Il lago dei cigni

C’era una volta una principessa di nome Esperia. Abitava ai margini di un bellissimo lago e tutte le mattine andava a correre per tenersi in forma e smaltire tutti i grassi insaturi che trangugiava durante le cene di Palazzo. Un giorno Esperia conobbe Peter, un bel principe che anche lui correva per analoghe questioni.

Si misero a chiacchierare e scoprirono di avere molte cose in comune: a entrambi piaceva leggere, andare al cinema e viaggiare. Più chiacchieravano, più diventavano prima amici e poi innamorati.

Però Peter piaceva anche alla strega Rantolina.

Rantolina era una strega mooolto malvagia e antipatica che abitava nel bosco. Era talmente piena di rabbia che ogni volta che tossiva (e succedeva spesso perché fumava come una turca) palline di rabbia uscivano dalla sua bocca e si depositavano nel mondo.

Rantolina decise che doveva liberarsi di Esperia e si chiuse nella sua casetta, in mezzo al bosco, a preparare una pozione.

La ricetta della pozione di Rantolina prevedeva di prendere 2 etti di lingue di topo albino, 4 grammi di calzini sporchi della Frollina, 8 orecchie di pipistrello nano, una caccola secca di minotauro, buttarli nel pentolone e mescolare portando a ebollizione.

Si raccomandava di non smettere mai di mescolare financo non si fossero sciolti tutti i grumi.

Quando Rantolina ebbe pronta la pozione, aspetto che Esperia passasse, durante la sua quotidiana corsa e – travestita da innocua e dolce vecchietta – le disse:

“Esperia cara, oggi fa molto caldo! Perché non provi questo integratore salino dal gusto raffinato e gli ingredienti genuini?”

Esperia non se lo fece ridire due volte e visto che stava sudando come una porcellina, ingollo l’oscuro beverone senza capire che avrebbe segnato la sua tragedia.

Le si annebbiò la vista e cominciò a girarle la testa. La principessa si guardo le braccia che si stavano trasformando in piume e in ali e – senza capire come – si ritrovò al centro del lago.

Rantolina l’aveva trasformata in un cigno!

Esperia provava a parlare ma le uscivano solo dei “qua, qua, qua” di uccello che non riusciva a dominare. Era disperata! Come avrebbe fatto a rivedere il Principe Peter?

Lui, d’altronde, non si faceva una ragione del fatto che fosse sparita. Tutti i giorni andava a correre lungo il sentiero usuale e sperava sempre di vederla spuntare, inguainata nella sua tuta  Quechua.

E invece si trovò a correre vicino a una noiosissima Rantolina che, per l’occasione si era tutta tirata, sprimacciata, ripulita, panterata e siliconata. Rantolina però non era affatto all’altezza intellettuale di Esperia.

Per lei esistevano solo le feste principesche, i cavalli bianchi e i reami sfavillanti. Un rossetto valeva più di un viaggio e quella tosse insistente era perfin fastidiosa.

Poi diciamolo: il cuore di Peter era ormai rapito dalla bella Esperia.

La principessa, sotto forma di cigno, un giorno si presentò sul sentiero, mentre lui correva e cominciò a cantare (che i cigni sono degli esperti) al punto da attirare l’attenzione di Peter. Egli guardò questo splendido animale e riconobbe gli occhi della sua amata.

Si invecchia, si cambia, si cresce. Gli occhi rimangono sempre gli stessi. Se si ama una persona, i suoi occhi non mentono. O almeno così dicono i Baci Perugina.

Peter capì allora che la sua bella era vittima di un incantesimo e la prese in braccio e baciò sul becco arancione, sciogliendo il perfido prodigio.

Esperia tornò donna e corse al collo del suo amato, piangente e felice insieme.

“E’ stata Rantolina!” spiò subito lei. “Si è innamorata di te e vuole a tutti i costi averti!”

Peter decise allora di rivolgersi al suo amico, il Mago Merluzzo, perché desse una bella lezione alla strega.

Il Mago Merluzzo, oltre a risolvere infinite questioni grazie alla magia buona che aveva appreso (era l’unico nel Reame che riusciva a tramutare le suocere in esseri dolci, sensibili e poco critici), si occupava anche di “punire” gli stregoni e le streghe cattive.

Li trasformava in pesci, allorché ne combinavano delle grosse,  e li spediva in giro per i mari del mondo a ripopolare le zone che avevano patito disastri ambientali o erano solo un po’ inquinate. Per questo i Media amavano chiamarlo “il mago ecologico”.

Merluzzo andò subito a cercare Rantolina e quando la ebbe trovata le disse che avrebbe pagato il fio delle sue azioni a CasalBorsetti, sotto forma di Polipo. Rantolina, a sentir questa minaccia, si spaventò moltissimo. Non solo perché lei non sapeva nemmeno nuotare, ma anche perché nello stesso posto, 100 anni prima, Mago Merluzzo aveva esiliato sua sorella Broncovaleas – trasformata in totano – con cui non andava affatto d’accordo.

“Ti prego Merluzzo! Farò tutto quello che vuoi…” supplicò Rantolina.

Merluzzo ci pensò un po’ su poi decise che tutti hanno diritto a una seconda possibilità e costrinse Rantolina a un mese di servizi socialmente utili presso il suo laboratorio, dove avrebbe fatto la stagista non pagata e provveduto a imparare la nobile arte della magia bianca.

Se al termine del mese la sua sfera magica l’avesse giudicata sinceramente pentita, Rantolina poteva evitare l’esilio tentacolare e tornare ai suoi affari.

A patto di lasciar perdere Esperia, Peter e le rive dei laghi.

I due principi, ovviamente, vissero felici e contenti. Smisero di correre lungo il lago e si amarono – fuori forma – tutta la vita!

Ringrazio l’amica Paola, mamma di Marta, che con il suo racconto sul lago dei cigni, ha ispirato questa mia favola che è diventata parte del repertorio serale per Frollina!

1 commento

I commenti sono chiusi.