Il topino dei denti beve la grappa

Frollina ha finalmente perso il dente davanti. Ora mette in mostra un’enorme finestra di cui va giustamente orgogliosa. Ha scoperto che con questo look, la sua interpretazione di una piratessa cattiva riesce alla perfezione e quel piccolo difetto di pronuncia regalatole dalla lingua che non riesce a battere nelle dentali le piace un sacco.

Poi, oltre a questi indubbi vantaggi di immagine, c’è quel piccolo vantaggio economico che ha un suo perché. L’arrivo del topino, infatti, per tutti i bambini è sempre fonte di gioia e lucro, cose che – siamo umani – piacciono già a sette anni.

Le quotazioni del topino di casa Panzallaria sono di 2 euro al pezzo. Forse, nel mondo, ci sono topini più generosi, ma il nostro è uno che pensa che sia meglio non esagerare, che poi quando il soggetto cresce e comincia a chiedere la paghetta, può essere che ripensi al valore dei suoi denti e si accontenti più difficilmente.

Martedì abbiamo messo il dentino sotto al cuscino. Dentro a una busta trasparente, perché non andasse perso. Quando il topino è arrivato, Tino ed io eravamo ancora svegli e abbiamo notato subito che aveva un atteggiamento un po’ strano.

Prima di tutto oscillava sulle zampette e poi, diciamolo, emanava un odore alcolico inconfondibile. Era sicuramente andato a farsi un cicchetto con i suoi amici topi prima di passare a casa nostra. Forse un aperitivo, non lo sappiamo.

Vero è che non si era portato dietro la scorta di monete, non aveva tasche ed era davvero a secco. Ci ha chiesto un prestito ma una moneta da 2 euro non si trovava da nessuna parte.

Non si trovava nelle tasche delle nostre giacche. Non si trovava negli zaini e nemmeno nelle borse. Abbiamo ravanato perfino in qualche pantalone estivo.

Niente.

Non c’era una moneta da 2 euro in casa nemmeno a pregarla in ginocchio.

Al topino allora è venuta un’idea sordida. Talmente cattiva che un po’ mi vergogno a raccontarla su questo blog, che alla fine della fiera è un posto serio. Anzi: serissimo.

Comunque. Non è colpa nostra. E’ stata tutta farina del suo sacco.

Il topino ha visto il grasso e rosa porcellino della Frollina, il suo salvadanaio e gli è venuta l’idea di chiedere un prestito a lui.

Non si fa, gli abbiamo detto.

Questa è truffa, abbiamo pensato.

Caro topino, così ti potrebbero incriminare!

Eppure era l’unica soluzione, nel cuore di una notte buia e tempestosa, per non lasciare la bambina a bocca asciutta.

Ci siamo fatti da parte,  lui ha sventrato il maiale e ne ha tirato fuori una bella e luccicante moneta, mentre noi scuotevamo la testa per il disappunto.

Il topino ha detto poi torno, poi rimetto a posto tutto, se volete vi lascio anche un documento per sicurezza, ma dovete fidarvi!
A quel punto si è messo a cercare sotto il cuscino.

Per lo scambio dentario.

Ma la Frollina, che di notte sembra preda del fantasma del frullatore della bisnonna, aveva scombinato talmente le carte in tavola e i cuscini sul letto che il povero topino  – già provato dalla sua serata alcolica – non è riuscito a cavarci un ragno dal buco.

Il dente non si trovava, fagocitato dai movimenti onirici di questa anima santa.

Lei sentiva i suoi baffi contro la guancia e stava quasi per svegliarsi. Ma lo sapete, la prima regola dei topini è che nessun bambino deve vedere i topini.

Poi secondo me stava accusando la sbornia. Non poteva rimanere a casa nostra ancora a lungo.

Insomma, per farla breve, quell’avinazzato del nostro topino ha deciso di lasciare il soldino (rubato nottetempo alla bambina), senza prendere il suo malloppo.

Le ha lasciato una lettera (scritta davvero male, bisogna dirlo, testimonianza della scarsa cultura di questo roditore) e le ha chiesto di lasciare il dente in un posto sicuro, che sarebbe tornato la notte successiva.

Così è stato.

La notte dopo è passato di nuovo, con un bel paio di occhialoni da sole per nascondere le occhiaie dei suoi tanti bagordi.

Ha preso ciò per cui era venuto e ci ha avvisato che per un po’ rimarrà fuori zona. I suoi amici infatti, preoccupati per le sue mattane, lo hanno iscritto a un percorso – obbligatorio per qualsiasi animale deputato alla felicità infantile – di disintossicazione in un centro di recupero per roditori alcolisti.

Io non lo so, ma proprio un topino di questo genere ci doveva capitare?