Il sasso, la piuma e la molletta

C’erano una volta una molletta rossa, un sasso di fiume e una piuma di canarino tutta gialla che vivevano nella tasca della giacca di una bambina di nome Frollina.

Il sasso era stato il primo ad arrivare, durante una gita in collina. Frollina lo aveva scelto perché era levigato e piatto e ci si poteva giocare alla Luna. Lo aveva deposto nella sua giacca in attesa che la Primavera facesse capolino e lei potesse disegnare caselle e numeri su cui saltare al parco di fronte a casa.

Il sasso all’inizio si era sentito molto solo: c’era buio nella tasca e tutti i suoi amici erano rimasti in fondo all’acqua.

Dopo un po’ aveva fatto l’abitudine alla sua nuova casa: Frollina era molto curiosa e allegra e da quella postazione poteva sentire le voci e le risate dei bambini e aveva scoperto di essere molto bravo a cantare, soprattutto le filastrocche, mentre era appeso all’attaccapanni a scuola. Lei ogni tanto lo tirava fuori e lo accarezzava teneramente, dicendogli che presto avrebbero giocato insieme, bisognava solo aver pazienza che passassero le piogge e cominciasse a splendere il sole caldo.

La seconda ad arrivare fu la piuma di canarino. Frollina la recuperò a casa della zia Clotilde che aveva un uccellino che gorgheggiava a ogni ora ma aveva molta paura di lei, così tutte le volte che andavano a trovare la zia, il canarino per l’agitazione cominciava a volare nella gabbia, facendo frullare le ali. Un giorno – durante questo frullio – la piuma gialla cadde al suolo e Frollina ne rimase incantata: com’era morbida e quanti gialli conteneva il suo giallo!

Il sasso all’inizio era un po’ scettico, non aveva mai fatto amicizia con altri se non sassi o al limite rospi e le piume non gli erano mai state particolarmente simpatiche: quando ne capitava una nel fiume dove aveva vissuto, di solito rimaneva sempre sul bordo dell’acqua e si vantava perché – al contrario di lui e della sua famiglia – lei era talmente leggera da essere cullata e portata a spasso dalla corrente, mentre loro restavano sul fondo.

Dopo qualche ora che Frollina correva e per lo sballottare della tasca la piuma e il sasso furono costretti a socializzare, divennero buoni amici. La piuma aveva molta paura, lontana dal calore del suo canarino e il sasso – ce la mise tutta per renderle confortevole la nuova casa, sfregandosi per bene contro il tessuto della tasca per produrre un po’ di calore. Quando capì che Giallina non era come le piume che aveva conosciuto prima, cercò di rasserenarla cantando qualcuna delle canzoncine che aveva imparato all’asilo di Frollina.

Quando li raggiunse la molletta, il sasso e la piuma si erano fidanzati, perché nella loro vita c’era bisogno sia di peso che di leggerezza e così si completavano a vicenda.

La molletta era la più disperata di tutti: Frollina si era tagliata i capelli e non aveva più bisogno di lei.

A nulla valsero i tentativi dei due fidanzati per tirarle su il morale: lei si sentiva ormai inutile e anche quando erano all’asilo ad ascoltare le filastrocche dei bambini, non riusciva proprio a tranquillizzarsi.

Gallo cristallo, gallina cristallina, oca ochessa, anatra badessa…

Non ti mettono allegria le canzoni dei bambini?

chiese Giallina un giorno, perché proprio non capiva l’eterna tristezza della sua nuova amica.

Mi mettono solo tanta tristezza e disperazione!

rispondeva Molly (così l’avevano chiamata Sasso e Giallina, visto che un nome non l’aveva).

Un tempo io ballavo insieme alla mia bambina, in mezzo ai suoi capelli. Ero capace di fare delle piroette incredibili e anche gli elastici che tenevano stretti i suoi codini rimanevano con un palmo di naso a vedermi fare le acrobazie, pur rimanendo sempre nella mia posizione!

continuava lei, tra una lacrima e un sospiro.

Ti verrà la ruggine se continui a piangere così!

Le diceva preoccupato Sasso:

Cerca di goderti la vita, in fondo c’è chi sta peggio di noi…

Ma Molly era inconsolabile e la sua tristezza cominciava a contagiare anche gli altri abitanti della Tasca.

Bisognava fare qualcosa.

Un giorno la mamma di Frollina decise che la giacca andava lavata e svuotò le tasche sul comò.

Tirò fuori per prima la molletta e poi il sasso e la piuma. Guardò i due fidanzati, fece un mezzo sorriso e poi li portò via con se’.

Mentre la molletta rimaneva sul comò.

Il sasso e la piuma erano davvero spaventati, chissà mai dove li voleva portare la mamma! Anche la molletta era molto spaventata e dopo tutto, si rese conto che sentiva la mancanza dei suoi amici, che lì sopra al comò, dove era stata tanto tempo, mancava qualcosa, mancava l’affetto che quei due amici le avevano dimostrato nei giorni precedenti.

Le ore passavano e loro non facevano ritorno. Si sentiva il rumore della lavatrice, nell’altra stanza.

Si appisolò sognando i suoi amici nel bidone della spazzatura, o – peggio – già alla discarica.

Ad un certo puntò sentì qualcuno che la chiamava da dentro uno dei cassetti.

Era un calzino spaiato che da tempo viveva lì e che nessuno non usava più.

Povera Molly…piangi i tuoi amici eh? Io ti capisco bene, mio fratello è finito alla discarica un anno fa, perché si era bucato e da allora sento molto la sua mancanza..

Disse il calzino.

A sentire queste parole la molletta ebbe una gran paura. Doveva assolutamente salvare i suoi amici e adesso sapeva come fare! Bisbigliò qualcosa nel tallone del suo amico che con mosse da vero contorsionista si trasformò in un calzino spaiato arrotolato su se stesso. La molletta si infilò tra le pieghe della calza e insieme si gettarono dal comò, alla ricerca del sasso e della piuma.

Quando arrivarono in cucina, la mamma stava già per buttarli nella spazzatura. Proprio in quel momento arrivò anche Frollina che si accorse di quello che stava succedendo e riuscì ad impedire alla sua mamma di commettere il patatrac.

Sasso e Giallina erano salvi, di nuovo nella tasca della nuova giacca di Frollina.

Quando la bambina vide per terra il calzino spaiato e la molletta ebbe subito un’idea: riempì il calzino di cotone – come aveva visto fare alla Maga Danisa  durante lo spettacolo del circo – e trasformò la molletta in un sorriso. La mamma dopo aver cucito gli estremi del calzino ci attaccò due bottoni al posto degli occhi, la piuma e il sasso furono incollati insieme, diventando un elegante copricapo per il nuovo personaggio. Da quel giorno i 4 amici non si separarono mai più e Molly imparò che quando si è tristi bisogna sempre pensare che prima o poi le cose cambiano e noi non possiamo sapere come, per cui tanto vale cercare di stare sempre bene.