Ci meritiamo tutto? Un altro libro letto e divorato

Distrutto dal nulla che più del troppo mi stanca, dopo aver cincischiato qualche ora pasteggiando a 4 Salti in Padella®, decido di immolare le mie carni molli alla febbre del sabato pomeriggio con l’ambizioso obiettivo di vagar senza meta per le vie del centro della mia amata metropoli di provincia.

Getto alle ortiche sua signora autonomia che per l’intera settimana mi vede cavaliere di uno scuter ronzino e, con un gesto di responsabilità urbana, salgo sull’autobus accettando passivamente tutte le conseguenze di questo mezzo di trasporto di massa.

Ci meritiamo tutto, Danilo Maso Masotti

In che modo ci meritiamo il nostro destino individuale? Quando possiamo ritenerci sfortunati o invece quanto un certo stile di vita, alcune prospettive non sono solo il frutto di una precisa scelta di passivismo personale?

Sono queste le domande che a me sono subito balzate alla mente, mentre leggevo Ci meritiamo tutto di Danilo Maso Masotti.

Maso, blogger degli Umarells e dello Spettro della bolognesità, grande interprete di un certo modo di vivere nella nostra comune città, descrittore di personaggi che fanno ormai parte dell’iconografia locale, ha pubblicato quest’anno il suo primo romanzo.

Me lo ha regalato in versione ebook ed è stato il primo libro che ho letto qui in montagna, di notte, con il rischio di mangiare montagne di moscerini che si appoggiavano sullo schermo del mio IPAD. Rischio che ho corso volentieri, perché il libro mi ha intrigata, fatto riflettere e insomma, me lo sono divorata in 2 giorni.

E’ la storia di Zanardi, un uomo che ha superato i 30 e vive come fosse un ragazzino (per sfortuna o per scelta?), come tutti i suoi coetanei che un giorno sono adolescenti e il giorno dopo si ritrovano vecchi senza che nel mezzo sia successo nulla, con una vita adulta persa a rincorrere le abitudini di  quando avevano 20 anni. Però c’è la crisi, magari proprio la crisi può diventare un’opportunità per lui e per gli ex colleghi della Nulla Spa.

E’ un po’ la storia della mia generazione, di un certo genere della mia generazione, venuto su a suon di benessere e deresponsabilizzazione in salsa anni ’80. E’ la storia di un certo genere della mia generazione che in questa città trova un luogo comodo e riparato dove mettere radici.

Ma è anche la storia di una persona che ha tutti i numeri per farcela (a scuola si direbbe “è intelligente ma non si impegna”: l’ho sempre odiata questa frase) ma che per una serie di eventi e di scelte, decide di reiterare ogni giorno la sua vita, anche se non gli piace, anche se sono giornate una dopo l’altra a timbrare cartellini assurdi, anche se sono vacanze “sempre le stesse cose”.

Poi arrivano gli anni in cui quel presunto benessere di prima lascia il posto a un benessere “da crisi” da cui non riusciamo a liberarci, un’aria depressa di cose che continuano ad andare avanti uguali. Ce la farà Zanardi a smarcarsi da un modo di vivere che gli sta stretto e non lo conduce da nessuna parte, tranne che dentro a un destino cubico come un ufficio senza finestre?

Ci meritiamo tutto è un libro da leggere, gustandosi il lessico di Danilo, che trova sempre un neologismo, un aggettivo preciso e puntuale (che uno pensa “Cavoli, era proprio così, è proprio quella la parola giusta!”) per definire un personaggio o un luogo incastrato nella memoria collettiva di questa città, ma forse di tutte le città. E’ un libro che un po’ fa ridere, un po’ fa venire voglia di andarsene, fuggire, un po’ fa venire voglia di cambiare, di fermarsi e chiedersi se ci stiamo bruciando le giornate, se siamo davvero quello che vogliamo e pensiamo di meritarci.

Perché ci meritiamo tutto, è vero, ma solo quello che ci scegliamo ogni giorno.

Se volete saperne di più su Danilo, ecco il suo sito personale e potete seguirlo anche dalle pagine de Il Fatto Quotidiano.

Danilo Masotti, Ci meritiamo tutto, Bologna, Pendragon, 2012

Avuto come: regalo dell’autore

Letto dove: Montombraro, prevalentemente di sera, su IPAD

In quanto tempo: 12 ore circa