L’ostetrica


Terza lezione del corso preparto. Uno stanzone pieno di mammande in attesa e mariti/compagni/fidanzati e zanzare risvegliate dagli strascichi di estate.

E poi Lei: l’ostetrica, la maestra, l’entità suprema che dovrebbe instillarci fiducia nei nostri uteri e nelle nostre mammelle. Colei che porta il sapere e per la quale il travaglio non ha nessun segreto.

La nostra ostetrica è alta al massimo un metro e cinquanta – la natura l’ha già fatta ad altezza coscia insomma – è bionda platino, con un caschetto anni settanta e porta un sorriso largo, da donna-mamma di tutti.

Di origini centro – italiane, ha una naturale inclinazione a mangiarsi le parole, rafforzata dall’assoluta mancanza di logica sintattica, per cui nella stessa frase non riesce a metterci soggetto, verbo e complemento. E’ più forte di lei. Sembra quasi che le provochi un dolore fisico.

E poi è una di quelle persone che si perde nei suoi pensieri, gesticolando come il figlio di Piero Angela, sembra vagolar con la mente dentro al tuo utero e le frasi si attorcigliano tra di loro, in un sinuoso gioco di equivoci che fa chiedere l’un l’altro agli astanti “cosa ha detto?” “utero come?” “epidurale cosa?” e così via.

Insomma: un vero disastro!
Se poi ci mettete che in questi corsi lo psicodramma e la terapia collettiva sono di casa (cose entrambe odiatissime dalla sottoscritta e da Tino!), la frittata è fatta.

2 ore interminabili passate a confrontarsi a gruppi sul “ruolo della mamma e del papà” “competenze del bambino in gravidanza” (io vorrei imparasse fin da subito a lavare i piatti…) e “angoscie e felicità durante questi mesi” con delle estranee, per poi fare outing collettivo e scoprire che la paura più grande di tutte noi è lo spettro, incombente, della SUOCERA…

Insomma – robe di cui già chiacchiero normalmente con le mie amiche, senza bisogno di andare a farlo con un’ostetrica!

A me piacerebbe sapere:
cosa si prova quando ti si rompono le acque e come fai a sapere che è giunto il momento dello scodellamento; cos’è il travaglio; come devo allattare; e cos’è l’ovetto????

ci sono negozi dove puoi fare acquisti di roba usata????

E’ vero, come dice Tino, c’è sempre Google, ma a me piacerebbe che tra un avverbio, un cioé e un complemento di luogo, la cara Ostetrica ci infilasse anche un po’ di sostanza: in fondo siamo tutte lì per quello.

Ieri Tino si è pure scapicollato dall’ufficio, per arrivare in tempo a questa lezione (che per lui era la prima) e dopo un po’, avendo capito l’andazzo, c’aveva una faccia da mocassino tirato a lucido che era tutto un programma.

Il buon paparino ha anche provato a farle qualche battuta – sperando così di scioglierle la lingua e la grammatica – ma la cara signora sembra essere sottodotata di senso dell’umorismo ed è finita che in 24 abbiamo cercato di spiegarle il senso di quel che uomo aveva detto.
Ma forse abbiamo usato periodi ipotattici troppo complessi…

L’apice della serata è stato quando abbiamo fatto il “rilassamento di coppia”. Abbarbicati a noi come marsupi, i mariticompagnifidanzati ci facevano da poltroncina e tutti distesi a occhi chiusi, la voce della Ostetrica ci guidava in uno stato meditativo per comunicare con i nostri feti.

Tino ed io – concentrati su Frollina – ad un certo punto abbiam proprio fatto la figura dei cioccolatai, perché nel mezzo di un “cioè” e di un “capite” e di un “respirate” ad occhi chiusi, Ostetrica se ne è uscita con un “pensate ai rumori che sente il vostro bimbo: lo stomaco, la pancia e l’intestino della mamma” e noi come due scioccherell, a pensar al “cul che fè trombetta” della sottoscritta, non riuscivamo a trattenere il riso.
E anche Frollina deve essersi divertita, perché saltellava contenta sulla mia vescica, come a dire “ma dove mi avete portata?”.

Insomma, c’è sempre tempo per migliorare ed è solo la terza lezione, ma speriamo che Ostetrica in questa settimana si mangi un vocabolario di sostanza a colazione, perché un altro mercoledì a parlar di mia suocera con altre (simpatiche ma sconosciute) panzone non l’affronto!!!

3 commenti
  1. Roberta dice:

    Ciao panzallaria!
    ben tornata dalle ferie.
    aiutami.
    spiegami.
    che cappero è l’ovetto?
    dimmelo, ti prego!
    Certo c’è google, però trovo rispettivamente:
    1) link al sito motorino.it.
    2) link a motorbox.it
    3) Ovetto kinder vs Michael Jackson

    di cui l’ultima veramente inquietante

    saluti anche a tino
    robbi

  2. Panzallaria dice:

    ciao Robby…

    l’ovetto credo sia una roba che fa parte della carrozzina e poi la stacchi e poi la metti in macchina e c’hai il pupo pret a porter!!!

    😉

    così mi ha insegnato la mamma-maestra incontrata al matrimonio di un amico…

    baci a te e a Matt…

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