La catena del cesso

Sono stata da una cliente venerdì, che è una riflessologa e vuole farsi un po’ di promozione sul web con un piccolo e sito e ha bisogno di qualcuno che le scriva i testi per una brouchure.

Ero molto professionale e molto precisa nel raccontare tutti i servizi che le posso offrire, nel parlarle della mia “filosofia di lavoro” e blablabla.

Mi ha offerto un the mentre chiacchieravamo, e poi mi ha fatto assaggiare anche una tisana di sua creazione.

Ci avevo messo un’ora e mezza ad arrivare, perché sta dall’altra parte del mio mondo, perché c’era la fiera e la tangenziale era murata, perché sono lenta in macchina e anche un po’ rincoglionita;
inoltre, come voi fidi lettori e amici sapete, mi sto sparando un sacco di acqua più per la dieta (il più sta per “tarassaco e betulla”) e la vescica è spesso piena che mi sento un colino da brodo.

Insomma, per farvela breve, dopo 2 ore di incontro c’avevo un gran bisogno di pisciare, prima di rientrare alla mia dimora…

Sono andata al bagno e ho goduto della liberazione liquida a cui – come in un’ascesa mistica – mi sono potuta abbandonare.

Dopo averne fatta 2 litri è venuto il momento di tirar l’acqua e lasciar scendere liberi nelle fogne i miei liquidi …

Non c’era la catena del cesso!!! ho cominciato a guardarmi in giro per il bagno e non la trovavo proprio. Ho provato a schiacciare le piastrelle circostanti, sperando in una casa postmoderna con lo scarico a terra, ho provato a spostare soprammobili, vestiti stesi e asciugamani piegati, ma niente.

Molto professionalmente e con il miglior sorriso di circostanza ho dovuto chiedere aiuto alla mia cliente, ribadendo a me stessa un concetto ormai chiaro alla sottoscritta: non diventerò mai una supergnocca imprenditrice, ma di sicuro faccio ridere e sollevo la giornata….

4 commenti
  1. Carlock dice:

    sulla mia nave, in questi casi, si riempie un secchio o un catino con acqua e via giù..

I commenti sono chiusi.