Giornate No

dal cast di Ratman
Le mie giornate no, come quella di oggi, cominciano fin dal mattino.
Mi sveglio che magari ho fatto un brutto sogno; uno di quelli che ti rimangono incollati addosso per ore, con odori e sensazioni, ricordi di una vita che ti sembra di aver vissuto su una dimensione parallela, con mostri e rospi che non sai digerire.

Mi sveglio e sono acida come uno yogurt scaduto: meglio starmi lontani. Meglio lasciarmi la mia oretta post traumatica, per leggere Rat Man e sorseggiare il mio caffè.

E se le cose vanno come dico io, che nessuno si mette in mezzo e riesco a sbollire i cattivi pensieri, allora forse c’è qualche vana speranza di miglioramento.

Ma ci sono giorni, come oggi, che capita una cosa – per esempio una telefonata – e allora addio lenta ripresa. Vengo catafiondata in sindrome pre-emme ed è meglio starmi lontano!

Ci sono giorni che mi sento l’Incompreso con tutto il mondo che si accanisce su Panzallaria, tenera, piccola cicciona buona.

Oggi sono salita in auto, per andare nel mio ufficietto, che ero lo specchio della negatività. Non ho nemmeno sorriso a Omar, il mio amico del semaforo a cui tutte le mattine lascio la gabella in cambio di vetri tra i più splendenti in Italia!.

Devo avere un aspetto grigio in giorni come questi, anche se venerdì sono andata dal parrucchiere che ha rivoluzionato il mio look e ho perso 10 Kili (che comincio a sentirmi moooolto meglio).

Ho tentato, inutilmente, di mascherare la mia grigia negatività con un po’ di trucco, ma sono riuscita solo a sembrare una Panzallaria incazzosa ma molto curata.

Giornate come queste non fanno bene al mio stomaco: mi macino dentro tante cose a cui di solito cerco di non pensare e non c’è verso di fare per bene quel che devo fare.

Arrivata all’ufficietto, naturalmente ci sono le pesche giornaliere da gestire: in giorni come oggi – un po’ il mio sabato 12 (vedi in Rat man) – odio tutti e soprattutto quelli che normalmente trovo insopportabili e ingiusti, diventano ancora più insopportabili e molto più ingiusti.
Devo tenere a freno la lingua nei miei sabato 12, perché rischio di farla fuori dal vaso e di buttare in faccia a chi so io tutto il mio disprezzo.

Devo stare calma per non accettare le provocazioni e fare spallucce di chi, con il rancore, ci campa.
Non è facile.
Soprattutto con certa gente.

In giorni come questi vorrei piangere, ma non nel mio lettuccio caldo, ma su una bella spiaggia della Sardegna, che se mi passa mi posso snatrazzare un po’ in un bel mare.

In giorni come questi penso a tante cose: a quello che vorrei cambiare in me e nella mia vita, alle persone che mi hanno deluso e a quelle che ho deluso io.

In giorni come questi vorrei proprio essere diversa, ma non saprei nemmeno come.
E nei momenti topici di ‘ste giornate, penso alle cose che non ho detto, alle persone che mi fanno (o hanno fatto) male e a cui l’ho lasciato fare per non so quale ragione affettiva.

Penso ai legami che credevo fossero forti e si sono rivelati acqua sporca e da buttare nel cesso, ma che invece sono ancora lì a stagnare…

In giorni come questi devo concentrarmi, con tutte le mie forze, su qualcosa di tangibile, qualcosa che possa farmi stare bene per un momento: un lavoro ben fatto, un buon libro da leggere o i piatti nel secchiaio da evadere.

Perché mi fa star meglio lavare i piatti e mettere a posto la casa in genere, mi tranquillizza e mi fa sentire la vita sotto controllo.

Poi scopro che è morta la mia vicina rognosa, la mamma del maraglio di periferia, e mi ritrovo a dispiacermi per una persona che manco conoscevo e che mi ha costretta a notti insonni…

In giorni come questi Tino non dovrebbe prendersi un permesso pomeridiano, perché lo so che lo spellerò vivo per qualsiasi cosa dirà. E invece Tino lo fa, si prende il permesso per la riunione di condominio e si ritrova biondo perché gli urlo in faccia bestialità, per cause che non ricordo nemmeno più.

Dovrebbero creare delle oasi protette in ogni città, dove accogliere tutti quelli che hanno un sabato 12 quel giorno lì. Oasi di silenzio, di pace e raccoglimento spirituale, ma anche con qualche povero cristo (magari qualcuno che c’ha da scontare una grossa pena) sul quale accanirsi liberamente per sciogliere la tensione…

Per fortuna stasera posso mangiare le uova che mi piacciono tanto.
Per fortuna, dopo sabato 12 viene domenica 13….

3 commenti
  1. Carlock dice:

    .. ma veramente è venerdì 12, non sabato…

    E con questo, o mi sono candidato come (secondo) poveraccio su cui scaricare la tensione (anche se non credo di avere da scontare molte grosse pene), oppure ti ho metaforizzato in strana maniera che hai sbagliato giorno, ossia che non è così storto e grigio e caccoso come pensavi.
    (Ma magari, visto il tuo umore, potresti anche pensare che domani sarà peggio… ahia, credo che così si ricada nella prima eventualità sopra riportata…)

  2. Panzallaria dice:

    Metaforizzato lo dici poi a tua sorella!!!!

    arrrrrrrrrrrrrrrgggggggg

    per fortuna c’è la pompinouse a tirarmi su il morale perché se fosse per gli amici che stanno lì a puntualizzare, tze!!!

  3. Adele dice:

    :-* Per tirarti, su una citazione da Jean Claude Izzo a cui mi hai fatto pensare nel pezzo sulla sardegna:” Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice”

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