Il coniglio Meloncello cerca casa a Bologna

Pesche, pere, tu mi fai impazzire…

I bambini di Condominio Bandiera sono in cortile: giocano a nascondino e intanto cantano, in una bella sera di inizio estate.

Luglio, Agosto, poi, poi, poi

Silvia sta per fare pace, Samy corre intorno al palazzo per cercare qualcuno che si è nascosto meglio di altri, Bea insegue la sorellina, Asam fa le linguacce a suo cugino.

Il papà di Silvia è appena tornato dal lavoro, smonta dalla moto, si toglie il casco.

La mamma gli va incontro, contenta di vederla e un po’ sudata, perché fa caldo e lei è grassottella, così fa più fatica.

Proprio mentre Stefano sta per togliersi il casco, Francesca sta per sorridere, Silvia sta per fare pace, Samy sta per vedere Asam, Asam sta per essere scoperto, Bea sta per riacciuffare sua sorella Gaia, Gaia sta per scivolare sull’asfalto, proprio in quel momento

Renzo, Lorenzo, sciuga mano asciuga

Pesche pere

Tu mi fai impazzire

 

Proprio in quel momento dalla strada.

Correndo come un pazzo.

Con le orecchie indietro.

E gli occhi rosa e tondi.

E il pelo bianco.

E le zampe grigie.

E il muso a punta.

E la coda battufolo.

Fa capolino un coniglio!

Silvia non fa più pace, Samy smette di correre, Bea stringe la mano di Gaia, Asam spalanca la bocca, Stefano rimane con il casco a mezza faccia, Francesca smette di parlare e per un attimo

nel cortile

regna il silenzio.

Silenzio

All’improvviso Samy urla fortissimo

Coniglioooooooooooo!!!!!!!!!!!!!

e tutti si mettono a correre in direzione della bestiola, che nel frattempo si è riparata sotto un’auto ferma.

Scende il Signor Calderoni che – a sentire tutte quelle urla – pensa che qualcuno gli abbia segnato la macchina con il pallone, che il Signor Calderoni è convinto che i cortili non siano dei bambini ma delle macchine parcheggiate.

Scende la Signora Anna che sta preparando il sugo e ha bisogno di un po’ di basilico.

Scendono anche i gemelli Rossi che stanno studiando per l’esame di Maturità e vengono distratti da tutto quel baccano!

E tutti si chinano, si inginocchiano, si affacciano, tutti a guardare sotto la Fiat Punto rosso amaranto dove si è rifugiato il coniglio bianco.

Il cortile si riempie di bambini che brandiscono carote come spade.

Un coniglio? In città? Ma come sarà finito qui?

borbotta il Signor Calderoni.

La Punto amaranto è la sua. Teme che il coniglio possa mordere le gomme e rovinargli i pneumatici.

Invita quindi tutti i bambini a non agitarlo troppo, fino a quando è sotto la sua auto.

La signora Anna lo trova bellissimo.

Come è bianco! Come è bello…poverino, si sarà perso!!!!

dice, profumata del suo mazzo di basilico.

E se lo avesse perso un MAGO???

squilla la voce di Silvia.

Si, magari aveva appoggiato un attimo il cappello su un prato, lui è uscito, il mago non se ne è accorto e ora si stanno cercando!

continua Samy.

Ha gli occhi rosa, si vede che è un coniglio magico!

dice Asam mentre sgranocchia la carota che dovrebbe servire a catturare l’animaletto.

Papà Stefano, che nel mondo della fantasia faceva sicuramente l’angelo degli animali perduti, incomincia a intonare un ritornello, schioccando la lingua.

Tiene nella mano una delle carote dei bambini e si inginocchia a distanza dall’auto del Signor Calderoni che,  quando il piccolo coniglio bianco esce,  è molto felice.

Il coniglio – che chiameremo Meloncello – si avvicina cauto e tremolino alla mano di papà Stefano, afferra la carota e papà Stefano afferra il coniglio.

I bambini, con il respiro bloccato in attesa di prendere il coniglio, appena è in braccio a papà Stefano esultano, saltano, si agitano.

“Posso prenderlo?” “No, prima io” “No io! Quello è il mio papà” “No io! Sono il primo che ha visto il coniglio!!!!” “Io che sono la più piccola” “Io che sono il più grande!” Io che una volta ho accarezzato un coniglio e so come si fa”.

E mentre il coniglio passa da bambino a bambino, in un profluvio di carezze, all’improvviso,  nell’aria si vede volteggiare un cappello.

E’ un cilindro nero come quello che indossano i maghi.

Gaia punta il dito verso il cielo e indica lo strano uccello agli amici.

Tutti quelli che prima avevano gli occhi puntati in giù, sotto la macchina, ora hanno gli occhi puntati in su, verso il cielo.

Il cappello sta scendendo, ondeggiante, sull’asfalto del cortile condominiale.

Si appoggia proprio di fianco alla piccola Silvia, mentre tiene in braccio il coniglio.

A bocca spalancata Bea tira fuori dal cilindro un foglio di carta e comincia a leggere quello che ci è scritto sopra:

Mio caro coniglio bianco,

sono dovuto tornare alla città dei maghi che avevo un appuntamento importante con Mangiafuoco.

Ti ho tanto cercato, ma purtroppo stavo facendo tardi e come tu sai, il treno della magia passa solo una volta ogni 100 anni.

A malincuore ti ho dovuto lasciare, ma sono sicuro che troverai chi ti vuole bene: un bambino, una famiglia, una ballerina, un imbianchino, un dottore, una commercialista, un barista o un trapezista, la donna cannone, un bidello d’asilo o un nonno senza nipoti. Una nonna che fa il ragù, un giovane laureato, la mamma che aspetta il bambino e il bambino che coccola la mamma.

Sono sicuro che un po’ della tua magia entrerà in una casa di questa città e quando tra 100 anni tornerò per il mio prossimo spettacolo di magia, potremo ritrovarci, tu mi presenterai i tuoi amici, io ti presenterò i miei.

Ti lascio il tuo cappello, che ti faccia buona compagnia! Scappo che il treno parte.

Tuo affezionatissimo Mago Caracolla

 Questa è la storia di come il coniglio Meloncello è arrivato a Bologna, vicino allo Stadio.

Ora lui cerca una casa.

Se sei un bambino, una bambina, una mamma o un papà, un trapezista o la donna cannone, un commercialista o il bidello della scuola, un idraulico o un elettricista, una musicista o una ballerina, un barista o una nonna che fa il ragù, un nonno senza nipoti o una mamma in attesa, se sei questa o altre cose, ma soprattutto se hai voglia di prenderti cura di un coniglio speciale, in attesa che il Mago Caracolla venga a trovare Meloncello,