Buonanotte

Finalmente è arrivata la notte e si è calmata – almeno un po’ – la canicola.
Sono in casa da sola. Tino è ad Ascoli Piceno in missione per il lavoro. Pensandoci non sono proprio sola: con me ci sono i gatti e Frollina.

I gatti stanno lentamente uscendo dallo stato larvale dovuto al caldo, che li ha tenuti tutti il giorno spaparazzati sul letto a dormire. Io pure. Frollina, nel pomeriggio, ha accennato qualche movimento sfarfalloso e poi si è rimessa buona. Spero che con questo caldo anche il mare in cui lei nuota non si sia trasformato in una brodaglia. Faccio fatica a fare qualsiasi cosa. Dovrei lavorare, almeno un po’, pianificare il mio futuro, fare alcuni preventivi. Non ho forze. Sono dovuta andare in centro a mezzogiorno. Credevo di sciogliermi. Sentivo il respiro affannoso e la pancia mi pesava più del solito.

Tornata a casa ho dormito pesantemente, con la testa che mi scoppiava.
Ho sognato di essere a casa della mia amica Adele e di fare indigestione di cioccolata.
Mi sono svegliata e ho mangiato un gelato che Tino aveva messo in frigo.

Mi manca Tino.
Lo so, sono solo 3 giorni, ma mi manca. Ho vissuto tanti anni da sola e ora mi rendo conto che non è la stessa cosa senza di lui. Un tempo amavo la mia solitudine e facevo fatica a condividere i miei spazi. Ora, senza Tino, è come se gli spazi fossero immensi e vuoti.

Però è bello dopo 5 anni e mezzo dirsi le paroline al telefono. Sapere che anche per lui vedere posti nuovi senza di me è diverso. Come capitava a me quando abitavo a Milano e poi a Torino e facevamo i pendolari dell’amore.
Come capitava a me quando ero fuori per lavoro.

Che ti viene un groppo allo stomaco e dici “questo posto a lui piacerebbe un sacco”. Qui ci potremmo prendere un bel caffè e dare qualche bacino.

E poi – per la prima volta – sono io che resto a casa. Per la prima volta sono io che accompagno lui alla stazione e lo vedo, frenetico, fare la borsa, agitarsi per la prima trasferta del nuovo lavoro.

Correre al treno velocemente, con la paura di perderlo. Per poi ricevere una telefonata – qualche minuto dopo – di lui che ride perché si è sbagliato, e il treno partiva 40 minuti dopo.

Telefonare durante il viaggio e sapere che si è rotta l’aria condizionata sul treno. Sapere che ha mangiato da solo in un bel localino della città.
Per la prima volta sono io che resto.

E penso che in fondo, tra me e Tino le cose si sono sempre coordinate bene. Perché io mi sono laureata per prima e poi c’è stato il Master e poi c’è stato il lavoro a Torino. Intanto lui preparava la Tesi ed era un po’ più fermo.

Poi io ho ingranato con il lavoro, siamo andati a vivere insieme, e lui si è laureato e ha fatto il suo Master.

E mentre io dovevo lavorare molto, lui era più tranquillo.
Ora io sono in una fase un po’ più “morta” e lui sta ingranando e deve impegnarsi molto.

Va bene così; perché si può sempre guardare all’altro come ad un esempio positivo o per essergli d’esempio positivo.
Perché possiamo capire i momenti, quelli in cui c’è da correre e quelli in cui ti senti un po’ impantanato.

Io ora sono quella – professionalmente – un po’ impantanata. Ma ci sono altre robe. E la mia vita è sempre stata così: un su e giù. Un momento iperattivo e un altro in cui non so bene da che parte girarmi.

E poi ora c’è Frollina; e il mio futuro è incerto, perché non sarà mai più simile al passato. Perché non ho parametri e ora ho anche troppe poche energie per pensarci e fare progetti a lunga scadenza.

Perché non so ancora cosa voglia dire essere madre; perché il lavoro – da tanti anni mia priorità – oggi ha contorni più sfumati, non sono più così certa che stia nella top teen del mio cuore…

Ma si cambia. Ogni giorno. E va bene così. Magari cambio in peggio, non lo so. Ma ci sto passando in mezzo e i giudizi li rimando a tra un po’ di tempo, quando potrò guardare tutto dall’alto.

Vado a dormire.
Con Frollina e con i due gatti scemi che – in questa stagione – assomigliano più a tappetini per il muose pelosi che a esseri viventi.

Dormite bene. Godetevi il fresco.
Che domani si ricomincia.

3 commenti
  1. Turtlein dice:

    Bella la grafica.
    Ciao anch’io sono a dieta. Scopo: procreazione.
    Sono arrivata qui tramite grassa e bella.
    Il mio blog è ancora in costruzione, però se passi a farmi un saluto mi fa piacere…
    bacioni
    Turtlèin

  2. lemoni dice:

    Ciao Pansè,
    ti faccio un pò di compagnia anche se Frollina e i gattoni sono una pesante presenza (inteso proprio in etti,eh?).
    Ti posso dire che si può essere mamme ed ingranare con il lavoro e ritenerlo una parte importante della propria vita.
    Certo…preparati a vivere passate di sensi di colpa come quando c’hai le passate di mal di pancia -un attcco,sudarella fredda poi passa…e poi ricomincia- così sempre;però poi c’è il papà che ci aiuta.Quando tu stai lavorando,la prende lui su e la fa ridere o le costruisce una bella torre di mattoncini e così tu ridi e ti senti più leggera e ti dici è la vita…si lavora, si tromba,si procrea,si smadonna per le difficoltà,si aritromba e si fà un altro frollino perchè ci si è preso gusto e perchè lo hanno fatto miliardi di persone prima di noi e non è che invece noi siamo speciali…
    Ti ripeto, me lo sento, che Frollina non vi ha scelto a caso tu e Tino siete perfetti per lei
    E io vi adoro, pur non conoscendovi personalmente ma questo, in questo mondo moderno, è solo un dettaglio!
    Baci
    Gra

  3. Turtlein dice:

    Grassie per essere passata, ho visto il tuo commento. Purtroppo anche a me il lavoro va a rilento.
    Non che facessi un lavoro di alto livello, soprattutto pagine web vetrina, qualche animazioncina flesc, la giffettina “new” lampeggiante… ‘somma uno squallore…
    Adesso con la moda dei blog nessuno vuole più un sito tradizionale, non so se capita anche a te…
    Tutti volere bloggare, e soprattutto gratis. Anche l’ortofrutta di poggio renatico, il mio cliente target.
    Così ho tanto tempo per il cazzeggio e sto seriamente pensando di trovarmi un lavoro serio. Scriverò qualcosa sul cazzeggio selvaggio, attività fisica per cui, senza falsa modestia, posso dire di detenere (si dice così?) il guinness dei primati.

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