Lessico familiare

La frollina comincia a campanare ciò che diciamo Tino ed io.

Ieri ho fatto una finta e le ho detto che ero al telefono con papà che chiedeva di lei (mentre invece ero al telefono con una amica che mi raccontava zozzerie) e lei ha capito.

Benissimo.

Tutta un sorriso è diventata la furbetta ( a proposito: le ho tagliati i capelli perché stava morendo di caldo…a malincuore ma visto che non è un bambolotto, ho pensato di farle cosa gradita).

Ha allungato la manina verso il cellulare.

Insomma. Bisogna che Tino ed io ci diamo una regolata.

Tutti quei cazzo, minchia, stronzo, facciadicùlo, tiodio, ti tradisco, maledetto il giorno che ti ho incontrato, se vendiamo la frollina a tranci guadagniamo di più che tutta intera, mi fai schifo, il nostro è un rapporto logorato, stasera rutto libero

con cui ci divertiamo e ironizziamo il Tino ed io, dovranno essere banditi.

In pratica.

Ho pensato.

Che il nostro lessico familiare si dovrà ridurre a qualche UUmm di assenso e Uff di noia.

Perché – davvero – mi risulta difficile pensare al mio rapporto senza quel dolce e gradevole modo di confrontarci…

Ma la nostra Badante Sarda (l’amica Sardina) che si sta laureando in scienze della formazione e quindi ci ha il titolo di parlare, domenica ha molto sgridato noi altri perché dice che la frollina non ha il senso dell’ironia e perché dice che poi all’asilo se ripete le porcherie che diciamo noi la ghettizzano e le maestre ci chiamano sempre là e – al limite, dico al limite – ci mandano gli assistenti sociali.

E noi non vogliamo gli assistenti sociali vero????????

16 commenti
  1. Chiara dice:

    Anch’io mi sono chiesta quanto Amelia (e suo fratello prossimo venturo) assorbirà delle nostre parolacce e dei nostri sfottò reciproci.
    Non lo so, ma non mi sembra giusto epurare più di tanto il nostro linguaggio. Non sono capace di incanalare la mia furente vis polemica in “porca pupazza, vaffanzum, cavolo”.
    Del resto, stiamo in una cascina dove le parole più gentili che volano sono le bestemmie dei mungitori (anche in dialetto indiano, per la gioia dei poliglotti) e dove l’orgoglio di esibire le imprese erotiche del toro da monta è più forte di qualsiasi pudore, dove le vacche pronte per la monta si ingroppano allegramente davanti alla sala mungitura… insomma, farmi venire un’ulcera a furia di reprimere parolacce mi sembra una goccia nel mare… 😉

  2. Il Ciappetto dice:

    Mi sa che dobbiate stare un po’ attenti se non vuoi che la sua prima parola sia MMMMMMMM…………Minchia!
    Io con la Ciappina mi trattengo, al massimo dico che casino o che due palle, e lei poi lo ripete a me quando divento pesa! Ma rimane tra noi, almeno spero!
    Per il resto una volta a suo padre gli è partito un “cazzo” fulminante e lei fingendo (?) di non aver capito “papi ha detto gatto?” e io “gia, ha detto gatto….”

  3. Chiara dice:

    Mia sorella, la mamma super-accessoriata nonché perfetta, da quando sono nati i figli adotta uno sfiancante coprifuoco linguistico a cui tutti dobbiamo attenerci, condito di biip strategici e sinonimi improbabili. Risultato: un giorno mi è sfuggita la parola “casino” (da quando è una parolaccia???) e il mio nipotino di quattro anni mi ha corretto: “Non si dice casino, si dice caose” (in romanaccio squisito). Ebbene sì, prima di diventare madre degenere ero anche zia degenere. Questa sì che è coerenza.

  4. Panzallaria dice:

    credo che adotteremo una via di mezzo tra lo scialo linguistico e la strada del purismo verbale…anche se mi pare si potrebbe scrivere un tractatus sulle modalità adottate da ogni genitore per correggere la propria abitudine alle parolacce.
    C’ho un amico che tutte le volte che “gli scappa” una parolaccia va in terrazzo per poterla dire…mi fa molto ridere a me sta cosa.

    diciamo che noi cercheremo di limitarci/contenerci, ma se una volta scappa, vedremo: nel senso che in questo brutto mondo, sono d’accordo con chiara, alle volte le parolacce sono il meno…

    comunque non vedo l’ora di vedere tino che si inventa nuovi modi per mandarmi al diavolo… 😉

  5. billo dice:

    anche noi super autocensura.
    una sera che litigavo al telefono col coinquilino, poi il bimbillo si è messo a ripetere ‘fanculo a tutto spiano.
    roba che se chiamava mia mamma e lui glielo diceva, poi le dovevo mandare un defibrillatore seduta stante.
    billo più panzallaria che mai….;)

  6. Poesia dice:

    Purtroppo è verissimo che i bambini piccoli non conoscono l’ironia… però qualche parolaccina ogni tanto è pure terapeutica, dai 🙂

  7. Doctor C. dice:

    Non ho capito un paio di cose.
    Ma stavi dicendo zozzerie al telefono con la badante sarda?
    Ma poi Frollina rischia il favismo?
    Ma quando dorme si può mandare a cagare qualcuno?

  8. Chiara dice:

    A proposito di parolacce, ma avete visto ieri al TG quando Buttiglione, intervistato davanti al parlamento, si è esibito in questa perla: “Non c’entra un c…. un accidente!”. Chiara

  9. Slim dice:

    E’ da quandi isa e’ nata che ripeto a Matt lo stesso discorso.
    Nostra figlia dira’ fuck molto prima di dire qualsiasi altra cosa, questo e’ sicuro.
    Baci

  10. Michy dice:

    Noi abbiamo fatto un po’ di pratica in vacanza, con le nipotine di 3 e 6 anni dovevamo bandire ogni parolaccia…anzi avevano un’amica a cui avevano insegnato che nemmeno “stupidina” si poteva dire…aiutoooooooo

  11. angela dice:

    la figlia della mia amica più cara è stata allontanata dall’asilo dopo una bestemmia.
    è stato umiliante per i genitori e tragico per la piccola.
    una bestemmia!
    porco d..!!!!
    no no no,non si fa,difronte ai piccoli io credo non si debba parlare male…nè bestemmie,nè parolacce,nè altro.
    è una questione di rispetto verso di loro,verso i bambini.
    chiunque nella vita parlerà loro con coloriture più o meno azzardate e volgari:il marito,gli amici,la moglie,i colleghi,chiunque…ma non la mamma e non il papà.
    io cerco di trattenermi…un errore prima o poi lo farò,ma l’intento è quello di mostrare a giorgia il massimo rispetto,anche nel linguaggio che le insegno…del resto le persone ammodo anche nel linguaggio a me piacciono molto.
    brava,hai fatto bene a tagliare i capelli a frollina,chissà che bella.
    baci

  12. Letizia dice:

    Hai perfettamente ragione! Mio figlio, 4 anni l’altro giorno se n’e’ uscito cosi’… ” papa’. echecaXXo, la fai finita???”. Ora, premesso che vivo in America, che lui va all’asilo, dove si parla esclusivamente inglese, che non frequentiamo nessun italiano qua (Dio me ne scampi!)… non posso certo giustificarmi dicendo che lo ha imparato a scuola!!!! Non e’ che si dicano grandi parolacce a casa, ma mica e’ facile rialzarsi dopo che ti sei fatta una bella scivolata per le scale (con annessa sederata e distorsione di un polso) e dire soltanto un “porca paletta”!!!
    Pero’ sono daccordo anche io, le parolacce andrebbero un po’ limitate, non e’ bello sentire un bambino che dice queste cose, anche se c’e’ chi ci si diverte!!!!
    Un bacione e complimenti per la frollina, e’ veramente uno spettacolo!!!!!!

  13. Panzallaria dice:

    noi bestemmie non ne dicevamo prima, ne’ tanto meno ne diremo ora che c’è la frollina: è una questione di rispetto per i credo delle persone e anche se noi non siamo cattolici non ci sembra affatto una bella roba bestemmiare, per cui credo che quel problema con frollina non ci sarà.

    per quanto riguarda le parolacce in genere, ci limiteremo, staremo attenti ma senza talebanismi. Se ne scapperà una vedremo cosa succede…

    io credo che l’educazione dei figli passi soprattutto attraverso il dialogo, anche quando sono piccini, per cui non ho intenzione di far credere a mia figlia che i suoi genitori non dicono parolacce o che se ne dicono sono colpevoli di chissà quale reato…

    un buon linguaggio senza parolacce è importante (questo post è volutamente ironico, non siamo dei malaparolai noi altri…) ma NON DIRO’ mai porcapaletta…;-)

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