Un antidoto alle cose brutte: fare burattini

Sono completamente annichilita da quanto succede in Giappone.  Questi fatti schiacciano e rendono infinitesimali i miei problemi quotidiani e anche il momento di difficoltà che sto attraversando.

Proprio per cercare – in un sano isolamento che si potrebbe chiamare PAUSA – un po’ di serenità e recuperare un equilibrio che sento mancare su alcuni aspetti della mia vita di cui non posso parlare, per recuperare il centro e rimettermi in pista con più grinta che mai, sto cercando di coltivare il più possibile l’aspetto creativo della mia vita.

Come?

Leggendo tantissimo innanzitutto. Cercando di vedere posti e conoscere persone interessanti. Scrivendo favole e con il racconto sul mobbing, che mi preme moltissimo.

Passando tempo di qualità con Frollina, a fare cose manuali.

Come la maggior parte delle persone che lavorano con le parole sa, i progetti “di testa” spesso hanno consistenze labili, si rischia sempre di perdere il filo e di non vederne la fine. Certe volte c’è bisogno di vedere il risultato concreto del proprio lavoro. Un risultato tangibile.

Domenica Frollina ed io siamo state al laboratorio di costruzione di burattini del Teatrino di Mangiafoco ed è stato un pomeriggio magico.

Abbiamo portato con noi scotch di carta e un rotolino di carta igienica (senza carta igienica) e grazie a giornali vecchi e abilità manuale, la nostra cara burattinaia e favolosa affabulatrice Margherita ci ha aiutato a far nascere un personaggio.

Frollina ha scelto Rantolina che ha lentamente preso vita.

E’ stato meraviglioso vedere come i bambini volevano darsi da fare e mano a mano che la testa del burattino prendeva forma, anche il personaggio cominciava a muoversi e a parlare.

Purtroppo con noi c’era una mamma un po’ ansiosa e in ansia da prestazione che ha caricato il figlio di inutile stress e questo non ha giovato all’armonia collettiva, ma mi ha fatto riflettere molto sul labile confine che passa tra controllo genitoriale e necessità di lasciare che i pensieri del proprio figlio fluiscano per i sentieri improbabili e laterali che sceglie.

La creatività forse è contenuta proprio in questo spazio di divagazione dalla via consueta e aiutarla a manifestarsi significa ogni tanto spegnere quella vocina adulta che spinge la mamma a spiegare “come si fa” al proprio bambino.

“Come si fa” non dovrebbe mai avere una soluzione sola.

Sia Frollina che io eravamo talmente entusiaste del lavoro fatto al laboratorio che – appena rientrate – abbiamo voluto subito passare alla seconda fase, ovvero “rinforzare” la testa con un lavoro di fino di carta e vinavil.

Frollina è entrata nella fase “Taglia e incolla” e se c’è da usare le forbici per fare qualcosa in mille pezzi, è la bambina più felice del mondo.

Io – devo ammetterlo – essendo assolutamente una frana in quanto a manualità, ero molto felice della nostra creazione: vedere nascere le streghe Rantolina e Genoveffa sotto le nostre mani, mi ha dato una grande soddisfazione. Poi devo ammettere che tutte le volte che vado al Teatrino è come se entrassi in un luogo magico e incantato, un’enorme scatola della fantasia che mi arriva alla pancia e mi tira fuori un sacco di storie e idee.

Di teste ne abbiamo preparate due (volevo impratichirmi subito anche sulla parte che ci ha insegnato Margherita) e poi le abbiamo lasciate asciugare tutta la notte.

Tino ci ha comprato i colori acrilici e abbiamo finito il lavoro, colorando la faccia e facendo uscire occhi e bocca. Con la lana che uso per le mie sciarpe (l’unica cosa che so fare con i ferri) abbiamo fatto i capelli e in quel momento Genoveffa (la bionda della foto) si è trasformata in Raperonzolo.

Ecco qua il risultato:

Sembrano due prostitute sfatte dopo una notte di lavoro intenso, lo so, ma a noi ci piacciono molto lo stesso. 😉

Frollina ha passato tutta la sera a giocare con le due teste e quando le ho detto: “Dai che domani chiediamo alla nonna se ci aiuta a fare un vestitino così possono nascere per davvero i burattini!” mi ha risposto che a lei il “paese delle teste” piace moltissimo e che non è affatto sicura di volere anche il corpo per Raperonzolo e Rantolina!

Mi ha chiesto se facciamo altre teste, principi, maialini, bambini…

Credo che prepareremo anche una SCATOLA della FANTASIA tutta per le teste (ma io voglio arrivare in fondo e fare anche dei burattini) dove possano dormire alla notte. Per il momento sono state adagiate su un cuscino dalla Prole e al di là dell’inquietudine salomenica della cosa, devo dire che sono molto felice di questi momenti nostri, in cui abbiamo “fatto nascere” i nostri primi burattini!

Se siete a Bologna e volete provare, andate al laboratorio, è un’esperienza bellissima da fare con i vostri bimbi (per maggiori di anni 4).

Per informazioni: http://www.facebook.com/teatrinomangiafoco

Scrivere favole, leggerle e fare burattini è per me in questo momento un antidoto FONDAMENTALE alle brutture del mondo.

Consigli di lettura:

Gelsomino nel paese dei bugiardi, Gianni Rodari

1 commento
  1. Il Teatrino di Mangiafoco dice:

    Francesca!!! Margherita e il Teatrino di Mangiafoco ringraziano infinitamente. L’obiettivo di questo lavoro è coinvolgere nel sogno e nella creazione anche altre persone e quando questo succede è come sentirsi in parte fautori di una piccola magia. Il Mondo è davvero difficile -e come te mentre lo scrivo non posso non pensare anche a quello che sta accadendo in Giappone- e per questo è importante “fare provviste” vivendo un’infanzia ricca di fantasia e non meno continuare a riempire la propria scatola del sogno quando si diventa grandi. A questo proposito ti consiglio un film bellissimo, si chiama “L’arte del sogno” di Gondry. Un forte abbraccio

I commenti sono chiusi.