Praticare nuoto quando si viaggia per lavoro

Oggi pubblico volentieri un guest post di La povna, blogger con cui condivido la passione per il nuoto. Si parla della sua esperienza di nuotatrice nomade. Fare sport in maniera individuale a spasso per l’Italia si può ed è un’ottima occasione per tenersi in forma, sia mentale che fisica, anche quando il lavoro ci costringe a viaggiare molto.

Ecco qua le sue considerazioni e consigli!

Quando la ‘povna, l’anno scorso, ha deciso che sarebbe tornata a nuotare con dedizione sistematica, si era prefissa un obiettivo minimo: quello di non fare passare, senza piscina, mai, un’intera settimana. Questo significava – poiché lei, per definizione, attraversa mondi – prendersi un doppio impegno: quello di non smettere mai di nuotare, in senso ampio, ma anche quello di provvedere a mantenere in piedi la scommessa, ricercando, di volta in volta, le facilities che sarebbe stata capace di trovare.

Va detto che partiva in discesa: perché la sua ars natatoria si presentava tra due città, come minimo, perché la piscina della piccola città (dove abita) e quella di città della scuola (dove insegna) si sono divise i suoi abbonamenti e il suo tempo: il venerdì, dopo le lezioni, con la sua amica Ingegnera Tosta; un altro giorno a piacere, in maniera più tranquilla, dietro casa.

Man mano che riprendeva il gusto del cloro, la passione, il ritmo, la ‘povna (ri)scopriva un sistema intero di pensiero, vasca dopo vasca, attraverso il quale la ‘povna si riappropriava, sanamente egoista, del suo tempo, sbrogliando il filo narrativo che le aveva tessuto la giornata. Le due volte diventarono tre, insensibilmente, e la necessità di continuare quel ritmo di benessere si fece sempre più pervasiva, tanto da oltrepassare i confini delle sue piscine date.

Cominciò per scherzo, l’ultimo fine settimana di novembre: la ‘povna doveva recarsi a Konstanz, dal (suo) Amico Mostro.

“Perché non porti il costume, abbiamo pure qui delle piscine belle” – le disse lui, una sera su skype.

“Che splendida idea!” – per lei era l’uovo di Colombo. La ‘povna aggiunse quattro cose al peso leggero della borsa: gli occhialini, il costume, l’asciugamano di Decathlon, la cuffia. Per quanto riguarda le ciabatte, il doppio uso di quelle previste, comunque, poteva ben bastare.

L’Amico Mostro mantenne la promessa: portò la ‘povna in una piscina splendida. La ‘povna nuotò felice le sue vasche, e poi si fece, immersa nell’acqua bollente fino al mento, una bella sessione di acqua calda, nel freddo sereno della notte tedesca. E fu una goduria da ricordare.

Quel primo esperimento rese tutto più semplice. E un mese dopo circa – in partenza per Milano – la ‘povna andò su Milano Sport, decise quale sarebbe stata la sua piscina, riempì di nuovo la sua borsa. E, per tutta la durata del suo soggiorno milanese, andò a nuotare. Oramai, era fatta. Perché poi, alla fine, basta niente: per esempio comprendere che nulla è “perdere tempo”, se si è capaci di ritagliarsi un’ora doverosa, quotidiana, per se stessi. Così come anche che per nuotare in una piscina ‘straniera’ basta nulla, solo volere davvero avere un posto da trovare.

Da gennaio scorso a oggi, la ‘povna ha nuotato, complessivamente, in 16 piscine: due nella piccola città (la sua, vicina a casa, e quella ‘di appoggio’, per l’estate e la domenica), una a città della scuola (e fanno le sue tre tessere costanti), 4 a Milano (Solari, Bacone, S. Abbondio, Cozzi), una a Tràscina (vicino alla piccola città, nella chiusura di agosto), 2 nella città della stazione nota (private, nelle vacanze), una a Siena (Acquacalda), e una Bologna (il glorioso Sterlino, un monumento). E poi all’estero: a Konstanz, Praga, Losanna, Cambridge. Ha nuotato nella vita di tutti i giorni, in vacanza, in viaggio e in gita scolastica, durante due convegni, di sera, di pomeriggio e di mattina.

Quello che ne ha ricavato, non è una morale rivoluzionaria, ma una utopia praticata, strettamente personale e domestica, che si articola in due (banalissime) parti:

  • la prima le ricorda che non solo fare sport è necessario, ma liberatorio e bello (per la testa, oltre che per il corpo);
  • la seconda, altrettanto ovvia, ma utilissima, è che i due terzi dei “purtroppo non ho tempo” che finiamo per pronunciare nella giornata sono in realtà dei grandi “non ho voglia” – perché poi, quando si sceglie di mettersi in gioco, veramente, è molto facile giocare.

Il contributo di La Povna finisce qui e io non posso che ringraziarla tantissimo. Lo faccio condividendo con lei e con tutte le persone che hanno letto questo post, un video bellissimo che fa parte della campagna (UK) This Girl Can per invogliare le donne a fare sport.

[Foto in copertina – Licenza CC – flickr – maría lidón monfort]

16 commenti
  1. 'povna dice:

    Che bello questo video, che non conoscevo, grazie di averlo condiviso! Per il resto, sono io che ringrazio te, sia per lo scambio natatorio-culturale, sia perché condividere la passione con qualcuno che davvero capisce fa sentire meno soli!
    A presto, allora, virtualmente, ma anche no, magari nuotando insieme e in giro in qualche nuova piscina! 🙂

  2. ammennicolidipensiero dice:

    piacevole scoperta il tuo blog, panzallaria, grazie a ‘povna.
    piacevole la narrazione della vita da piscina, molto condivisibile il non troppo scontato “volere è potere” (semplifico…) quando si parla di tempi ed impegni.

  3. Tuttotace dice:

    Bello tutto, voi su tutto. Avete fatto venire voglia di nuotare a me, a me! La regina della pigrizia!!! Bello il video molto. Adesso studio è cover o di capire come seguire Panza.

    • Panzallaria dice:

      Bello vero il video??? Io mi sono commossa a vedere tutte quelle donne felici e bellissime, ognuna nel suo corpo 🙂

  4. margherita dice:

    Come ho scritto da Povna io non nuoto ho iniziato ad andare in palestra da pochi mesi e ne sto apprezzando i benefici sia fisici che mentali. Se ho bisogno di muovermi ( ed ora è diventata un’esigenza)mi basta uscire e camminare un po’ di buon passo. Il percorso che sto facendo per ritrovare salute e piacere di stare con me stessa mi ha fatto capire che tutto passa attraverso la mia testa e leggendoti trovo sempre nuovi spunti di riflessione e te ne sono grata.

    • Panzallaria dice:

      @margherita: so esattamente cosa provi. Ascolta il tuo corpo e la tua mente, loro sanno cosa fa bene a te!

  5. rose dice:

    Come la povna sa ho preso ispirazione dal suo cloro e dalle sue piscine e il venerdì ora è il mio giorno in piscina. Il libera-mente, che dà benessere al corpo

  6. rose dice:

    Bello questo post… La Povna sa di avermi “contagiato” con la piscina. In quella nuova ho aggiunto al nuoto la hydro bike e sto molto bene… La testa riposa e il corpo se ne avvantaggia.

    • Panzallaria dice:

      La piscina è vera carica: in fondo siamo fatti soprattutto d’acqua 🙂 piacere Rose!

  7. El_Gae dice:

    Che bello! E che grande massima è “Non ho tempo in realtà è un non ho voglia”. Anche se a volte ritagliarsi come spazio le 5 di mattina non è proprio facile, come gioco… diciamo che rafforza anche lo spirito. 😉
    Posto il commento in fretta… fatalità devo andare a nuotare 🙂

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  1. […] (e se non è sociale, per statuto, quello); ha ribadito mercoledì, con la collaborazione con Panzallaria; e poi pure venerdì e sabato, facendo (courtesy of BibCan) da Dopofestival alla sala stampa […]

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