Stanca

Non conto più i giorni, conto i minuti. Sono stanca, voglio vedere mia figlia, voglio liberarmi di questa panza.

Intanto, dovrò lavorare almeno tutta la settimana prossima per concludere delle cose e per fatturare i lavori che sto facendo (che almeno metto in cantiere un po’ di soldini!). La brochure che stavo scrivendo è stata peggio di un parto – o almeno spero 😉 – ma finalmente è andata, me l’hanno approvata.

Devo fare un cd per un convegno; devo costruire le pagine di un sito e scrivere i contenuti mensili per due portali. Tutto questo nella prossima settimana. Dopo voglio sparire come un Mago, per qualche giorno o anche per un paio di mesi, vedremo.

Devo dormire. Non dormo abbastanza e mi sento sfatta e invece – come dice il mio ginecologo – ho bisogno di energie per quel giorno in cui dovrò essere super in forma.

Ho fatto la visita per la donazione del sangue cordonale: un banalissimo colloquio e controllo degli esami. Sono risultata idonea. Se le condizioni fisiche e logistiche lo permetteranno, anche il mio cordone ombelicale sarà messo a disposizione del mondo.

Però.
Però la sanità italiana è una roba assurda.

Visita prenotata per le 11 di mattina. Arrivo puntuale e parcheggio la mia auto in uno dei tanti posteggi a pagamento: 1 euro l’ora. Non esiste alternativa. Quando andremo a partorire ci toccherà portare una sporta di monetine, fare un leasing sulla macchina o andare a riprenderla dopo che il carro attrezzi ce l’avrà rimossa!.

La dott.ssa che doveva fare la visita viene chiamata per un’urgenza. Siamo in tre ad attendere. Finisce che mi chiamano dentro alle 11.55, proprio quando stavo per andare a rimettere un altro euro nel parchimetro. Nessuno che mi abbia detto beo, che ci tenesse aggiornate sulla situazione.

Entro e la dott.ssa non mi saluta neanche. Accogliente come situazione, per una persona che sta tentando di rendersi utile.

Non dico tappeti rossi e caffè, ma almeno un “Buongiorno” e un mezzo sorriso me lo sarei aspettata. E – se proprio avessero voluto esagerare, ma non vorrei chiedere troppo – un buono Parking per evitare la spesa.

Niente di tutto questo. Un colloquio freddo e formale. Durata 5 minuti.
Mi chiedo perché abbiamo dovuto aspettare proprio quella dott.ssa e se non poteva intervenire qualcun altro, visto che non si trattava di nulla di trascendentale…

Ma la sanità italiana va anche così.
Molte ragazze se ne sono andate, stufe dell’attesa.

Litri e litri di sangue cordonale sprecato.
Belle pubblicità progresso, appese alle pareti, sull’utilità di questa donazione.
Soldi pubblici investiti in comunicazione e intanto la burocrazia si mangia possibili buone pratiche.

che meraviglia!
Ho prenotato gli esami del sangue e delle urine (da ora devo farne uno alla settimana fino al parto) e la prima data disponibile è il 30 novembre.
O così o si paga! Me lo hanno fatto velatamente capire.

Io sarei esentata. E’ un diritto/dovere fare questi esami.
Mi sono molto irritata: adesso chiamerò ogni mattina il numero verde per vedere se riesco ad anticipare il tutto. Ma è un’indecenza.
Non tanto per me che ho la cultura, gli strumenti linguistici e – al limite – i soldi per farmi capire.

Penso a tutti gli extracomunitari che vivono qui, magari pure con il permesso di soggiorno, e non hanno la possibilità di capire la situazione per difficoltà linguistiche e si ritrovano – magari – a pagare fior di quattrini una visita che sarebbe gratuita…

Sono abbastanza stanca: della pancia e di queste cose.

La pancia si sgonfierà, io terrò tra le braccia mia figlia.
Queste cose no. E con la bambina chissà quante ne sentirò e vedrò…

E io ho la fortuna di abitare in una delle città medicalmente più avanzate di Italia…non invidio gli altri!

Sono stanca.

8 commenti
  1. La Meringa dice:

    Come ti capisco! Proprio stamattina sono stata rimbalzata da “educatissimi” (!!!) dipendenti Asl, per capire chi dovesse farmi le prescrizioni per l’amniocentesi.
    Tante volte, veramente, basterebbe una voce sorridente e i disagi sarebbero più accettabili!
    In bocca al lupo
    La meringa

  2. Anonymous dice:

    Qui a Pavia non mi sono trovata così male. Certo, devi prenotare la terza ecografia mentre hai il test di gravidanza ancora in mano, ma per il resto in genere sono stata trattata con cortesia e civiltà.
    Unico neo: le infermiere che si occupano dei neonati. Le peggiori fetenti della terra, il peggior deterrente nei confronti dell’allattamento al seno (come ti sentiresti se una ti prendesse il capezzolo e cominciasse a sfregarlo contro la bocca di tua figlia? Io non tanto bene), sempre a lamentarsi anche se i bambini sono tutto il giorno dalle madri.
    Per fortuna, dopo la nascita di un Amelia, non abbiamo avuto granché a che fare con la sanità. Ovvio che per le visite e gli esami di controllo devi armarti di santa pazienza e prevedere qualsiasi ritardo, ma non ricordo episodi particolarmente scandalosi.
    Un bacione
    Chiara

  3. ABS dice:

    Che schifo.

    (Anzi, no, quasi mi meraviglio che in tempi in cui si parla di far pagare perfino l’ingresso in certe città, i parcheggi costino ancora “solo” un euro. ^________^ )

  4. Anonymous dice:

    ciao,io ho partorito da poco,e anche io a milano ha fatto un colloquio impersonale e frettoloso per donare il sangue cordonale—e però,quando mia figlia è nata,non c’era alcun medico incaricato e riceverlo e raccoglierlo…è un lavoro che ogni ostrìetrica saprebbe fare,ma non è autorizzata a fare…deve esserci il medico autorizzato…e non c’è mai…peccato peccato peccato…
    ah,vedrai,partorire è bello e avere frollina sarà bellissimo…si bellissimo,come diceva un amio vecchio amante:bellissimo da volar via.
    baci.
    angela

  5. talkingfish dice:

    Più leggo i tuoi post, più mi rendo conto che leggerli mi fa rivivere le stesse sensazioni di quando mia zia, l’anno scorso, era arrivata all’ultimo mese della gravidanza. Anche le situazioni sono le stesse che stesse che stai affrontando tu, compresa la scelta di donare il proprio cordone ombelicale. Mi ricorda di tutte le mattinate che non ho passato a scuola nell’ultimo mese per farle compagnia mentre giravamo senza sosta nell’ospedale ed attendevamo in anonime e poco accoglienti sale d’attesa.
    Era un bel periodo, grazie per avermelo fatto tornare in mente.

    E forza e coraggio, del resto mancano solo… ARGH!! Solo 21 GIORNI!! ARGH!!

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