto per questo (e ringrazio chi lo ha acquistato!).

Diventerò ricca grazie a questo libro? No. Non l’ho scritto per diventare ricca ma per:

  • contribuire con quello che so ad argomenti che hanno a che fare con il mio lavoro e la mia esperienza di personal storytelling
  • organizzare e riordinare contenuti sparsi che uso quando faccio formazione
  • aumentare la mia autorevolezza riguardo a quello che faccio, ovvero marketing narrativo grazie allo storytelling

Sta funzionando? Alla grande! Il libro + il nuovo sito + la mia testa bassa e la rifocalizzazione degli obiettivi mi stanno consentendo di puntare a poche cose ma ben definite, di dire no a offerte che non sono in focus con la mia strategia di crescita e dire si a proposte interessanti che sono arrivate ANCHE grazie il libro.

Ah e rispetto al tema “Diventerò ricca?” se un tempo vivevo come debolezza il desiderio di alcuni di esserlo, oggi rispondo che IO SPERO DI DIVENTARE RICCA ma non perché voglio costruirmi la piscina ma perché sono BRAVA NEL MIO LAVORO dunque sarebbe il giusto compenso per quello che produco.

Non sono più la stessa di prima e le persone lo vedono. Non mi sento più in colpa se non rispondo alla decina di mail quotidiane che mi arrivano da parte di persone che vorrebbero che gli “regalassi” le mie competenze, per questo falso mito che se una ha un blog e scrive molte cose, ne può regalare ancora di più.

Non sono io.

Quello che metto a disposizione (ed è tantissimo) è qui e sul mio sito professionale, il resto è consulenza e come tale va pagata. Se a qualcuno non va bene, amen, non credo più di dovermi nutrire dell’amore incondizionato di chiunque 😉

Soffro anche meno di ansia, sono molto più futile, mi piace fare shopping e non ho più quella rabbia nei confronti delle cose del mondo che non vanno che avevo prima: so che non posso cambiare tutto e che posso fare poco, ma quel poco lo faccio, volentieri, ogni giorno, nel mio piccolo.

Certe persone forse le ho perse insieme ai 40 chili, ma era fisiologico che capitasse e a 41 anni ho ben capito che insieme agli altri (chiunque) facciamo solo dei pezzi di strada: c’è chi ci sta accanto per più tempo e chi per meno, ma a volte le strade non sono le stesse ed è onesto e affettuoso nei confronti gli uni degli altri rispettare le singole scelte.

Io ora ho la mia strada, condivisa con poche e selezionatissime persone nel privato, con tante e interessanti persone nel pubblico.

E per la prima volta nella vita so qual è quella strada.

Non ho più piombi ai piedi, ho imparato a correre e a essere leggera e sono certa che – malgrado zone dissestate che ci saranno sicuramente – saprò percorrerla.

[foto in anteprima di @Federico Borella]

30 commenti
  1. Paolo..Grillo dice:

    Passavo di qua per caso…e….credo che nella vita tutto è scritto….e mi sa che te oltre che scrivere da dio ….sei riuscita anche a leggere nel tuo destino….GRANDE FRA…..sono veramente orgoglioso…non ci si vede ne ci si sente..ma nei miei pensieri le persone a me care (del mio passato) non svaniranno mai …grazie mi serviva un ulteriore “imput”…

    • Panzallaria dice:

      @grillo ma che piacere!!!!! E sono contenta di averti ispirato un po’. Un grande, grandissimo abbraccio. Sai che anche per me tu sei parte di quella bella famiglia sempre nel cuore 🙂

  2. Elisa dice:

    Non sai quanto mi ritrovo in quello che hai scritto. Ho 31 anni e nel 2014 ho perso 30 chili. Il mio percordo non si è ancora concluso ma una cosa è certa, sono cambiata radicalmente sia dentro che fuori e sto pian piano prendendo consapevolezza di chi sono, o meglio di chi sono diventata: una persona più forte, attiva, determinata e sicura di se.
    Ogni volta che incrocio uno specchio stento a riconoscermi. O meglio, mi riconosco sempre più in quel che vedo, il mio corpo finalmente rispecchia quello che mi sento dentro.
    Continuerò a leggerti 🙂

    • Panzallaria dice:

      Grazie Elisa! Che bello incontrare una “sorella” 🙂 a volte è molto difficile spiegare bene come ci si sente a chi non ci è passato.

  3. isabella dice:

    Ho letto il tuo percorso sul settimanale tu style che adoro. Mi complimento per l’obiettivo che hairaggiunto. Sono anch’io in forte sovrappeso. Cerco disperatamente consigli e aiuto. Ciao

    • Panzallaria dice:

      ciao Isabella, spero che leggere il mio percorso ti dia un po’ di carica 😉 un abbraccio e forza, forza, forza. Cambiare e stare bene è sempre possibile

      • Isabella dice:

        Ciao,
        dove è possibile leggere interamente il tuo percorso? Saperlo mi sprona e mi da coraggio ad iniziare? Qual è il titolo?
        Grazie mille.

  4. Lafrancese dice:

    È da quando ho letto il post che ogni tanto mi ribussa nella mente alcune delle tue parole
    ” Ho anche messo nero su bianco gli elementi di debolezza da migliorare e ho investito tempo e soldi per iscrivermi a corsi di formazione per farlo. Dopo avere usato molti fogli, avere fatto molte mappe mentali, ho preso il mio portatile e ho costruito un piano (forse è un vero e proprio business plan, ma io preferisco chiamarlo “il mio piano”). Ho anche fatto una lista delle competenze su cui voglio investire e le ho trasformate in parole chiave.”
    …e penso che dovrei fare la stessa cosa anche io. Troppe cose voglio fare, troppe ne faccio a dire il vero, e con poche riesco a monetizzare.

    Hai delle dritte da dare in merito, letture, consulenze? insomma qualcosa che mi dia il via?! ^_^

  5. Bulut dice:

    Wow, brava!

    Ti ho letta oggi per la prima volta dopo tanti anni (credo che tu sia su internet da parecchio, o sbaglio?)

    Prima, non ti ho mai letto, sorry…

    Ma, davvero, leggere questo post e’ inspiring per me.

    Io vorrei perdere un circa 15 kg (sono alta più’ o meno come te e peso 76-75 kg) ma soprattutto vorrei essere più’ concentrata sul lavoro, più influente a determinare il corso della mia vita. E un po’ rimando sia dieta sia mi “distraggo”, mi sento non efficace, mi sento di non usare al meglio il mio tempo.

    Vedere che ce la si puo’ fare (e tu ci sei riuscita benissimo!) mi da’ coraggio!

    Grazie!

  6. Isabella dice:

    Dove posso comperare il libro per leggere il tuo percorso di dimagrimento?
    Grazie

    • Panzallaria dice:

      ciao Isabella,
      il libro sul mio percorso di dimagrimento (la mia storia) sarà in libreria da giugno 😉 grazie per l’interesse e in bocca al lupo per il tuo percorso.

  7. isabella dice:

    Che invidia la tua determinazione! Brava!! Sei stata fortissima. Ma qual e´stata la molla che ha fatto scattare tutto? Quella cosa che ti ha fatto capire adesso basta, questa e´la volta buona? io non ci riesco…

  8. Maria Elena dice:

    Ogni tanto passo a leggerti, sei davvero irriconoscibile. Cosi’ come lo sarei io. Ti leggo e rileggo e spero di trovare anche io la tua determinazione.

  9. Michela dice:

    Ho letto il tuo libro senza sapere nulla della tua storia, perché cercavo materiale intelligente sullo storytelling.
    L’ho decisamente trovato, e poi ho trovato anche la tua storia. Complimenti per entrambi. Professionale e bello il libro, e molto, molto “inspirational” la storia, come la definiremmo se fosse un TED Talk (per inciso, la tua storia ci starebbe benissimissimo in un TED Talk).
    Io ho preso una decisione per me difficile e cruciale, a 40 anni, che ha dato una svolta positiva alla mia vita. Poi qualcuno mi ha fatto notare che, biblicamente, 40 anni sono il tempo che il popolo d’Israele ha trascorso nel deserto, dopo l’uscita dall’Egitto dove era schiavo, prima di raggiungere finalmente la Terra Promessa. Beh, che uno ci creda o meno … è una bella storia di realizzazione, no? Ci vogliono quarant’anni per arrivare a essere ciò che sei (o tornare ad esserlo).

    • Panzallaria dice:

      cara Michela, questo parallelismo con il popolo d’Israele è molto affascinante: in effetti sto notando intorno a me, tantissime persone che cambiano, proprio in coincidenza di questo passaggio vitale. Grazie, grazie davvero per questo tuo prezioso riscontro (sul libro, sulla mia storia). Anche l’amico Giampaolo Colletti una volta mi ha detto che la mia storia è da Ted e ho sorriso molto 😉

      a fine mese esce il libro dedicato al percorso e spero davvero che avrai voglia di leggere anche quello. grazie ancora

  10. Grazziella Bisti dice:

    ciao, mi sono imbattuta per caso nel tuo blog e sembra quasi un destino…..il 25 settembre, giorno della foto è il mio giorno di nascita, quest’anno faccio 60anni (purtroppo non 40, ma comunque è importante arrivarci!!!) e ho voglia di perdere quei 40 chili e anche più che ho accumulato negli ultimi 25 anni di vita. Comprerò il tuo libro e comunque proverò a tornare “normale”.Promesso

  11. Paola Sabbione dice:

    Cara Francesca,

    ti seguo su FB e ti ho ascoltata con piacere recentemente al Salone del Libro di Torino. Ho un’amica giornalista a Bologna, per cui frequentare ogni tanto i tuoi luoghi (mi sono fatta accompagnare su a S. Luca in una sera nebbiosissima!!) mi rende molto vicina a te.
    Seguo la tua storia da più di un anno e questo post lo rileggo spesso.
    Mai come in questo periodo mi ritrovo molto non tanto nell’avventura della dieta (15 chili li vorrei perdere pure io…) ma nel sentimento di inadeguatezza personale e professionale, nella mia ricerca senza successo del mio ruolo. Adoro il mio lavoro e ho raggiunto dei risultati, grazie al duro lavoro e anche alle mie capacità. Tuttavia, proprio in un momento di ottenuto riconoscimento e in cui dovrei dare maggior impulso per cambiare marcia e decollare definitivamente, mi sento al palo, come gli obiettivi che ho non fossero i miei. Mi sento come se camminassi nelle nebbie, come quando sono salita a S. Luca e ci siamo inerpicate fino a Casaglia…
    Scusa lo sfogo, in realtà volevo dirti che mi sei sempre di esempio, che da qualche punto devo ripartire e so che poi tutto il resto si collegherà, perchè la nostra vita è come un filo di perle…

    • Panzallaria dice:

      carissima Paola, a volte ci sembra che la nebbia sia fittissima, poi scopriamo che avevamo solo gli occhiali sporchi e basta un panno ben pulito per rivedere tutto con chiarezza (e te lo dice una miope ;-).

      Quello che intendo è che spesso siamo noi che ci narriamo come pensiamo di essere (inadeguati, non abbastanza per qualcosa o qualcuno), mentre invece se ci ascoltassimo con calma e fiducia, ci renderemmo conto che possiamo cambiare il punto di vista e la narrazione. Sto riflettendo tanto su questo ultimamente e credo davvero che ciò che ci blocca di più quando ci blocca, non siano eventuali chili, disagi professionali o personali, ma il modo in cui noi li interpretiamo e di conseguenza li valutiamo. Ti mando un caro abbraccio, la prossima volta a san luca ci andiamo insieme 😉

  12. Maura dice:

    Ho appena acquistato e letto il tuo libro…mi hai dato speranza, grazie! L’appuntamento con la nutrizionista l’avevo già preso, quindi ora inizierò il mio percorso co la carica che mi ha regalato la tua esperienza…grazie!

  13. Paola dice:

    Ciao Francesca, ho letto il tuo libro e dei pezzi del tuo blog…ci sono capitata dopo aver iniziato la dieta e ci sono tornata nei momenti di sconforto, e in questi giorni per ‘festeggiare’…adesso che inizio ad essere soddisfatta e a vedere la luce in fondo al tunnel: dall’11 gennaio ho perso 30 kg, me ne mancano 7 per iniziare poi il mantenimento!
    Sia nel blog che nel libro credo che molti di noi si possano ritrovare, che sia in una pagina o nell’altra, in uno stato d’animo o in uno sfogo sui commenti della gente…
    Una sola differenza ho trovato….io la fatica a riconoscermi allo specchio l’ho fatta nei miei anni cupi, adesso è come se mi iniziassi a riconoscere di nuovo!
    Grazie della silenziosa e importante compagnia di questi mesi duri, è bello leggere e sentirsi meno soli, per quanto un marito possa essere meraviglioso e supportarti, credo che con nessuno mai riuscirei a svuotarmi di tutte le paranoie, le tristezze, i commenti cattivi e soprattutto a svelare i numeri di questa triste discesa e dura risalita. Ora che sono quasi in vetta, quasi all’obiettivo, ho bisogno di dirti grazie!

    • Panzallaria dice:

      Paola, mi hai fatto un grande regalo a scrivermi queste cose, davvero. Brava, brava, brava. Vedrai quante cose scoprirai in questa nuova te! Un grande abbraccio

      • Luisa dice:

        Carissima Francesca, ti scrivo per ringraziarti.
        Ti ho conosciuta in un momento buio, in cui cercavo disperatamente aiuto.
        40 anni, quasi 100 kg ….ti ho trovata cercando aiuti su internet, ho letto la tua storia, il tuo blog.. il tuo libro e’ sempre accanto a me sul comodino xche mi ritrovo in tante ma tante di quelle cose che dici…e le esprimi in una maniera fantastica!Al momento dopo quasi 5 mesi ho perso 21 kg e mi sento benissimo, ma non mi fermo anche xche x la prima volta in vita mia e’ la mia testa che e’ cambiata.
        Grazie ancora, spero un gg di incontrarti di persona e poterti abbracciare.

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