Il trio Lescano

Ieri con Tino ci siamo decisi a fare un giro per negozi di robe usate bambino.

Quel contatore che ho messo sul blog – su consiglio dell’amica Adele – ha il potere di farmi sentire il tempo e come terribilmente passa.

Mancano 2 mesi – quasi.
Non abbiamo altro che delle scarpine e dei calzini, frutto di qualche amoroso regalo.
Amarena ci procurerà il lettino – lo stesso dove ha dormito lei da bambina e che mi emoziona, perché glielo ha costruito il babbo e quindi c’ha pure una sua storia.
Una collega di mia mamma ci presta la culla per i primi mesi.

Tutto il resto lo dobbiamo trovare/comprare. Siamo eticamente contrari alle robe troppo costose e all’ultima moda, che poi le usi qualche mese e amen. Così abbiamo deciso di sondare il mercato dell’usato. Che Frollina – fin da bimbetta – impari il gusto del riciclo. Perché la mamma e il babbo non sono dei paninari e mi sa che finché vivrà sotto ‘sto tetto, anche lei dovrà adeguarsi.

Speriamo con consapevolezza.
O almeno ci proveremo.

Insomma, dicevo che ieri abbiamo iniziato il tour di shopping. La nonna-suocera vuole contribuire con il passeggino/carrozzina, quindi abbiamo deciso di fare qualche sopralluogo, prima di allertarla e portarla con noi in giri che potrebbero divenire epopee (chi mi legge da molto tempo, sa bene che tipo “estroso” sia la mia suocerona…).

All’angolo di una via di un paesello della prima cintura bolognese c’è questo negozietto. Da fuori sembra un magazzino con accatastate tante robe. Entri dentro e ti ritrovi in un magazzino con accatastate tante robe.
Bimbi e mamme usate.
Un paradiso dello sconto.

La commessa – bisogna suonare il campanello – è uscita in strada per dirci gentilmente che il lunedì il bazar è chiuso. E che lei sta facendo l’inventario.
Ci ha chiesto di cosa abbiamo bisogno. Lo ha chiesto più a me in realtà. In ‘ste faccende pare che sia la donna la regina incontrastata dello shopping e delle scelte strategiche pronascituro.

Le ho risposto che non abbiamo nulla, che ci serve un po’ tutto, soprattutto per la mobilità del pupo.

Lei con sguardo fermo e risoluto, mi ha guardata dritta negli occhi e mi ha detto ” però al momento abbiamo solo dei trio a tre ruote…”

Io mi sono voltata verso Tino. Aveva l’occhio sgranato e il sorriso di circorstanza.
“Siamo aperti a qualsiasi soluzione…” è stata la risposta diplomatica di una donna che – insieme al suo Uomo Attrezzo – ha passato l’ora successiva a chiedersi che cosa fosse questo trio e perché abbia tre ruote…

In fondo io mica devo avere tre gemelli, ha ricordato giustamente Tino….

Che fatica farsi una cultura!

4 commenti
  1. robbi dice:

    cara panzallaria,
    non so cosa c’è nell’aria fra modena e bologna mi ritrovo con amiche e conoscenti affette da incitudine.
    Ti ho fatto un po’ da pr e a tutte ho consigliato di leggere il tuo blog… e in cambio loro mi aggiornano sui moderni ritrovati della tecnica x i pupi moderni! A sentire ‘ste donne serve una quantità impressionante di roba. Il guardaroba dei pupi è di solito più vasto e assortito di quello delle mamme!
    Se ti può interessare ai service DPT (dovrebbero esserci anche lì a bologna, sono negozi con merce scontatissima perchè proveniente da fallimenti) ci sono body e tutine adatti per i primi giorni in ospedale. Questo, sempre a sentire loro. Io, purtroppo, bimbi non ne ho ancora (ma il prossimo anno mi ci metto dietro con buona volontà) e non me ne intendo molto e poi quando son nata io tutti ‘sti ciapini per neonati non c’erano. C’erano solo camicine e ghettine che facevano molto “camicia di forza”. Mi spiace, pur essendo in ottimo stato, non posso prestartele per frollina. Penso che il mio cicciobello angelo nero se ne abbia a male se lo denudo. E’ molto pudico.

  2. Panzallaria dice:

    Innanzitutto grazie per la pubblicità progresso al Blog sempre ben voluta…

    grazie anche per i consigli. cercherò questi service dpt (che mi sanno tanto di dopolavoro poste e telegrafi, ma deve essere una deformazione di figlia di postale che ci passava le domeniche di fanciullezza sua…;-)).

    aspettiamo con ansia il vostro erede, così che insieme si possa ciapinare di informatica ma soprattutto mangiare kili e kili di tigelle!!! 😉

    un salutone
    panzy

  3. MaestraZen dice:

    Ciao!
    Mi sa che conosco il negozietto che dici tu: sta di fianco a casa mia. e proprio oggi mi è arrivata una pubblicità di un altro negozio del genere in zona…se ti interessa sul blog c’è la mia mail. A quanto pare le cose per bambini perseguitano la mia esistenza! Nonostante la mia giovane età, penso che sarò mamma fra molti molti anni…forse…, sono un’espertona! Ho lavorato per un sacco da Orsini (non puoi sbagliare ora lo pubblicizzano un sacco su La Repubblica) ed è davvero complicatissimo capire tutto! certe mamme erano noiosamente espertone e volevano anche per i loro bimbi le cose più alla moda quindi assurde ed erano disposte a pagarle a peso d’oro…una tristezza…però devo ammettere che ci sono almeno un paio di oggetti davvero utili e pèr i quali ha senso pagare: direi passeggino e “zainetto porta bimbo”!
    Il tre ruote è la follia che impazza da qualche anno: potremmo chiamarlo il SUV per l’infanzia! si chiama suv?? anche per quello ci vorrebbe una tassa in più!
    Che noiosa che sono… però è bella questa fase… poter pensare al primo pupazzo per Frollina! o alla prima tutina.
    Buonanotte!
    Sara

  4. Panzallaria dice:

    Cara MaestraZen, grazie per gli utili consigli, peccato che nn sei già ginecologa (;-)) se no verrei da te a partorire…

    mentre tu commentavi questo post, io scrivevo il successivo “invettiva contro i suv” e leggendo quello che scrivi, mi sa che ci siamo lette nel pensiero!!!! e hai ragione, a pensarci gli aggeggi a tre ruote sembrano proprio dei suv per infanti…

    motivo in più per non comprarli…
    eheheheh

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