Partire

Oggi che la frolla compie dieci mesi, che il muco sembra arrestato e che anche la sottoscritta sta meglio, mi piacerebbe partire.

Leggo un bellissimo post di Yenibelqis su Roma e vorrei partire. Andare, viaggiare. Con figlia a carico, con Tino al fianco.

In un’archetipo assoluto del viaggio familiare; di quelli che ti sogni e poi non sono mai proprioproprio così, ma quando sali in macchina, che sei pronto per partire, allora ti sembra che sarà tutto perfetto e ti passa quel brividino dell’aspettativa lungo la schiena.

Come quando eri piccina e partivi per le vacanze, che sognavi di essere già in campeggio, di aver montato la tenda e che potevi partire per l’esplorazione del campeggio. Che sognavi il mare e di incontrare nuovi amici e che ci sarebbe stato sempre il sole e l’acqua cristallina e tiepida e voi sareste stati felici.

Poi non era sempre così, ma intanto attendevi con ansia il giorno della partenza, guardavi tua madre fare le valige e non vedevi l’ora di caricare la macchina e partire.

E adesso mi è tornato quel brividino lungo la schiena. C’ho voglia di partire; c’ho voglia di andare. Forse a Roma, a vedere qualche mostra, a camminare in mezzo ai Fori, a far respirare quell’aria quasi marina alla frollina.

C’ho voglia di andare a Napoli, che io Napoli non l’ho mai vista.

Oppure sulle colline vicino a Firenze, o quelle del parmigiano, con i castelli e le foglie gialle e rosse dell’autunno.

Ho voglia di riempirmi gli occhi di cose, di vedere mia figlia che ride perché arrivano bambini diversi da quelli che vede ai suoi giardinetti, perché passa un cane che correndo muove tutte le foglie cadute e si sente quel profumo, quel profumo di muschio e umidità e erba bagnata che è tanto autunno.

Ho voglia di infilarmi il maglione, di mettermi un cappello, di prendere la macchina fotografica. Ho voglia di fare i nostri giochi da macchina, con Tino che ci raccontiamo le storie, io inizio e lui continua e io continuo e poi non si finisce mai e le parole di queste storie devono iniziare sempre con la stessa lettera, che se no, non vale.

E poi c’è che quando ci fermiamo negli autogrill, ci prendiamo un caffè e poi ci diciamo “questo caffè era più buono di quello dell’altro autogrill” oppure ” questo caffè sapeva di cicoria, che schifo!” nella nostra personale classifica dei caffè.

E poi c’è che quando siamo arrivati nel posto dove dobbiamo arrivare, ci piace guardarci intorno ben bene, studiare nei dettagli la stanza, il panorama, le strade, nella nostra personale geografia mentale di questa relazione.

Ho voglia di partire.

Ho voglia di Terme. Di buttarmi in una vasca termale, anche se lì la frolla – forse – non potrebbe venire…

di guardare il cielo azzurro, con l’aria pizzichina di ottobre e io sono immersa nell’acqua. A panzallaria, come piace a me.

Mentre Tino mi tiene una mano e anche lui è a panzallaria, e andiamo in giro così, a panzallaria nell’acqua, a occhi chiusi e a occhi aperti, in un bagno di relax termale…

Ecco, in questi miei sogni non succede mai che c’è l’emergenza pappa,pannolini, pianto incontenibile o mal d’auto della frolla.

In questi sogni, che l’ho poi detto, sono l’archetipo dei viaggi, nostra figlia è una bambina buonissima quando serve, simpatica e frizzante all’occorrenza.

Di quelle bambine che tutti ti fan i complimenti, che le hai educate bene, che sono serene e non rompono i maroni più di tanto…

In questi sogni, la frollina non si sveglia alle 5.40 del mattino, con la precisa voglia di giocare e non inghiotte uno scontrino trovato chissà dove che mi fa prendere un colpo e devo farle il colpo di nonsochi sulla schiena per farglielo vomitare fuori e poi mi resta il cardiopalma per mezz’ora e allora per l’ansia passo l’aspirapolvere per tutta la casa e raccolgo ogni minina cacata e le punto addosso due occhi così che sembro un faro.

In questi sogni ho il tempo di farmi lunghe doccie, la mia pelle è morbida, profumata, depilata e ho capelli lucenti e sono magra al punto giusto e le mie tette sono quelle di una volta che stan su da sole e il mondo mi sorride, ho un lavoro bellissimo, forse ho anche scritto un libro di successo e la mia casa sta in riva al mare.

Partire

voglio partire

5 commenti
  1. la coniglia dice:

    ….partire è il sogno proibito di tanti. Forse di tutti. Perchè partire ti fa staccare e sognare, proprio come dici tu. Cose che magari non succederanno o altre che proprio non pensavi…Pensa che io sogno addirittura ad occhi aperti stralci interi di viaggi. Mi vedo in giro con la mia valigina(che nella realtà è sempre una valigiona) bella come non mai e non stanca, non paga di veder cose nuove. Mi vedo nei bar. Nei posti che non ho mai visto, a tirar su il naso davanti a quel monumento li, a scattar foto e a pensarmi già musiche e immagini per un ipotetico filmino…partire, viaggiare. Come vorrei fosse vero!

  2. Slim dice:

    Parti Panza. Domani sera fate una pazzia, prenotate l’hotel, pensione, b&b e andate verso nuove avventure.

    (ti rispondo domani ..oggi ho “sprecato” il bonus computer per scrivere il post sul compleanno di Isa)

  3. Pietro dice:

    …..se vuoi ti invio la mia cartella dei preferiti “Viaggi”…..giri l’italia e il mondo per qualche giorno di seguito a forza di click…… Ho almeno un centinaio di posti da andare pronti nel cassetto…quando vuoi te la mando

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