Le Pro-zie


Da quando è nata Frollina, casa nostra è spesso meta di amici e parenti. Mi piace molto questa cosa, mi fa sentire scaldata da tante persone e sono contenta che la piccola cresca coinvolta in un grande mondo.

Gli amici sono quelli di sempre, quelli che frequentavo anche prima dell’incintuntudine e durante.
I parenti sono i parenti, ma a questi sono meno abituata perché, come capita spesso, li vedo di rado durante la “vita normale”.

Orde di bisnonne, prozie, ziastri, amici della moglie del nonno e così via, hanno invaso la nostra abitazione.

Tutti con un mazzo di fiori, una tutina e un sorriso a 54 denti. Tutti a cercar somiglianze con questo o quel ramo della famiglia.

Tutti ad accaparrarsi un pezzo di figlia.
“Guarda, la bocca della nonna Gigia!”
“Ohhh, quanti capelli! anche Alfonsino ne aveva così tanti quando è nato!”
“Le mani da pianista del fratello di nonno Riccardo, te le ricordi?”.

Tutti molto amorosi.
Alcuni entrano per la prima volta in casa nostra.
Inevitabilmente, dopo aver battezzato un mignolo o uno sguardo di Frollina, fanno anche uno screaning dell’appartamento.

E lodano la quantità di libri. Chiedono dove abbiamo comprato la libreria (una banale Billy dell’Ikea!). Quando sanno che è stato Tino – nella veste di uomo attrezzo – a montare il tutto, vanno in brodo di giuggiole.

In particolare le Prozie.
Le prozie di Frollina, le zie di Panzallaria.

Guardano i mariti con aria riprovevole – tu questo non lo sai fare, cazzone! – e poi rivolgono supplichevoli un sorriso all’uomo attrezzo, proponendogli cene, manicaretti, babysiteraggio, in cambio di consulenze tecniche di montaggio.

Alcune pensano alle tende. Altre alla libreria da mettere in cameretta.
Altre ancora si concentrano sui muri “dipinti con tanto gusto!”.

Tutte arrivano con lo sguardo amoroso della zia.
Sperano che la bimba si svegli per guardarle gli occhi.
Sperano che pianga per sentirne la vocina calda.
La toccano. La sbaciucchiano. La guardano e la commentano.
Nella gara delle somiglianze e del “come eravamo”.

Poi.
Poi si siedono sul divano.
Con una tazza di tisana da me preparata.
E cominciano a parlare.
Frollina è bella. Ok.
Frollina ha lo stampino di famiglia. Ok
Ora tocca a loro.
E allora c’è quella che non ha avuto figli e ci soffre, che racconta delle traversie amorose della figlia del II marito. E la vedi che intanto osserva le tue tettone piene di latte con nostalgia di ciò che non è stato.

Per lei non puoi fare altro che portarla su altri argomenti.
Il lavoro. Si, zia Grazia, raccontami del lavoro!

E giù con improperi al capo. Con storie di mobbing nazionale e con decisioni difficili da prendere.
Zia Grazia è sposata con un miliardario. Ne consegue che le sue difficoltà vertono spesso su argomenti molto diversi dalle mie.
Tipo: che forma di piscina può stare bene nel giardino della casa di campagna…

Poi c’è la zia Tosca.
Lei è una fine umanista.
E allora prima parla di libri. Per passare direttamente al suo psicanalista e all’evoluzione dell’anima sua, che ora ascolta di più, piange e si incazza di meno e ha tinto i capelli per agevolare il cambiamento.

E mentre Tino beve grappa con il marito, Tosca parla, parla, parla. Di tutto quello che le dà angoscia e non la fa dormire.
Della nonna malata.
Del fratello che non le parla più.
Del professore con cui si è laureata.
Di lei che è tanto brava ad ascoltare. Ora si.
Ma lo psicanalista le ha anche detto di non esagerare, che lei deve pensare a se’. E allora ti parla. Ti dice che le spiace se non viene spesso a trovarti, ma lei deve pensare a se’.

Poi c’è la zia Luisa.
Che discorre in dialetto milanese.
Che parla così veloce da stordire una mandria di buoi al pascolo.
Che si porta dietro lo zio e poi lo infama.
Mentre lui la guarda amoroso.

Che passa in rassegna tutti i vostri parenti. E di ognuno ha qualcosa da dire. Delle sue manchevolezze.
E’ molto dolce la zia Luisa. Ma non riesce ancora ad accettare la famiglia sgaruppata di mio padre, la stranezza di tutti quei fratelli orsi e lupi.

E allora ti racconta di quando aveva la fabbrichetta. Di quando sua figlia – quella santa donna di mia cugina! – era bambina e via di confronti.
Con Frollina.
Con mio nipote, figlio della cugina.
Con i sistemi educativi di oggi.

Giù a raccontare, a dissertire e a commentare.
E si arriva alle confessioni, prima riguardo ai parenti – che è sempre più facile – poi alla propria vita.
Ed io sul divano.
Passano le ore. Frollina si sveglia. Io tiro fuori la tetta, allatto, rutto, riaddormento.
Le pro-zie raccontano.
Si confidano.
Gli uomini, quando ci sono, bevono vino, annuiscono; facendo finta di ascoltare.
Poi è la volta della nonna. Mia nonna. Bisnonna della creatura.

Lei si commuove. Sono 50 anni che non esce di casa, altrettanti che non fa le scale. Ma per la pronipote questo e altro.
Racconta dei suoi parti.
Dei figli nati podalici.
Di come le hanno tagliuzzato la pancia.
Racconta di mio padre. Di quando lo chiudeva in terrazzo per allattare il fratello.
Capisco molte cose sulla mia educazione nazista.

La bisnonna riconosce il suo mento.
Da brava siciliana mi ricorda che vuole vedere anche il maschio.
Frollina dormemangiacaca.

La giostra dei parenti continua.
Io dal divano mi sento Marzullo. Che ascolta i suoi ospiti e fa domande assurde e spesso senza senso.

A volte provo a raccontare qualcosa anche io. Ma è inutile.
Il mio divano è quello dello psicanalista del parentame.
Loro vogliono parlare.
Se no a che servono i nuovi nati??????????

5 commenti
  1. La Meringa dice:

    E brava panzallaria! Dai che poi smettono di venire a visitarti e ti potrai dedicare alle vostre cosine.
    Io, però, fossi in te, penserei a lucrare su questa mandria di attempati umani che affondano le loro terga nei tuoi divani….chiedi soldi, istituisci un pedaggio. Qualsiasi cosa pur di trarre vantaggio da questi infiniti pomeriggi!
    Con simpatia!

  2. Broke dice:

    Piccola, vedo che l’essere diventata genitrice non ha minimamente intaccato il tocco lieve e magico della tua penna…pardon, tastiera.
    ti giuro che le zie le ho VISTE tutte ed erano una più bella e incantata dell’altra, ho visto anche le tende mosse dal vento della finestra aperta, ma questa dev’essere un’aggiunta mia vista la rigidità del clima dicembrino 😉 (però ci stavano così bene…).
    brava stella 🙂
    Broke

  3. Panzallaria dice:

    troppo buona Broke! 😉

    comunque, come abbiamo detto, ora mi ci metto a scribacchiare quei racconti di cui si è parlato…

    e magari ci infilo anche qualche prozia e qualche cugino matto…

    😉

    grazie a tutti. quando mi fate i complimenti (vedi anche Slim!) mi gonfio come un tacchino alla festa del ringraziamento.

    eheheheh

  4. Un altro me dice:

    Dio bono, questo sì che è scrivere; con la rara capacità di sapere osservare e di trovare le parole giuste per raccontare, sfaccettare la resa.

    Grande grande Panzallaria. Anche per l’infinita pazienza con cui è in grado di affrontare situazioni critiche: personalmente preferirei stare sveglio un mese di fila per i pianti della bambina.

    Racconti? Ho un amico editor che potrebbe fare al caso tuo.
    Vedremo finalmente un libro panzallariuto?

    OK, ora mi siedo sul tuo divano, mi travesto da zio e ti narro: ho conosciuto da qualche giorno una tipa interessante, secondo te..

  5. Slim dice:

    Pensa a quante baby sitter avrai!! Io comunque ancora non riesco a separarmi da lei, il solo pensiero di lasciarla con qualcun’altro che non sia Matt mi fa venire l’ansia.

    (Scrivi scrivi scrivi!!..dividi il tuo talento con altre persone. Di cose da dire ne hai e le sai esporre in maniera cosi’ fluida,non lasciare scivolare via il tuo talento)

    Come vanno le colichette?
    Slim

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