Il parco giochi: per lei o per me?

Mi chiedo se vado al parco giochi per mia figlia o per me. Mi piace. Mi piace moltissimo. Perché ci incontriamo con i genitori degli amici di silvia che mi piacciono, mi piacciono moltissimo. Persone che stimo, con cui stanno nascendo dei bei rapporti di amicizia a prescindere dal fatto che i nostri figli siano amici.

Il parco dove andiamo non è un gran che, ce ne sono senz’altro di migliori in zona. Ma è ampio, la vista si perde in lontananza e anche quando ti siedi sotto l’albero vedi tua figlia a chilometri, senza bisogno di alzare sempre il culone.

Poi è di fronte alla scuola della silvia e così, diciamoci la verità, risulta molto comodo e raccoglie molti bambini che sono in classe con lei. Lei non vede l’ora di tornarci a scuola, ogni mattina si sveglia e mi chiede quando ricomincerà e a volte capisco che ha un po’ il timore che non arrivi mai quel momento, che la vita cambi di nuovo, come dopo il passaggio dal Nido.

Quando le faccio presente che manca poco, alza le braccia al cielo e guarda all’insù con i suoi occhi vispi scoppiando in uno “Evviva!!!” da finale dei Mondiali.

Al parco ci sono la MaLta, la bambina alta tutta panna e la Lenticchia e poi ci sono anche altri, anche bambini più grandi. Uno è il figlio del vinaio della zona, quello per intenderci che ha contribuito alla buona riuscita della mia festa di laurea. Un tipo pazzesco sto bambino, troppo simpatico. Sembra uscito da un’altra dimensione. Gli piace catturare gli insetti e le lucertole e se ne va in giro con un Metal Detector per cercare l’oro.

Ci sediamo attorno a borse, zainetti, barbi, scarpine di bambole, cappelli e felpette, noi genitori. Attorno a quel che i nostri figli buttano lì e recuperano all’occasione, tra un’altalena, uno scivolo e due salti al gioco della Luna.

Parliamo. Ci raccontiamo le vacanze come bambini. Progettiamo gite, futuro, lavoro. Abbiamo idee da condividere, serate da organizzare.

Al parco delle volte compriamo le pizze ma poi le zanzare ci costringono ad andare nel giardino dei MaLti e finisce sempre che ci piazziamo lì e le nostre figlie giocano, giocano, giocano.

Alle principesse. Ai dottori. Alla maestra con i bambini. Alle sposine. Ai travestimenti. A nascondino. A fare gli scherzi.

Sono momenti in cui sto bene. Al parco sto bene, con queste persone sto bene. Tino si rilassa, anche in questo periodo che rilassarsi con quella schiena non è facile. La silvia è felice. E’ una vita corale, come piace a me. Con persone con cui non devi dimostrare nulla, che ti apprezzano per quello che sei, con cui ridi, parli, scherzi senza troppi fronzoli. Bevi una birra, parli di religione, case, vacanze, libri e serie televisive e musica e aneddoti.

Conoscere le persone, toccarle, abbracciarle, invitarle a cena, condividere momenti, offrire piaceri: sembrano cose scontate ma non lo sono.

Siamo fortunati. Perché da quando è nata la silvia è stato molto più duro coltivare le amicizie di prima. Non che non lo facciamo, sia inteso. Ci sono persone che adoro da anni. Ma ovviamente, quando si condividono vite simili, è più facile incontrarsi.

E noi abbiamo incontrato persone che anche se non fossero i genitori delle amichette della silvia, ecco devo dirlo, mi piacerebbe molto frequentarle.

E così ogni tanto, mentre scende il tramonto sul parco, in questa brezza fresca di fine estate, anticipo dell’autunno che amo tanto, penso che ci sono dei giorni che io vorrei vivere qui, tra le altalene e gli alberi in crescita.

10 ore a vedere mia figlia felice.

10 ad ascoltare.

Le storie. Le storie degli amici

Questo post lo dedico a Paola, Daniele, Aurora, Milena, Fabio, Davide, Stefano ma soprattutto alla Paola

12 commenti
  1. la meringa dice:

    Ovviamente io il parco lo odio. però mi piace una cifra espandermi in chiacchiere. Leggi a tua figlia “Il barone rampante” così capisce l’uso che si può fare di un parco da grandi! 😉

  2. Panzallaria dice:

    @mammaserena: per me il cambiamento è avvenuto con la scuola materna. silvia è cresciuta e devo essere meno onnipresente quando gioca al parco, per ciò oltre a fare la strega, il mostro o a monitorare le sue mosse, ogni tanto posso concedermi di togliermi le scarpe e sedere per terra a fare due chiacchiere. Inoltre, portandosi dietro degli amici dal nido, ormai è qualche anno che abbiamo avuto l’occasione di approfondire con gli adulti e fortunatamente i gusti sociali di silvia sono simili ai nostri (che non è mica sempre detto eh?) poi c’è questa cosa di vederci anche oltre il parco e la scuola, e quello fa molto. comunque direi che ci sono speranze per tutti, ma penso che realisticamente se ne parli dai 2 anni e mezzo in poi.

  3. Gloria dice:

    Questo post mi ha fatto quasi scendere una lacrima. Ché è un parco bellissimo, quello di cui ci racconti. E io invece al paesello ho solo qualche giardino malmesso, e spesso non trovo da parlare di altro che non sia dei bambini, o del più e del meno… e alla fine mi stanco e al parco quasi non vorrei andare nemmeno. Sarà che arrivo sempre tardi, e che “le mamme del giardino” son lì a parlare dei cavoli loro, ma quelle poche conversazioni che riesco a fare parlano sempre e solo di bambini. Non so perché, ma credo sia anche in questo, la differenza tra il paesello sperduto tra i monti e la città…
    Un abbraccio

  4. Jane Cole dice:

    @Gloria: faccio la pendolare dalla città al paesello sperduto tra i monti ormai da un pò. Non ho figli e non vado al parco, ma il problema della mancanza di argomenti con gli altri ce l’ho spessissimo. Non che con i miei amici di città parli sempre di massimi sistemi o della pace nel mondo, ma in paese mi sembrano tutti concentrati solo sul proprio ombelico. Una tristezza infinita.

  5. Mammamsterdam dice:

    Noi a parte la pioggia ce l’avevamo una coesione di asilo/vicinato così. Poi abbiamo traslocato tutti e adesso tocca programarsi annualmente il picnic di riunione (a parte i compleanni a cui andiamo sempre e comunque)..

  6. panz dice:

    @gloria: ma tu al paesello hai cavalli che vengono a farvi compagnia durante le scampagnate ;-)! il mio parco è incistato tra le strade e i rumori della città…diciamo che è vero, forse in città a livello personale hai molte più occasioni di diversificare e a bologna siamo pure fortunati che c’è tutto un mischione di persone da tutta italia, arrivate con l’università e che magari hanno messo su famiglia qui.
    @jane cole: sicuramente c’entra anche la città/paese ma sono convinta che sia anche una questione di fortuna: non a caso ho scritto un post e l’ho dedicato a persone che mi fanno stare bene (che sono poi loro, gli amici del parco), perché credo di essere estremamente fortunata e che non capiti tutti i giorni, nemmeno a bologna.
    @mammamsterdam: ti ho risposto di là da te. qui ti dico solo che averti a te in un gruppo, sarebbe una gran fortuna per tutti 😉

  7. extramamma dice:

    sei molto fortunata ad aver trovato un gruppo di genitori simpatici, io ho sempre fatto un po’ fatica in questo senso, ma è colpa del quartiere dove vivo, il fatto poi che partecipino anche i papà poi smussa molto l’atmosfera mamme del caxxxx che spesso si respira nei conguagli di mammine :))

  8. Gloria dice:

    @Jane Cole: mi conforta (bel conforto, dirai) sapere che non son sola, a fare questi pensieri. Ché a volte temo di essere io a cercare chissà che…

    @panz: c’hai ragione te, sa… vuoi mettere 2 chiacchiere con un cavallo allo stato brado? 😉 A parte scherzi, come dici tu a livello sociale è più semplice trovare persone con cui condividere pensieri e discorsi, e anche una fetta di esperienze personali. Intanto, logico, ci godiamo almeno l’aria buona!

  9. cristina dice:

    mi vien da piangere ( si fa per dire ) son sepolta in fondo alla provincia di cuneo dove non conosco nessuno, al paesello ci sarebbe anche il parco peccato non ci vada nessuno! la civiltà più vicina è a 15 km e per andare al parco è un po’ troppo, poi puffolomeo è ancora piccolo e ci andrei solo per me.
    Torno al lavoro fra poco finita la maternità e se guardo indietro non so come ho fatto a resistere un anno qui sola con il puffo e l’uomo nella bottiglia solo la sera! medito sempre più spesso di tornare a torino, ma come si fa? l’uomo nella bottiglia lavora a Barolo e io lavoro a Alba quindi…………

  10. raff dice:

    Panz, se tu stai a Bologna è un conto, se stai in certe altre zone il discorso cambia…Io sono romagnola e vivo in Liguria, ti assicuro che se non avessi i bambini avvicinare qualcuno per far due chiacchiere sarebbe quasi impossibile!

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