Bravi!


Ieri sera, malgrado a me del calcio non me ne freghi un accidente, coinvolta dall’atmosfera che non esentava nessuno sullo stivale, ho visto anche io la partita. E – sempre malgrado la somma ignoranza che mi contraddistingua – l’ho trovata molto bella. Hanno giocato tutti bene, soprattutto la squadra azzurra. Ma a me piacevano i nomi dei giocatori tedeschi. Quello che si chiama “torta al cioccolato e cacca”, Podoski, e Sboroski e gli altri, che mancavano solo Svaroscki e Radinzki…

L’Italia ha vinto, scatenando le urla xenofobe del quartiere, ha vinto in un modo storico, con quei due gol che ormai tutti ci aspettavamo i rigori.

Del Piero e il suo uccellino hanno potuto chiudere in bellezza e Prodi si è potuto sentire un po’ Pertini, mentre Buffon, santificato dal popolo, ha potuto polemizzare con “i troppi processi italiani”, aggiungendo una nota buonistico-italiana alla festa nazionale.

I tedeschi in campo e fuori piangevano la sconfitta in casa, gli italiani tiravan fuori le bandiere che si ricordano di avere solo ogni 4 anni, per rispolverare il proprio spirito patriottico.

Io ero a tratti contenta a tratti a disagio.
Perché non è possibile che nel nostro paese festeggiamo SOLO per il calcio, ci infervoriamo e crediamo SOLO nel calcio.

Perché tanta gente, tanta gente di estrazione varia e di età differente, la trovi solo a bordo campo. Chiedile di lottare per un ideale, per un motivo che ritiene giusto e ti risponderà che l’unica cosa in cui crede è “il pallò”!!!!

Perché alle varie manifestazioni di piazza contro la guerra non ho mai visto tanta partecipazione, perché quando c’era da votare per cose importanti si preferiva andare al mare, perché questo sabba ha qualcosa di ancestralmente bello ma di fottutamente perverso.

Mi sarei sinceramente unita ai festeggiamenti se la partecipazione non fosse proprietà esclusiva del calcio e dei suoi (per me) misteri.

Ma non è così. Con un senso di rivalsa dalle sconfitte degli ultimi anni e dagli sberleffi stranieri, questo mondiale ha risvegliato una bella italianità, un’unione di squadra, un sentimento popolare che credevo ormai sepolto sotto i vari reality, chatline e play station. E invece no. C’è ancora.
E questo mi fa ancora più rabbia. Perché sono solo questi i validi motivi per farlo vivere.

Però, nel mio piccolo, devo dire che la partita è stata sinceramente bella e il finale ha regalato anche a me grandi emozioni…soprattutto quando il mio dirimpettaio troglo (il tossico urlatore) è uscito in terrazza in mutande, urlando ” tedeschi di mmmmerrd…(bip!)”!!!!!!!!!!!!!

Viva l’Italia, l’Italia liberata…..

1 commento
  1. Cap. Carlock dice:

    il calcio è l’oppio dei popoli, altroché;
    a me piace ogni tanto vedere qualche partita importante, o bella, ma – mi sbilancio – ritengo che i festeggiamenti parossistici e oltremodo e in ogni senso inquinanti siano opera di un branco di imbecilli (moltissimi, invero, in percentuale..)

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