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Quel che mi rimane più impresso sono io che guardo l’orologio appeso ad una parete verdeacido.
Io che sento tutto uno svuotamento, sento una fine ed un inizio, un sentimento nuovo nella pelle e nel cuore e sulla pancia.

L’orologio segna le 3.01. Lo ricordo con una perizia millimetrica, anche sulle lancette dei secondi.
Ricordo la voce pugliese della bellissima frikettona che mi ha assistito, pronunciare quella parole che ti cambiano la vita “Silvia Panzallaria nasce alle 3.01 del 18 dicembre 2006”.

Io che caracollo e mi rilasso e rilascio ogni fibra, spossata, del mio corpo. Gli occhi, dice Tino, mi sono roteati all’indietro, la testa mi si è mollata sul cuscino.

Le gambe tremano come non è mai accaduto. Le chiedo “E’ viva?? è viva????” in un automatismo emozionale che non so da dove arrivi…

Lei mi dice si che è viva, ed è piena di capelli la Silvia Panzallaria, la devi portare dal parrucchiere appena esci di qua, continua la frikettona!

Tino la guarda e la trova brutta, mentre invece è una bambina bellissima e lo sa anche lui solo che è scaramantico ed è meglio dire così, che chissenefrega se è brutta, lei ha 2 piedi, 2 mani, 2 occhi, respira, vede, sente.

La Silvia Panzallaria piange, ma non subito. E mi guarda come si guarda un mondo nuovo e diverso da ciò che conosci.
Apre immediatamente la bocca. La bocca che mi vuole mangiare.
La Silvia Panzallaria respira ed è tutta sporcaccina di me.
Ma noi ce la prendiamo addosso, Tino ed io, verdi di fatica e dei tre giorni di attesa.

Non volevo farla uscire, la Silvia Panzallaria.
Lei a bussare e il mio utero a rimanere chiuso.

Prima il 16 dicembre doveva nascere. Ma il 16 dicembre finisce e io sono ancora lì a contrarre. Tino mi tiene la mano, Tino mi consola e mi dice che mi porterà un panino al prosciutto crudo, appena nasce la Silvia Panzallaria.

Perché il prosciutto crudo non lo mangio da 9 mesi, per via della toxo e me lo sogno anche alla notte.
Insieme alla piadina.

La Silvia Panzallaria fa i pop corn nella mia pancia per tutto il 17 dicembre.
E noi a camminare avanti indietro.
Io – come i cani assetati – a respirare.

Poi arriva la sera e giunge la notte.
Giungono i momenti più duri. Quando il travaglio diventa travaglio vero e le contrazioni mi spaccano le ossa per far posto alla creatura.
L’ostretica è giovane e frikettona. Ha il mio nome e viene dalla Puglia. Parliamo di tante cose, scherziamo anche – che non l’avrei mai detto – e Tino si dà da fare.
Non solo per noi, ma anche con consigli su come arredare la sala parto dove passo 10 ore.

L’orologio segna le 3.01 quando Silvia Panzallaria fa capolino nel mondo.
Io non so bene cosa provo.
Piango, come nei migliori dei copioni.

Mi innamoro subito? No, credo di no.
E’ come quando conosci un uomo, ti piace, ti piace molto. Magari ci vai anche a letto presto, dopo pochi appuntamenti. E ti svegli la mattina che senti quell’aria frizzantina sulla pelle, quel senso di primavera e novità. Non sei innamorata. Non sai cosa accadrà. Ma sai che quel momento è bello e nuovo.

Poi ti innamori. E tutto si complica, perché l’amore è un sentimento complicato e intricato che ti lega ad una persona.

Ecco, io – diciamo – sentivo l’aria frizzantina il 18 dicembre.
Questi 4 mesi mi hanno fatta innamorare.

I suoi occhi spalancati sul mondo, quando guarda le foglie mosse dal vento e ride e spernacchia alle foglie.
La prima risata. Inaspettata.
Perché io ho fatto oscillare un banale omino di legno appeso alla sua porta.

La prima linguaccia. Fatta a me e a suo padre mentre la cambiavamo.
La prima pernacchia o quella volta che ha afferrato un oggetto.

O quando mi ha riconosciuta fra tanta gente. Ero io che cercava: la sua mamma.
Ero io che agognava.

La prima volta che siamo andate in piscina e lei ha tirato quell’urletto, al momento di andarsene, che non avevo mai sentito. Un urletto di gioia “mamma, mamma, voglio stare qui!!!!”.

La Silvia Panzallaria oggi ha 4 mesi.
Ne abbiamo condivise in questi mesi. Ci siamo conosciuti e riconosciuti. Abbiamo imparato l’uno dall’altro, noi tre, in questi 4 mesi.

Sembra ieri che erano le 3.01.
Che la vedevo per la prima volta.
Che la tenevo tra le braccia e non capivo bene cosa stesse succedendo.
Che svenivo sul letto della sala parto. Per la stanchezza infinita, perché nascevo di nuovo anche io.

Allora non mi era mica chiaro.
Come tutte le nascite, per un po’ ho avuto il vuoto.
A tratti – ora – ricordo i pezzi di quelle giornate. I momenti salienti della nostra nascita. Per lei la prima, per me la seconda.

Ora recupero pezzi e sensazioni. Che si arricchiscono dell’amore che ora provo, che allora immaginavo soltanto.

Lei che è nata nella numerologia perfetta del 3 e dell’1, degna figlia di un padre che ci ha fatto pure una tesi sulla numerologia dantesca…

Il 18.12.6 alle 3.01.

Silvia Panzallaria.
Che stanotte mi ha svegliata alle 3.
Con un urlo, un sorriso e una pernacchia…

15 commenti
  1. stregacciabuona dice:

    Splendido racconto… io non ho ancora avuto il piacere di mettere al mondo una creatura, perchè ancora non ho trovato un uomo degno di essere chiamato tale, nonchè padre dei miei figli!!!!
    Ma grazie a questo racconto stamattina ho vissuto la tua di emozione… Grazie panz…

    PS: ma perchè hai dato “4” come titolo al post? C’è qualche teoria di numerologia dietro? 🙂

  2. Panzallaria dice:

    Si, cara Stregaccia.
    Oggi la frolli compie 4 mesi e mi piaceva mettere solo il numero…
    😉

  3. Il Ciappetto dice:

    Che carina l’idea dell’aria frizzantina che precede l’innamoramento.
    è proprio vera.
    e penso che a differenza di un uomo, l’amore per un figlio è veramente puro e incondizionato.
    Di un uomo, col tempo, ci si può anche disinnamorare.
    Del proprio figlio mai.

    In realtà questo mio pensiero cozza un po’ con le prediche del Vangelo nonostante io mi sia sposata in chiesa e abbia fatto battezzare Ciappina.
    Ma non riesco proprio a condividerlo…

  4. angela dice:

    che bello,panz…
    che bello…
    e come ti capisco,come anche io ho vissuto tutto così!
    sono un pò assente ultimamente,ma ora mi disimpegno da tutto e ti racconto anche io i miei dieci anni fa!
    baci affettuosi da milano e da angela e georgette.

  5. stregacciabuona dice:

    Hai ragione… è vero!!! Oggi è 18… non ci stavo pensando… Allora tantissimi auguri alla frolla che cresce sempre di più e diventa ogni giorni più bella!!!

    PS: ma le avete davvero tagliato i capelli e questi sono ancora capelli di nascita???? 😀

  6. Panzallaria dice:

    tutto come mamma l’ha fatta…figurati se la porto dal parrucchiere! tze! ci andrà quando avrà un suo stipendio…:-)

  7. Sabrina dice:

    Ciao Panzallaria! La mia dpp era Domenica e invece eccomi qua a scriverti!!! Niente anche Alessia se ne stà bene nella sua piscinetta privata e non ne vuol sapere di conoscere mamma e papà che invece fremono :fou:
    Che emozione, non vedo l’ora…
    Uffi mi tocca di aspettare!

  8. Panzallaria dice:

    @sabrina abbi pazienza, se succede come a me, io sono andata avanti 9 giorni…

    in bocca al lupo.
    se puoi facci sapere!!!

    e se hai bisogno di consigli (quando ti sentirai inadeguata e ti sembrerà di fare tutto sbagliato – che stai sicura che capita ma tu non ti sentire una merdina, ci siamo passate tutte e poi cambia), mi raccomando scrivimi…

  9. stregacciabuona dice:

    Hai ragione panz… con quello che costano i parrucchieri!!!! Però mi sa che se la frolla continua così tra un po’ si ritroverà tipo il cugino it della famiglia addams… 😀

  10. Iorek dice:

    L’amore e’ una donna che ti abbraccia da dietro la mattina dopo e ti chiede cosa vuoi di colazione.
    Bellissimo post, accidenti.
    Iorek

  11. silbietta dice:

    Auguri auguri auguri…..dalla vitellina che ieri ne ha fatti 21….
    dai silvietta che la riprendi!!
    A proposito….la vitellina invece ha avuto fretta di uscire…è nata di 39 settimane ed è riuscita ad anticipare pure il parto programmato….
    Io invece sono nata 15 giorni dopo la data presunta del parto….
    Mi sa che è il nome che influisce.
    Un saluto,

    Silvia alias silbietta.

    P.s. Mi piace un sacco come scrivi!!!

  12. La Meringa dice:

    Pensa che proprio ieri sera pensavo a te, che sei l’ultimo parto di mia conoscenza. E a come ci si doveva sentire bene ad aver già finito tutto….Io domani decido la data….
    Ah, comunque, la prima pernacchia è nulla in confronto al momento in cui dirà “mamma” guardandoti negli occhi…..

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