Il parco giochi

Sono stata a fare una passeggiata nel regno della maternità, nel paradiso dell’infanzia, nello stato dei balocchi: i giardini pubblici.

C’erano mamme e infanti di tutte le misure, di tutte le età e di ogni genere. C’erano bimbi biondi e principeschi, mischiati a bimbe brune e spellacchiate, mamme con carrozzine, passeggini, marsupi canguroidi, pance flaccide post-partum e fisici da pin up. C’erano donne incinte in quantità, con figli sulle altalene, che ho pensato “allora non deve essere così male, se qualcuna ha il coraggio di rifarlo”.

E c’erano giochi di ogni tipo: ipertecnologici, meccani in legno, pupazzi, bambole, cucine da campo, palle e animali schiavizzati dalla creatura.

Nell’aria risuonavano gli uccellini e i gorgogli incomprensibili di nani in tenuta da primavera.
E le mamme attente, con l’occhio vigile, chi a chiacchierar con la compagna di panchina, chi a non staccar la pupilla, apprensiva, dal nanetto in corsa…

Proprio un parco giochi di madre natura: tante stazze, tanti caratteri, un piccolo parlamento in miniatura, dove tutti a litigar per conquistare il proprio posto al sole, il proprio momento di gloria sull’altalena. Un crogiolo di varia umanità: bimbi neri, bimbi arabi, bimbi belli, bimbi brutti, bimbi tontoloni e furbacchioni, adulti in miniatura che prendon confidenza con la vita, le ingiustizie e la convivialità.

E in mezzo a tutto questo una Panzallaria che per la prima volta guarda tutto attentamente (mai messo piede prima in un parco giochi, tranne quando facevo la baby sitter e venivo pagata per farlo!) che per la prima volta pensa “oddio e se viene fuori così” guardando quello brutto, oppure “guarda che carina, sembra proprio simpatica quella nana femmina…”

Una Panzallaria che continua a dimagrire, per cui è difficile accorgersi della differenza da un mese fa, per il momento.

Una Panzallaria che ancora non ci crede e spera, seriamente, che questo cazzo di istintomaterno di cui si sente tanto parlare, prima o poi la illumini di conoscenza infusa, perché al momento si sente più nana di sti nani di fronte a questa svolta della vita.

5 commenti
  1. Anonymous dice:

    Se cominci a pensare “Dio ti prego non come quello lì”, prevedo una serena gravidanza 😛
    Se non la pianti ti faccio portare ad una riunione dei Giovani Azzurri di Forza Italia. E poi vediamo (pago uno anche per chiamarti “Mamma!” a tradimento).
    Iorek

  2. Panzallaria dice:

    Noooo la riunione dei giovani forzisti nooooooooooo!!!!!!!!!!

    e se viene fuori brutto e forzista?????

    😉

    tra un po’ il loop mi passa; giuro!

  3. Broke dice:

    dai piccola, io ho passato nove mesi ( la prima volta) a cercare l’istinto materno e ti giuro non lo trovavo da nessuna parte!! andavo al corso di preparazione al parto e vedevo queste donne accarezzarsi la pancia e parlare del loro bambino con aria trasognata…io lo chiamavo piccolo alien…frustrante e terrorizzante. cazzo e se quando fosse nato ( sapevo già che era femmina, ma il mio distacco dalla realtà, oltre a impedirmi di credere che VERAMENTE stavo per fare un bambino, era tale che mi impediva di parlarne al femminile) non sarei stata capace di volergli bene???
    e poi è nata e l’ho guardata e lei mi ha guardata ( dicono che non vedono, ma che ne sanno???)ed era calda, viola, morbida e bagnata e l’ho amata. subito. immediatamente. l’emozione più sconvolgente, violenta e bella della mia vita. ancora adesso. non ci sono amori, sesso o droghe che gli si avvicinano neanche lontanamente. e quando l’hanno portata via ( sai, bagnetto, cannuccia nel naso, quelle cose lì)è stato terribile, ed esisteva solo da un quarto d’ora :)))
    i bambini sono una gran bella storia :)))

    Broke

  4. talkingfish dice:

    Suvvia, per l’istinto materno c’è tempo. E al limite, visto che il pargolo nascerà nei pressi delle festività natalizie, si può richiedere un aiuto direttamente allo Spirito Santo: che mandi un po’ di magi (al limite vanno benissimo gli imbianchini rumeni che ho di fronte a casa in questo momento) con un qualche buono per una fornitura annuale di pannoloni, una culla broccata d’oro e qualche gioco per il pupo – oro, incenso e mirra è un trinomio sin troppo abusato: i tempi cambiano, tocca pure a loro modernizzarsi, no? – così la gioia del parto sarà assicurata.

    😛

  5. Ro dice:

    Cara panzallaria,
    da un po’ di tempo non seguivo un po’ il tuo blog… per vie traverse ho saputo della tua gravidanza… dovrei sgridare tino che non mi dice nulla di questa cosa meravigliosa!!
    Tanti tanti tanti in bocca al lupo!
    Ro

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