Letargo


Questo fine settimana, Tino ed io ci siamo dati al puro letargo. Forse perché comincio ad essere un po’ stanca, forse perché finalmente venerdì ho chiuso la maggior parte dei miei lavori e ora mi concedo un po’ di “maternità”, forse perché lui la settimana scorsa è stato male che ha avuto una colica renale, forse perché abbiamo bisogno di vivere nell’intimità questo evento che sta per cambiarci la vita.

Non ho fatto nulla per organizzare robe con gli amici (la mia indole da tour operator è pigra quanto me!) né ho tentato di interessarmi a quel che succedeva in città, che di solito cerco sempre di afferrare occasioni carine per fare cose interessanti.

Casa, casa, casa.
Abbiamo dormito, fatto gli ultimi lavori (ultimi perché così abbiamo deciso per un po’) e guardato dei bei film.

Sabato sono passati di qua la Squatter e suo fratello che ci hanno portato il lettino promesso per la Frollina e la mamma della Squatter ha anche preparato una copertina e un cuscinetto così belli, pieni di fiocchi e orsetti, che io mi sono pure commossa.

Domenica siamo stati a pranzo da mia mamma, che c’erano anche la sua amica Newage e mio fratello con sua moglie e siamo stati bene, c’era un bel calore familiare a cui sono poco abituata.

Mia cognata sta facendo molto bene a mio fratello, che sembrava anche più attento alla sottoscritta. E lei – che oltre che cuoca sopraffina, è anche una gran brava artigiana e confeziona collane bellissime – mi ha regalato una collana fatta di cocchini brasiliani che un indigeno di bahia ha raccolto 9 anni fa e poi ha messo a seccare, ha lucidato e regalato a mio fratello prima della sua partenza. Lei ci ha fatto un monile splendido, proprio di quelli che piacciono a me.

E me lo ha regalato.
Un giorno di questi, se mi crescono i capelli, mi faccio fare anche le treccine che è sempre stato il mio sogno di adolescente e lei ne ha di bellissime!.

Dopo il pranzo, che tutti mi trattavano con cura e amore e Newage mi ha fatto anche un bel massaggio ai Cachra (forse non si scrive così), siamo passati a casa della suocera che ci voleva dare delle cose e poi, di filato, a rintanarci nel nostro letargo pregenitoriale.

Abbiamo visto The Player (I protagonisti) di Altman che mi è piaciuto tanto, ed io sono affondata nel divano con cuscini che tenevano su le varie esplosioni della pancia e gatti che mi facevano le fusa su Frollina.

Fino al momento di cena. Una ameba legalizzata…
Siamo entrati nella fase che tutti – ogni volta ti sentono – ti chiedono “come stai? allora ci siamo? tutto a posto?” e che i parenti ti telefonano 30 volte al giorno per capire se sei già in preda al travaglio.

Sia mia mamma che mia suocera continuano a dirmi che vogliono essere avvisate immediatamente non appena entro in travaglio.
Con Tino abbiamo deciso di mentire. Perché tanto non avrebbe senso farle venire all’ospedale subito e – a dirla tutta – non credo avrei lo spirito per condivire con loro il momento…

quindi le chiameremo a cose fatte (o quasi), in modo che sia loro che noi non ci dobbiamo agitare. Ma preferiamo non ammettere ora la nostra decisione, perché se no sarebbero discussioni e permali infiniti di cui non abbiamo voglia.

Crediamo che quello sia un momento nostro, in cui è giusto che facciamo come ci sentiamo.
Entrambe però covano il segreto desiderio di essere presenti, perfino in sala parto.

Venerdì che Tino era a Napoli per lavoro, mia mamma prima di addormentarci, con un sorriso quasi speranzoso mi ha detto “mi raccomando, se dobbiamo andare svegliami prontamente, che potresti essere pronta, hai la pancia bassa..”, mia suocera – nel suo delirio di onnipotenza nonnesca – ieri mi ha detto che lei DEVE sapere dove ho intenzione di partorire, perché mettiamo caso che Tino in quel momento è al lavoro, lei deve accompagnarmi e assistermi.

Io non ce l’ho fatta e – pacatamente ma risoluta – ho tentato di spiegarle che Tino, anche dovesse essere al lavoro, ci mette 15 minuti ad arrivare a casa e che io non ho intenzione di farmi assistere da nessun altro. Quando lui le ha spiegato che non andrà più in trasferta fino alla nascita, lei ci è rimasta un po’ male.

Io sono stata un po’ crudele, ma sempre con gentilezza, le ho anche voluto far capire che poi, al limite (ma non succederà, vero Tino?????) ci sarebbe anche la mia mamma, che la posso mandare a quel paese eccetera eccetera e che quindi non se la prendesse, ma verrebbe lei, a quel punto.

Ci è rimasta male ma chiss’…

tra l’altro non mi farei mai accompagnare da una donna che giusto ieri mi ha detto “quando io ho partorito, ho mantenuto contegno, non ho urlato nemmeno un po’. E invece accanto a me c’erano donne che urlavano come matte…” e il sottointeso – per chi la conosce- è naturalmente che queste donne sono delle deboli e che invece lei ha avuto coraggio e si è comportata secondo il galateo della partoriente…

Insomma, sono in quella fase che tutti sono in attesa con me.
Del resto credo sia normale.
Ma io voglios stare in letargo, con il mio fidanzato, i gatti e la frollina nella pancia.
Ad accumulare energie, vedere dei bei films e fare tante coccole.

Vado che – finalmente – mi metto a fatturare un po’ per accantonare ghiande per il lungo inverno…..

5 commenti
  1. adelina dice:

    si, è vero, siamo tutti in attesa con te…pensa che io proprio stamattina, mentre con gli occhi semichiusi portavo giù il Branco mi sono chiesta se tu avessi partorito…

    per la tua suocera:
    ma chi l’ha detto che chi urla e piange è debole?
    E’ solo e splendidamente UMANO.
    Gente composta e contenuta!Non la sopporto!

  2. Lillibeth dice:

    Ciao Collega di Pancia!
    Anche qui i genitori vogliono essere subito avvisati e io e il Love invece vorremmo evitare…anche perchè tenere a bada le emozioni sarà difficile.
    Ti abbraccio stretta, in una buffa pancia-contro-pancia.
    Lillibeth

  3. Anonymous dice:

    Quanto riesci bene a comunicare certe sensazioni, e’ come se fossi li’ a vedere quello che succede.

    Dunque ci sei quasi e avete fatto bene a rallentare e concedervi un po’ di spazio e intimita’.Solo tu e papa’ Tino.

    Condivido la decisione di non dire niente a nessuno fino a cose fatte.Tino e l’ostetrica e’ tutto quello di cui hai bisogno.
    Cerca di dormire ora o almeno riposarti Fra, perche’ la frase fatta che tutti ti ripetono:” dormi ora che poi non dormi piu'” e’ cosi’ vera, ma poi non si sa’ mai neanche li’.

    Dai che tra qualche giorno potrai dire:” ADIOS PANCIA” e sara’ un gran liberazione

    Ti abbraccio
    Slim

  4. aidi dice:

    felice che abbiate finalmente trascorso un weekend di relax, anche se io, non incinta, sono così pigra che qualche lavoro, un pranzo da mamma e un passaggio dalal suocera mi sembrerebbero uno sforzo terribile! al tuo spirito di tour operator, il club amici della domenica rende noto che noi si era in trasferta fra i monti, attorniati a nostra volta da pance e bambini.

    con il sedere incollato ad apparecchi in movimento,

    vostri Aidi e Yappe

  5. Chiara dice:

    a) anche noi abbiamo avvisato i nostri genitori a cose fatte. Dal momento che il travaglio è iniziato alle 22.45 e Amelia è nata alle 9.25, mia mamma mi ha ringraziata. Mio suocero ha avuto tutto il tempo di organizzare la carovana per la sera.
    b) se davvero tutte quelle che dicono “io non ho urlato” l’avessero fatto, la sala parto sarebbe il posto più silenzioso della Terra. E non lo è… (Per la cronaca: io ho urlato. Inutile negare)
    Bacione
    Chiara

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