Dalle memorie della Pompineuse: il rappresentante di spazzoloni

Mary Poppins
Copio volentieri una paginetta tratta dal diario della mia amica Pompinouse che ha deciso di divulgare le sue gesta a memoria dei posteri

Sabato 13 ottobre 2106

Caro Diario,
mi sono appena trasferita a Poggio Fusco da Inculoailupi dove vivevo con la mia amata mamma e la nonna Gigietta. Ahhh quante cose sono cambiate da allora; chi l’avrebbe mai detto che la tenera e formosa giovine di campagna avrebbe fatto tanta strada da quando – nelle fredde mattine di inverno – le si irrigidivano i capezzoli per il freddo e l’umidità della stalla, mentre assolveva al suo compito quotidiano di mungere le vacche.

Nonna Gigietta me lo diceva sempre che, se volevo una carriera ed essere ricordata per qualcosa, dovevo fuggire da Inculoailupi.

E’ stato grazie ai suoi insegnamenti che ho capito quale fosse la mia vera vocazione ( mi portava sempre con lei quando andava a giocare a Streap poker con gli amici e barava per perdere e poter esibirsi sul tavolone dell’osteria di Fernando nella danza della ventrazza). Sempre lei ha insistito tanto e ha scucito i soldi da sotto il suo materasso per la retta – in realtà sospetto che quei soldi arrivassero non solo grazie al suo di materasso! – perché partissi per il Master in Zoccologia applicata e arte del Pom-pin che si teneva alla Regia Università delle gescie giapponesi.

Ahhh quante cose ho imparato, quanto mi è stato utile acquisire una disciplina che mi mancava. Inoltre, a pregio di suddetto master, bisogna dire che – contrariamente a quanto succede di solito nelle Università italiane – alla teoria è stata affiancata tanta buona pratica che mi ha consentito di capire in fondo, molto in fondo, come poter dare il meglio sul lavoro.
Ricordo ancora i seminari di Mery Pompins, vera maestra nel suo campo e la recita-reality di fine anno (abbiamo re-interpretato il Tettanic con il famoso Leonardo di Pecora).

E poi il grande salto per la mia carriera: la decisione di trasferirmi in una capitale della perdizione com’è Poggio Fusco, la decisione di investire i miei pochi risparmi nell’affitto di una casetta e nell’acquisto di una targa da affiggere sulla porta, con su scritto

Madame Escort Pompineuse: specialista in miracoli.

E poi, grazie a qualche amico, l’investimento sulla mia immagine per conquistare un target acquistando domini, siti e telefoniste dedicate.

E ora eccomi qua, con un radioso futuro davanti a me e con tanti bei ricordi alle spalle.
Certo per arrivare alle gang bang ho dovuto fare molta gavetta ma ne è valso il pene (ehmmm volevo dire la pena).
Ricordo il mio primo cliente, da poco arrivata a Poggio Fusco: tramite la concessionaria Ford (4 piani sotto il mio appartamento) il mio numero di telefono era arrivato nelle mani di un simpatico signore proveniente da una grande città (Ferrara), a Poggio Fusco per affari.

Questo simpatico signore aveva voglia di passare una serata in allegra compagnia, per parlar e fare cose belle, tra un cliente e l’altro.
Ci incontrammo alla “Fogna”, un localino alla moda e romantico, lungo il fiume. Lì servono il piatto tipico di Poggio Fusco, ovvero la pantegana in salmì.

Un uomo distinto, non c’è che dire, colui che (capirete più avanti perché) chiamerò Mister Uoter.
Capii subito che c’era bisogno di un miracolo per Mister Uoter, perché era tanto grasso da non riuscire a vedersi la punta delle scarpe stando in piedi – figuriamoci qualcos’altro!.

Un uomo dalla conversazione nobile e profonda: mi raccontò di quando aveva conosciuto Floriana del Grande Fratello 18 e di come – grazie a lei – si fosse fatto una cultura in fatto di advertisement e di gabole televisive per riuscire a fare qualche comparsata al Demenzio Fattanzo Sciò.

E in effetti, Mister Uoter era anche un vip e una stella televisiva perché nel 2099 era riuscito a comparire al Fattanzo Sciò grazie alla potenza delle sue scoregge e al fatto che riusciva a intonare la sigla del telegiornale con il suo ano fischierino.

Insomma, potete capire l’emozione: come primo cliente un vip vero e proprio!!!

Quando salimmo in camera capii che c’era da mettere in pratica tutte le mie arti e gli insegnamenti del Master e che se non ce l’avessi fatta, avrei dovuto usare la carrucola ereditata dalla nonna Gigietta.
Mister Water (volevo dire Uoter) aveva anche preso una sbornia trista e non faceva che piagnucolare.
Era già partito con le confidenze e sapevo che avrei dovuto farmi sotto subito, per evitare che si addormentasse.

Mi raccontò che faceva il rappresentante di spazzoloni per il cesso (da cui Mister Water che si legge Uoter) e che per lo stress che gli procurava il lavoro era diventato così stitico che l’ano non gli fischiava nemmeno più. (E’ proprio vero che l’idraulico c’ha i tubi rotti a casa sua!).

Fu dopo una confessione di tale portata che decisi di prendere la situazione in mano e altrove:
misi in atto la lezione di pagina 69 del libro di “Zoccologia applicata ai ciccioni” e tirai fuori la crema di lamponi e anguilla che tenevo serbata nel mio frigo.

Mi spogliai tenendo addosso solo il negligè e mi spalmai il magico e goloso unguento addosso, mentre Mister Uoter piangeva sul divano, tentando di rimettere in moto il suo strumento fischierino e urlando contro Dio che gli faceva venire le emorroidi!.

Dovete sapere che la crema di lamponi e anguille unisce qualità precipue di ciascun ingrediente, esaltando i sapori della pelle, soprattutto se non ben lavata.
Ero dunque un bigiù da far invidia a tutte le donnaccie metropolitane.

Distesa sul letto, costrinsi Mister Uoter a leccare copiosamente tutto l’unguento, prima di produrmi nella famosa danza della ventrazza imparata da mia nonna.
Mentre lui leccava le mie ascelle al sapor di anguilla e deodorante al talco, si produsse il miracolo e sotto le sue maniglie dell’amore (lui amava dire che non di pancia si trattava ma di “minchia arrotolata”) sentii qualcosa di duro farsi strada e cercare disperatamente un modo per uscire allo scoperto e entrare nella mia tana.

Fu una notte all’insegna del piacere per Mister Uoter, il quale, nel momento culminante dell’amore mi suonò con l’ano fischierino la cavalcata delle Valchirie e cominciò a mugulare chiamandomi “la sua pompimousse”…

La mattina mister Uoter stava davvero meglio (dimostrazione ne fu che rimase chiuso in bagno 2 ore e io tuttora non posso più chiudere le finestre perché l’aria è rimasta stagnante), mi pagò lautamente per i miei servigi e promise di farmi una gran pubblicità.

Così si compì l’inizio di una brillante carriera.

Chi telefona a nome di Mister Uoter riceverà uno sconto del 30% se singolo o il 3 per 2 se in compagnia….