Sueggiù

A volte l’umore è su, a volte l’umore è giù. Il tempo, quello ci dà una bella botta. Ma non solo. Il fatto che la Frollina abbia iniziato un periodo di capricci intensissimi, di notti dormite a singhiozzo e sveglia – puntuale – alle 5, contribuisce. Ma non solo.

Diciamo che la cosa che più mi preoccupa, la cosa che maggiormente mi rende umorale e piena di pensieri (che a dirlo di me c’è abbastanza da ridere…) è il lavoro.

Sempre lui, porco cane.

Come il protagonista de L’uccello che girava le viti del mondo di Murakami non riesco ad avere nella testa un’immagine.

Nel senso che non riesco a vedermi completamente in niente, a livello professionale.

Ciò che ho tentato di conquistare faticosamente, mi sembra una manciata di terriccio umido, come quando pulisci un vecchio vaso e ti accorgi che ne è rimasto di chissà quale pianta, di chissà quale epoca geologica.

Ti rimane questo terriccio umido tra le dita, sai che un tempo al suo posto c’erano dei fiori di cui magari andavi pure fiera quando la Magda dalla finestra ti diceva “ma che bella pianta, signora Panzallaria!” e ora non ti ricordi nemmeno più com’è andata la storia di quella pianta, ma che pianta era poi?

Solo terriccio sotto le unghie che diventano nere.

Mi sento così certe volte, come quella che trova il terriccio, solo che non stiamo parlando di fiori ma della mia vita professionale, del fatto che spesso mi ritrovo a chiedermi se ho fatto bene o fatto male a fare delle cose, che mi chiedo come andrà, ora che c’ho una figlia che ha bisogno di me e alle volte tutto il resto del mondo sembra fermarsi.

Così l’umore va sueggiù e non sempre c’ho la battuta pronta, non sempre c’ho il sorriso allegro della panzallaria;

come quando vedo il ragazzo che vende PiazzaGrande all’angolo che c’ha freddo e mi supplica di guardare nell’armadio se c’abbiamo una giacca invernale che ci avanza, che lui c’ha freddo, trema in un giacchino primaverile ma mantiene il suo sorriso di dignità.

E io mica ci avevo pensato a questa cosa del freddo, io mica ci avevo pensato che forse ho qualche giacca in più nell’armadio che ammuffisce e intanto qualcuno trema qua fuori.

Come quando mi rendo conto che sono molto nervosa. Mi chiedo perché ma non troppo, che quando si è nervosi non è il caso di chiedere a se stessi, bisogna mettersi ad aspettare e a guardare che succede, bisogna ascoltare, non chiedere.

E lo so che i motivi per cui sono nervosa sono tanti e molti stupidi e che questo mondo qua ci fa essere un po’ nervosi per cose stupide, mentre uno dovrebbe fermarsi e leggere, leggere del mondo, guardare del mondo e ascoltare del mondo.

E invece, quando siamo nervosi, ci chiudiamo come cozze, ci incistiamo nei nostri pensieri come me stamattina che sono uscita da Billi che c’avevo un gran freddo e pure un residuo di mal di gola e pensavo questa cosa del lavoro, che tra una settimana c’ho 34 anni e sono grande e invece vivo come una che fa la ragazzina e che cerca la sua immagine e che io l’immagine mia e del lavoro in generale, la perdo molto in fretta e non so bene cosa voglio e poi che finalmente oggi la frollina è dai nonni e posso ricominciare con tutti quei progetti che mi sogno alla notte e vedremo cosa succede e mentre ero lì che mi chiudo la giacca che fa freddo, un freddo belluino, questo uomo a cui ogni tanto offro la colazione o dò qualche spiccio, mi guarda e mi dice “ho freddo, scusa signora non è che hai una giacca?” e ho sentito che anche il mondo.

Anche quello

Va sueggiù. Ma più giù e più spesso.

5 commenti
  1. Chiara dice:

    Il mondo, a saperlo ascoltare, ci interpella fin troppo spesso. Sul lavoro, un po’ ti capisco. Mettici che tra poco devo tornare al mio e che mai come adesso mi piacerebbe mollare tutto per il mio lavoro vero, quello che al 99% non farò mai se non nei ritagli di tempo….

  2. Dottor C. dice:

    Il mondo è una enorme merda come nessuna, più cresco più mi si svela il vero senso di quella frase per cui Dio ha un senso dell’umorismo macabrissimo.

    Dacché vi ci ritroviamo, bisogna trovare il modo per sfangarsela.

    Mi vengono in mente due cose:
    1) sforziamoci di farci venire un’idea per collaborare (un po’ alla Leopardi della Ginestra, un po’ alla Carlo-Panza Enterprise – Contenuti per il Mondo, tra Cervantes e Star Trek);
    2) trasferiamoci tutti in un qualsiasi altro Paese (magari la Svezia), che il nostro, in argomento di merda, è un po’ più marrone degli altri…

    Io però quando sono nervoso mi chiedo, e vedo di risolvere in qualche modo, che se sto là ad aspettare probabilmente combino qualche guaio…

    Scusa la risposta ottimistica, ma non me ne venivano altre..

  3. Arianna dice:

    L’insoddisfazione che deriva dal non identificarsi in ciò che si fa la capisco benissimo. Spesso mi toglie il buonumore per intere settimane. Però hai ragione… a volte basta guardarsi intorno per capire che spesso i nostri sono falsi problemi.

  4. adele dice:

    non so se ti consoli ma condivido in pieno i tuoi dubbi, anche la pagnotta è assicurata. Uno dice “a questa età dovrei sapere qual è il mio posto nel mondo” e magari invece non lo sa.
    Ma quel terriccio umido è l’humus su cui costruirai il tuo futuro, non lo sminuire.

    Un terreno ricco e fertile, pieno di germogli che ora non vedi e che cresceranno appena il clima sarà più favorevole. O magari sono tuberi, e stai solo guardando nella direzione sbagliata;-)

  5. ullu dice:

    A qualcuno di noi capita di avere gli stessi tuoi sù-giù di umore anche se gli anni sono molti di più.
    Io non mi preoccuperei più di tanto.
    Pensa a qualcuno che è pieno di certezze, che ha tutta la sua vita segnata, organizzata e sa che non uscirà mai dai binari che ha scelto perchè quello che ha è il massimo. Ma tu saresti contenta di fare il viaggio della tua vita in questo modo? Io credo di no. Quello che hai oggi, che hai costruito con le tue fatiche è tanto. Impara ad apprezzarlo perchè un giorno lo ricorderai con gioia e comunque proceda il tuo viaggio sappi che le “deviazioni”, le “frenate”, le “soste” e le “riprese” sono quello che fanno della vita il più bel viaggio che ci possa essere.
    Non avere fretta. Tutto succede comunque, per cui rilassati e permettiti di vivere come vuoi e i sogni si avvereranno.
    Dal Camino ho imparato questo. Un passo dopo l’altro, dopo l’altro, dopo l’altro e la meta arriva, inaspettata e piena di ricompense non immaginate.
    Sei una donna forte, piena di voglia di vivere, una madre meravigliosa, una compagna premurosa e comprensiva (Tino, non fare commenti!). Vorresti anche la tua realizzazione in campo professionale. Arriverà ne sono certa. Abbi solo un po’ più di fiducia in te stessa.
    Lo sai che non ti ho mai detto bugie !
    (Uff ma quanto ho scritto….?)

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