L’ora d’aria


Intanto: AUGURI, AUGURI, AUGURI. A tutti gli amici blogger e della vita reale che non ho ancora avuto l’occasione di salutare.

Le ultime dalla casa della piccola belva lattante sono che stiamo bene.

Abbiamo fatto anche noi le ore piccole a capodanno, ma perché la frollina non voleva saperne di addormentarsi e ha pianto fino alle 5.30 del mattino.

Visto che non vogliamo che scambi giorno e notte (la peste di giorno è un angelo), l’abbiamo lasciata piagnucolare, nella speranza che si addormentasse da sola. Dopo aver constatato che stava fisicamente bene.

Fatto sta che ci siamo addormentati alle 6. A volte mi sembra di avere un chiodo piantato nel cervello quando piange di santa ragione. Sto male per lei e il sonno cronico rischia di darmi alla testa… (ormai sogno anche nelle pause sul cesso!). C’era un po’ di gente per il “veglione”, si è pasteggiato e giocato a trivial. Solo che io sono stata un po’ male di pancia e alle 11.35 ero piantata sul letto con la borsa dell’acqua calda…che vecchia!.

Per fortuna mia figlia ha pensato bene di svegliarmi dopo la loro uscita, così anche io ho potuto dire di aver fatto le ore piccole!.

Però in questi giorni ho sperimentato l’ora d’aria.
Il 30 – dopo altra notte insonne – a Tino e me ci è venuta l’idea di passare un po’ di tempo io e lui.

Mia suocera è stata ben felice quando le abbiamo chiesto di venire a fare la baby sitter alla nipote e si è presentata armata di sorriso e con una gran voglia che la bambina fosse da cambiare, spupazzare, addormentare…

Io all’inizio ero un po’ stranita.
Per la prima volta me ne uscivo senza pupa e senza pancia da tanti mesi. Inoltre mi sentivo quasi in colpa a mollarla per un po’ di tempo per me. Poi ho pensato che il mio benessere ( e non stiamo parlando che di due ore!) vale anche per lei un bel po’ e che se mamma e papà si amano e stanno bene, anche frollina sta meglio.

Così, dopo mille raccomandazioni inutili alla suocera, che non vedeva l’ora che uscissimo e che mi ha fatto presente che anche lei aveva cresciuto Tino, mi sono messa fondotinta, borsetta seminuova e sorriso da ggiovane e siamo andati.

Sotto casa abbiamo incontrato Yappe che passava a farci un saluto.
A quel punto – in 3- abbiamo deciso per un’ora d’aria molto originale.
Ci siamo diretti alla vicina enoteca.
Loro hanno ordinato 2 bei bicchieroni di Sangiovese (io un succo di pera).
Abbiamo chiesto all’oste le carte.
Ci siamo fatti qualche partita a briscola, tra le lucine di natale e la gente che fuori sfilava con orgie di cibo da cucinare il 31.

Tutto bello caldo.
Tutto molto strano. Strano perché non sono più quella che ero nove mesi fa.
Strano perché ora c’è un esserino che dipende da me, ma c’ho ancora voglia di fare tante cose senza di lei.
Strano perché non vedo l’ora di uscire tutti e tre insieme. Magari in giornate più miti, a passeggiare.
Strano perché stai bene, sei lì con il tuo fidanzato, gli amici, ma hai anche un pensiero fisso. Al lato destro del cervello.
Latente, il suo faccino è lì. Che ti scalda e ti tiene in allerta.

Che ti fa pensare che presto tornerai da lei. Ma che ora ti piace goderti questa gioiosa cosa che è il tempo passato con Tino e con gli altri.
Senza pensare, per un poco, a pannolini, tette di fuori e colichette gassose.

Abbiamo preso la vespa, dopo le carte e il vino.
Tino ed io siamo stati in centro per un’oretta.

In mezzo ai festosichiassosi passanti e compranti benidilusso per il cenone. Abiti neri, bigiotteria, biancheria intima rossa, benauguranti rami di vischio.

Era tanto che non salivo sulla vespa.
Da questa estate quando ero poco incinta. Ma con mille precauzioni e mille paure.
Sabato mi sono abbarbicata a lui, il Tino vespante e allegro.
Con il vespino ci siamo diretti verso le luci e i portici.
Ero felice.
Noi che abbiamo fatto una grande cosa.
C’avevo l’animo ben disposto.
Viaaaaaaaaa verso un’ora tutt’intera a spasso.
Viaaaaaaaaaaaaa come quando scollinavamo in toscana e facevamo le gare con le moto, noi e la nostra Pina (gloriosa vespa 125!).

Certo, non abbiamo più la libertà di allora. Che all’ultimo si decideva se rimanere o andare, se campeggiare o entrare in un agriturismo.

Certo, ora forse non farei più le gare con le moto – che sarei lì a pensare a una bimba di 15 giorni orfana…

Certo, ora io ho una faccia stanca, le occhiaie disegnano i nostri volti come tatuaggi indelebili e il mio fisico afflosciato dal parto denuncia i miei 33 anni e ciò che è stato.

Certo. Tutto ciò mi fa paura.
Non crediate che ogni momento io sia la mamma più felice e più sicura del mondo.
Tutto ciò a volte mi sembra troppo grande per me.

Ma poi la guardo.
La guardo e mi sciolgo.
Penso che non riesco più a concepire la mia vita senza.

Come se questo fosse il naturale corso delle cose.
La meta della scollinata in vespa.
E ho sempre paura, mi sento sempre imperfetta, ma va meglio.

4 commenti
  1. lucilla dice:

    tesora, leggerti è bellissimo.
    Mi sembra di vederti camminare sulla luna, uagliò….
    un abbraccio anche a te, un bacino alla frolli.

  2. Anonymous dice:

    Happy New Year!!!
    E’ vero crescere e’ duro, difficile. Si sta sempre li’ a guardarsi indietro e pensare “ma guarda cosa facevamo e ora??”. Ma e’ bello anche cosi’, pensare che ora non lo puoi fare ma che hai altre opportunita’… crescere con un altro individuo che ti insegna nuove cose.
    Auguri a te, Tino e Frollina

  3. giuliana dice:

    auguri, Panzallaria! quanto è nuovo un anno se c’è addirittura una persona nuova con noi!
    un bimbo così piccolo, è vero, ti mette in crisi a volte, e a dir la verità anche ora che il mio uomo ha 3 anni sono frequenti i momenti in cui mi sento inadeguata. in questi casi mi ripeto come un mantra quello che ci disse un’ostetrica (napoletana) dell’ospedale dove ho partorito, vedendoci in ansia: “Ué, ma se vi preoccupate voi gli altri che devono fà? Eeeehhh, ci stanno certi sfaccimme ‘e ggenitori!!!”
    Ecco, ti lascio questa perla di saggezza come augurio di buon anno, a te, a Tino, e naturalmente a Frollina.
    giuliana

  4. Anonymous dice:

    Auguri a te cara!!

    Non ti preoccupare , le cose cambiano velocemente, devi solo “resistere” in questa manciata di settimane. A me sembrava di impazzire dal sonno, dalla stanchezza, ma poi quando credi di non farcela piu’ ecco che cambiano loro e si assestano.
    Esci piu’ che puoi anche per andare a pagare una bolletta o a comprare qualcosa,e se la suocera non ti da hai nervi coinvolgila piu’ che puoi( io ho preferito di no, perche’ mi dava molta ansia).
    Baci
    Slim
    Ps SEi una grande narratrice

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