Mondi paralleli

Mondi paralleli.

Uno di giorno, uno di notte. Uno quando fa caldo e i bimbi sono svegli, l’altro quando girano i basianot (bacianotte) come si dice qui da noi.

A volte mi sembra quasi che questa strada sia il confine simbolico tra questi due mondi, che di giorno pulluli di gente operosa e bambini urlanti a passeggio, di notte risvegli chi va a letto tardi.

Personaggi di ogni genere.

Dallo studente universitario che ha bevuto un po’ e si gode la fine degli esami, al tamarro di periferia che fa i garoni con moto e macchina.

Ogni notte succedono delle cose. E fa caldo. E la finestra deve stare aperta se no qua ci trovano tutti e tre squagliati.

Succedono delle cose più o meno rumorose. Passa gente fino all’alba, più o meno rispettosa dell’altrui sonno.

E io, che a tratti mi sento tanto zitella vecchia, a volte vorrei gettare in testa al cafone di turno che urla sguaiatamente nella notte, un secchio di acqua ghiacciata.

Come quella volta là che avevano appena aperto il primo irish pub di Bologna e ci ero andata con una mia ex collega fighetta fighetta e io mi sentivo un po’ fuori luogo e volevo tornare a casa ma non guidavo io.

Eravamo tutti fuori con la birra in mano, ricordo c’era uno, un amico di questa mia collega, che tentava di farmicisi.

Fidanzatissimo, dieci anni più di me, i soldi che gli uscivano anche dal buco del culo, voleva farsi proprio la sottoscritta. Quelle cose un po’ esotiche, che poi le racconti agli amici. “Guarda un po’, mi sono fatto la tipa del volgo!” e io invece non cedevo e mi stavo anche rompendo le balle a parlar di niente.

Così mi ero messa in un angolo, lì fuori al freddo, mentre centinaia di persone parlavano di niente. E ad un certo punto splash! una tipa dalla finestra ha gettato a caso, sulla folla, un secchio d’acqua ghiacciata a dicembre e splash! ha preso proprio e solo me!

Insomma, certe sere vorrei fare come  quella tizia di via del pratello angolo un’altra via, vorrei prendere gli stronzi che urlano sotto casa mia alle 4 del mattino, metterli in fila e buttargli addosso secchi di acqua ghiacciata.

O olio bollente.

Ma visto che poi mi sentirei troppo vecchia non lo faccio, mi tengo la tachicardia da cardiopalma quando mi svegliano con una sgommata e con un urlo, bofonchio qualcosa con Tino e poi continuo a dormire.

A volte questo mondo nottambulo prende il sopravvento e mi entra fino nei sogni.

Così, per esempio, stanotte sognavo che mi avevano invitato ad una convenscion del partito democratico e allora volevo andare a parlare con Prodi per spiegargli la figura di mmerda che sta facendo e che a noi comunisti ci viene un po’ vergogna e volevo farlo appendendogli un cartello al collo, ecco stanotte stava accadendo questo nella mia mente e sono arrivati loro.

Potevano essere in due e secondo me erano alti e lunghilunghi e un po’ sfatti da gente che si impasticca. Si sono messi ad urlare in maniera bestiale. Per poco non si picchiavano e allora io che stavo andando da Prodi, mi sono voltata e li ho visti lì, nel mio sogno, che mi rincorrevano con una mazza, perché erano le sue guardie del corpo e urlavano e urlavano e mi volevano menare.

E quando ho aperto gli occhi con il cuore in gola, allora era sparito Prodi e anche la convenscion ma questi urli erano ancora lì, in strada, dabbasso.

Oppure come quella volta che ero in vacanza al mare con Tino e la frollina che dormiva sul gommone ed è arrivato un motoscafo e ha cominciato a sgommare nell’acqua, con un rumore assordante e tanti spruzzi sulla frollina. E anche lì, stavo sognando beata ed è arrivata una moto stronza e il casino è entrato nel mio sogno.

Poi finisce la notte. E la mattina per strada ci sono i vecchietti sfatti dal caldo che vanno sotto gli alberi a prendere un po’ di refrigerio e poi ci siamo noi mamme e quelli che lavorano che corrono qua e là.

E quel mondo della notte torna in letargo fino alla sera dopo, fin quando non torna a farmi visita nei sogni.

8 commenti
  1. Chiara dice:

    Tu almeno puoi incazzarti, ché si tratta di esseri umani.
    Io l’altra notte ho rischiato un infarto per una civetta. La str***a si è appollaiata sul mio davanzale (finestra aperta, of course) e ha cacciato un urlo acutissimo a 200 decibel, improvvisamente.
    Ho fatto un salto nel letto e la cena mi si è pietrificata nello stomaco.
    È proprio vero che il canto delle civette porta il morto: d’infarto!

  2. il musicante della brettìa dice:

    frò, tesoro, non devi mangiare la trippa di sera…

    Comunque quand’ero bimbo io e sotto casa i giovanotti facevano casino, mio papà scendeva con il nerbo di bue… magari ne porto uno al Tino dalla calabria a settembre 🙂

  3. Il Ciappetto dice:

    …gia Panz…
    ecco perchè ho convinto Grande Ciappetto a venire a vivere fuori città…
    prima lui viveva sopra un semaforo di una via trafficatissima e d’estate si barricava in casa col condizionatore.
    è ancora lì che mi ringrazia (a modo suo…!)

  4. Schifezza dice:

    Io abito in un tranquillo borghetto medievale e non invidio la vita di città…
    Però stamattina la sveglia alle 6.00 con il camion di Hera è stata una gioia…si può buttare olio bollente su un camion? si ottiene un qualsivoglia effetto???
    Baci!

  5. Doctor Viveur dice:

    ma che polizia, ma per favore! Io sono uno dei supereroi contro la municipale!
    Tanto tamarri e buzzurri restano tamarri e buzzurri, a meno che non si educhino con buoni esempi, e piuttosto che fare intervenire lo sceriffo Coffi meglio mantenere la calma, girarsi dall’altra parte e magari abbracciare il buon Tino e riaddormentarsi placidi.

    Piuttosto, appoggerei una eventuale crociata contro i mafiosi dell’Hera…

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