Depressione preparto

Tutti parlano della depressione post parto ma io credo che esista anche quella pre.
Perché penso di soffrirne e penso di averla attaccata anche a Tino.

E’ un periodo durissimo.
Forse siamo solo stanchi. Ma tra la gattina ( che ora sta abbastanza bene e si sta riprendendo con quella velocità pazzesca tipica dei gatti!), mio suocero che è stato operato e tutti i cambiamenti della vita, siamo stressati.

A ben guardare forse il problema vero è la paura.

Paura di non essere all’altezza di un figlio.
Paura che la vita cambi in un modo che non ci piace e che ci facciamo trascinare in un vortice che non ci appartiene.
Paura del fattore economico: perché io sto lavorando molto poco e il carico è tutto sulle spalle di Tino.

Mi vergogno un po’ ad ammettere di avere paura: un figlio dovrebbe essere un miracolo di gioia, ma è così, anche così.

Ci sono momenti della giornata in cui mi si stringono le chiappe, dal gran che mi sento inadeguata.
Questo, unito al fatto che mi sento completamente inutile dal punto di vista professionale, ingenera in me degli stati di ansia che mi fanno arrabbiare ancora di più.
Perché poi mi sento in colpa nei confronti di Frollina. Perché poi so che non le fa bene la mia tensione fisica ed emotiva.

E Tino è un cencio. Nuovo lavoro = molte responsabilità, molta paura che non vada bene.
Nuovo lavoro = niente ferie fino a fine agosto, quando – grazie alla mia panza – è riuscito a rosicare una settimana.

Ma fine agosto, ora che è così stanco, sembra lontanissima.
E poi Tino è una di quelle persone molto responsabili, per cui tende a tenersi tutto dentro quando sta male per non sovraccaricare gli altri.

Ora però mi piacerebbe che si sfogasse bene. Perché anche io sono terrorizzata e il confronto lo preferisco al “facciamo finta di nulla”.

Sono abbastanza umile (e anche un po’ cinica) per ammettere tutte le mie perplessità: attendere un figlio non è -sempre – solo una cosa meravigliosa che ti riempie d’amore; a volte ti riempie anche di paranoie.

Inutile raccontarsi la favola della famiglia del mulino bianco (che aborro!), siamo umani di fronte ad una cosa immensa e nuova. E come di fronte ad ogni cosa nuova siamo spaventati.

Io sto scoprendo in me molte risorse che non pensavo di avere, ma a volte non bastano a trattenere la lacrima facile e il panico fuori controllo.

Poi è vero, mi tocco la pancia e sento che non vedo l’ora di abbracciarla e che è la cosa più bella di tutte e vale molto di più di tutto il resto, ma non sempre ho questa lucidità propositiva.

E la paura che anche tra Tino e me possa deteriorarsi il rapporto è forte e non voglio nasconderglielo, perché questo sarebbe già l’inizio di un deterioramento.

Insomma, non vedo l’ora di essere in vacanza con lui, una settimana. Per ritrovarci, per cercare serenità e fare il punto. Ché ci sta cambiando il mondo.

Ma forse il mondo cambia tutti i giorni comunque, solo che adesso è più visibile e la mia pancia ne è icona perpetua.

E poi, se posso togliermi qualche sassolino: chiedo a tutti gli amici che tendono a fare i sapientoni e a dirmi “che forse non hai scelto proprio il momento opportuno per lasciare un lavoro fisso e fare un figlio” di tacere. Grazie.

Lo so anche da me e non ho bisogno che voi vi sentiate migliori venendomi a dire quali sono le scelte sbagliate che ho fatto. Non è di questo che ho bisogno ora. Piuttosto, per favore, ricordatemi che gran donna con le palle che sono e che non è – professionalmente – tutto perduto!!!

Se no statevene a casa vostra, zitti e muti o andate a farvi una bella vacanza. Che io proprio non ho bisogno di persone negative, ora come ora.

Scusate, ma visto che io non lancio merda addosso agli altri, non dovrei sempre dover aprire l’ombrello…

😉
a buon intenditor…

3 commenti
  1. lemoni dice:

    No, Pansè, non è sempre tutto bello diventare genitori.Non raccontiamoci palle.E pure se c’hai il San-Tino tra le pagine dell’agenda il lavoro è tutto tuo,stella mia…gli altri sono gli altri e non devi pretendere per forza che non ti tirino cartate di cacca…semplicemente ignorano cosa significhi essere in your shoes, esattamente al posto tuo,con le tue paure, i pochi euri nel portafogli,la stanchezza del dolce peso ecc.ecc.ecc.
    Anche io, che pure c’ho un anno pesantissimo sulle spalle, scopro che mi sento più forte di ieri perchè la carretta me la sono tirata tutta da sola…no amici,no genitori,no others…ti dirò certe volte pure no marito,però pure lui, che anno di merda…
    Esiste,non la depressione, ma la riflessione coatta pre-durante-post ogni momento della nostra vita,perchè siamo esseri pensanti che si commuovono ed entrano in empatia con chi si dimostra di meritarlo.
    Paranoie o pippe mentali per esser volgari,come le chiami le chiami,vengono naturali e naturalmente se ne vanno sostituite da altre…aspetta di odorare l’alito alla rosa di Frollina e poi ne riparliamo…
    Vieni qui,che ti abbraccio forte forte,Pansè mia

  2. Panzallaria dice:

    cara Lemoni,
    mi fai piangere di commozione…;-)

    GRAZIE, anche perché so che nemmeno tu sei in un gran momento…

    😉

    un bacione

  3. Adele dice:

    Bah..io stavo per dirtelo stamattina: hai fatto un gran bene a mollare quel lavoro:)!
    Pensa solo come staresti se oltre a tutto dovessi anche subire quel pessimo ambiente!
    E’ che dovrai pazienza prima di vedere i frutti di questa scelta, ma arriveranno

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