Trionfo della femminilità

Panza enorme.
Seni ormai sulla via di prendere il volo come palloncini al parco, durante un film horror. Naso perennemente chiuso – a me la gravidanza, fin da subito, mi ha chiuso il naso.

Vorrei andare in centro a comprare qualche libro ma non ho la forza di salire sul bus. Perché faccio molta fatica a deambulare agilmente e preferisco fare passeggiate in zona, a portata di casa e borsa da ospedale.

Vorrei pensare ad altro ma non è mica facile.

Però dormo daddio.
Stanotte, dopo alcuni mesi, ho dormito tutto d’un fiato.
Ieri sera Frollina si è mossa come non mai, ha scalciato, si è divincolata, ha fatto le bozze. Sentivo stomaco e intestino che urlavano pietà.
Poi siamo andate a dormire e dopo mezz’ora di singhiozzo (vi giuro, mi è ballata la pancia per mezz’ora e mancava solo che sentissi “oinc, oinc”) ci siamo addormentate.

Tino è due giorni che passa metà della notte sul divano.
Pare che la sottoscritta – in un afflato di rutilante femminilità – emetta rumori nasali così forti che anche i gatti chiedono pietà.

L’altra mattina – che mi sono svegliata e non l’ho trovato in Kukumba (il nostro letto – come avrete capito, sono molto animistica e mi piace dare il nome a tutto!) – mi sono avvicinata al divano dove stazionava.

Mi fa sempre “separati in casa” la situazione del dormire in due posti diversi e mi mette una tristezza infinita.

“Tino, perché non dormi vicino a me?…mi manchi!”
Nel profondo del suo sonno del giusto, senza nemmeno aprire gli occhi, con voce roca ha bofonchiato un “perché russi come 3 camionisti obesi, dopo che sono stati 4 ore a finestrino aperto in mezzo allo smog e in fila in autostrada fumando un cubano…”

Allora ho capito che era meglio richiudermi nella mia tana e non proferir altro.
Perché in questo momento sono veramente un trionfo di rotondità, a metà tra un pinguino che balla come Fredastèr e una balena spiaggiata che tenta di rientrare in mare.

E non mi è più dato di camminare e rispondere al cellulare insieme: vado completamente in anossia!.

Il mio diaframma è come una spugnetta strizzata di quelle vecchie che stai per pensionare, ma aspetti di comprarne una nuova.
Un piccolo mantice con l’asma…

Tutte le volte che rido, l’ombelico sembra voler uscire fuori, come i tappini del materassino da mare che – appena gonfiati – incastri nella loro fessura, ma se ti muovi in modo strano e fai troppa pressione, escono imperiosi verso il mondo.

Ho la concentrazione di una ameba a livello basic dell’evoluzione cellulare. A volte non mi ricordo nemmeno quanti anni ho.

Sento solo questo gran ammore che mi esplode nel cuore e vuole uscire. Ammore per questa creatura che a volte – mi chiedo – se uscirà davvero da lì.

Stamattina pensavo che magari vuole arrivare fino a Pasqua che fa più caldo o che mi toccherà portarla alla sua Laurea ancora attaccata al mio cordone ombelicale: sarebbe davvero un dramma metterle l’alloro in testa!.

Però: ho i capelli bellissimi e una pelle di pesca da far invidia alla pubblicità della Nivea. Tino è dolce come un cioccolatino e ho un sacco di gente intorno che mi sento una diva del cinema.

E poi mi piace questa cosa che la bisca del Con-sesso ( quelle zoccole hanno fatto scommesse sulla data di nascita di frollina e ogni giorno la posta aumenta!) stia riuscendo alla grande e che a comandare sia la pupattola…

Al bar Billy, ogni mattina è un trionfo di “quando naSe???” e di consigli per stimolare il parto.
Naturalmente il più gettonato e praticato è quello che mi dà anche Chiara nel post precedente…

Mai avuta tanta gente che mi sollecitasse a trombare: se me lo avessero raccontato a 18 anni, quando mio babbo mi seguiva al bar del campeggio con gli occhialoni da sole e facendo finta di leggere il giornale, per vedere che non facessi le cosaccie con qualche amorazzo estivo, gli avrei riso in faccia!!!!!!!!!!

Insomma: i giorni passano, le ore sgocciolano e Frollina si gode gli ultimi attimi di tregua, prima di entrare in questo brutto mondo…