Addomesticare

C’è un libro che un tempo mi ha cambiato la vita.

E questo post non è un meme o come diavolo si chiamano le catene di sant’antonio digitali che ti obbligano a fare delle cose per il senso di colpa di non offendere qualche blogger che leggi e ti legge e che stimi e ti stima, ma tanto io non lo faccio lo stesso, non nominatemi, vi prego.

Insomma, c’è un libro che parla di giardini, rose e – soprattutto – amicizia e quel libro lì, a suo tempo, quando doveva, ha funzionato da semino.

Mi si è piantato in testa e mi ha cambiata. Profondamente.

Che era proprio un periodo bruttobrutto per la mia vita individuale quello lì e quel libro, che mi ha regalato una persona che ho amato molto e con cui parlavamo alla notte in macchina e guardavamo l’alba e i bambini che andavano a scuola e noi eravamo ancora lì a parlare e fumare sigarette nella macchina sui colli, quel libro lì, in un modo o nell’altro lo conosciamo tutti.

A me mi ha cambiato la vita.

E mi ha fatto pensare che tutto un bagaglio di sofferenze che mi portavo dietro non poteva bloccarmi, perché il mondo è fatto per la gente e la gente dovrebbe essere fatta per amarsi, volersi bene, cambiarsi, confrontarsi.

E allora. Allora quando perdi qualcuno – per sempre o solo perché lo avete deciso – allora è stupido pensare che se quella persona lì non la conoscevi soffrivi meno.

Perchè se non la conoscevi non avresti mai conosciuto il colore del grano e ogni cosa sarebbe stata solo come un paesaggio di una pubblicità: bello ma che non ti dice niente.

E allora era ieri che dovevo scrivere questo post, perché il 23 luglio per me ha un valore speciale, terribile e speciale, ma lo scrivo oggi che ieri non me la sono sentita e ho preferito parlare di cacca e di fine settimana al lago.

Era ieri che dovevo copiare queste frasi.

Che poi mi hanno fatto piangere un po’ anche ier l’altro.

“Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!”

E rise ancora.

“E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere…E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: “Si, le stelle mi fanno sempre ridere!” e ti crederanno pazzo. 

Il piccolo Principe, Antoine de Saint-Exupery

Lasciatevi addomesticare. E’ bellissimo.

5 commenti
  1. Ida dice:

    Io ho fatto la parte dell’uomo che contava le stelle a teatro! E’ una meraviglia di libro! Sei un mito, Panz.
    Fammi in bocca al lupo, eh!

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