Criptofilosofia dei poveracci

La vita è nascosta nelle pieghe. Negli angoli che pulisci di rado perché non è mica facile arrivarci, negli anfratti che a volte non ti accorgi nemmeno che siano lì.

La vita sta tra un post e l’altro, tra un ricordo e un momento vissuto, tra un sorriso e una lacrima e un nuovo sorriso.

La vita sta nel non detto, fuori dagli scatoloni che non apri da anni per conservare diari e pezzi di esistenza; sta fuori dai blog, nello scorrere veloce dei momenti che passano e tu tenti di fermare ma non si fermano mica, anche se li scrivi, anche se li racconti, anche se li ridi.

La vita sta nelle scelte: in quelle buone e in quelle di cui ti penti ma tanto ormai è fatta. Perché sono le scelte che fanno la vita, che ti aiutano a camminare e ti impediscono di stare nell’angolo a guardarla e basta la vita.

Che a guardarla la vita è sempre vita degli altri, mentre a viverla forse fai peccato ma almeno ci stai dentro e non sprechi quel dna che ti rende unico e irripetibile.

La vita nei racconti diventa ricca, piena di personaggi, piena di storie. Se la racconti bene la vita è un libro che vorresti leggere e allora anche quando non è proprio che la vita vada benissimo, non è proprio che tutto giri al meglio, a raccontarla puoi sempre sperare che si volti pagina e che inizi un nuovo capitolo.

Perché la vita è nelle coste del libro. Si annida con la polvere proprio lì dove metti il segnalibro. Il resto è percezione, il resto è narrativa.

Per questo scrivo. Perché mi piace la narrativa e mi aiuta a vivere. Perché a narrarli, questi frammenti di vita che diventano parola e non sono più la mia vita, tendono un ponte tra due punti, un ponte che va da un campo di fiori a una distesa di mare.

E io sto bene anche quando non sto bene.

5 commenti
  1. Sabrina dice:

    Bellissimo… come mi ritrovo in queste parole!
    Quando siete in ordine io e Alessia vi raggiungiamo al parco o per un gelato o dove volete insomma, adesso che siamo bici munite non ci ferma più nessuno!

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