Robe da chiodi

Bambinella mia che ti amo tanto e che sei la luce dei miei occhi e delle mie giornate e spesso anche delle notti;

bambinella che dormi poco per via dei dentini e poi ti svegli e dadaizzi e canti e quando mettiamo su i Beach Boys sculetti il tuo grosso deretano pannolonedotato;

bambinella in fiore che stai imparando tante cose e adesso che sai applaudire, ogni tanto ti fermi, ti guardi i palmi delle manine ben benino per prendere le misure e poi cominci a battere soddisfatta e ci guardi, che anche noi dobbiamo applaudire come fossimo tra il pubblico di “Buona domenica” quando tu insceni questo tuo teatro;

bambinella, amore della mamma, cucciola di papà, noi che ci facciamo il culo quadro perché ti amiamo e alla sera, quando la casa è un campo minato e tutti i cd sono riversi a terra e i tuoi giochi sono anche nel frigorifero e la casa è ricoperta da un sottile strato di biscottino plasmon premasticato, che cola dalle gambe delle sedie e del divano e i gatti pure sono brasati di biscotto e gli occhiali della mamma anche loro sono biscottati, che le sembra di abitare in mezzo alla pianurapadana, tra Ferrara e Rovigo;

dicevamo, bambinella, ma porcavacca, porcavacchissima, ti devi proprio mettere in bocca qualunque cosa incontri sul tuo cammino???

No, perché bambinella frollinella, ieri sera c’hai fatto prendere uno di quei coccoloni che mica lo so se ci riprendiamo o ci devono fare un doppio bypass a me e a tuo padre, dopo che – per un miracolo dovuto, di certo, all’intervento della tua angela custode – per questo miracolo, dicevamo, non hai mandato giù un chiodino sottilesottile appuntitoappuntito, di quelli che a pensarci dopo, ci hanno fatto tremare tutta la sera, a Tino e a me…

La mamma era lì che parlava con papà e ti ha vista masticare contenta. Qualcosa che avevi raccolto da dietro una porta. Per fortuna ti ha afferrata in un nanosecondo. Papà ti ha tenuta piegata in avanti. Mamma Panz ha infilato una delle sue ditone nella tua boccuccia di rosa, mentre tu digrignavi quei miserrimi due denti che hai già e ha estratto quel chiodino bastardo, con una fermezza che al dottor aùs ci facciamo un pippone, noi che non zoppicchiamo nemmeno!…

Noi puliamo eh, bambinella? sempre dietro ad aspirare, pulire, controllare…

ma a volte qualcosina scappa, si materializza una roba che non ci aspettavamo, un piccolo, infimo pezzettino di qualcosa e tu, tu che sei la luce dei nostri occhi, le occhiaie delle nostre giornate, tu solerte te ne occupi.

Così.

Per non farci rimanere con le mani in mano.

Grazie bambinella. La nostra vita era davvero molto vuota e noiosa prima.

8 commenti
  1. Ida dice:

    Hehehehehehe…è una fase! Io ho mangiato una scorza di mozzarella abbandonata sulla sabbia quando ero piccola….il chiodino (se va nel verso giusto) andava tamponato con ettolitri di purè di patate…in un paio di giorni te lo saresti visto sbucare nel pannolone! Certo, al posto tuo sarei stata tutto il tempo con l’ansia che perforasse qualcosa…insomma, sono bei momenti, Panz, vero?

  2. graziella dice:

    A me è toccata con una pallina metallica dei Geomag!
    Anche quella per fortuna ha preso la strada giusta e dopo parecchi giorni a ispezionare cacca è uscita!
    Son proprio “bei” momenti”!

  3. Slim dice:

    No veramente che paure ci fanno prendere questi mini aspirapolveri?
    ti ricordi mesi fa’ il pezzo di plastica appuntito che Isa si e’ degustata e che se non mettevo il dito indice a uncino dentro alla sua bocca, non so come andava a finire.

    Stamattina la trovo con una moneta da 19 centesimi australiani in bocca a mo’ di ostia …

    Di solito il segreto sta’ nel silenzio: quando combinano qualcosa o mettono qualche oggetto non identificato in bocca, c’e’ sempre una strana quiete.

    (ma che bella la storiella di tu e el Frolli che venite a piantare la lavanda..io un po’ ci credo)

  4. la coniglia dice:

    Mio fratello si infilò della gomma piuma nel naso. Tutte e due le narici! Frolla, Frolla…ma che ci combini?!? 🙂

  5. Chiaretta dice:

    Beh, e cosa dire dell’Adele (mia ormai iperprudente sorellina) che aspirò, nel vero senso della parola, una piastrellina bianca di Lego? Notti a vedermela accanto issata su decine di cuscini per agevolare il perscorso di transito. Poi la sua cacca come unico argomento di conversazione per giorni, fino al glorioso finale. Ricordo la nostra infanzia come una lunga sequenza di corse al pronto soccorso (lei) e sguardi di compatimento (io). Beh, salvo quando all’ospedale ce la mandava la sottoscritta…

  6. Panzallaria dice:

    @chiaretta: e infatti ho sentito mirabolanti avventure di lego, salti in alto contro termosifoni e altre amenità di questo genere…
    ma stai tranquilla, io una volta ho giocato alla bella lavanderina con mio fratello: roba che se non arrivava mia mamma lo affogavo! 😉
    ovviamente io facevo la lavanderina e lui il fazzoletto sporco!

  7. Chiara dice:

    Ieri Amelia aveva in bocca qualcosa che aveva raccolto da terra. Le ho detto di sputare e l’ha fatto. All’inizio ci è sembrata un’uvetta. Era un’enorme zecca secca, morta stecchita, che si era mummificata ancora gonfia di sangue. L’identificazione non è stata facile (non pensavo che mummificassero così, diventando dure come uvette secche), ma l’ingrandimento delle zampette ha spazzato via gli ultimi dubbi.
    Probabilmente un residuo dell’estate (sono diversi mesi, dopo l’invasione, che le gatte non vengono attaccate), probabilmente rispuntato da sotto un mobile di quelli dove non riesci a passare l’aspirapolvere o da sotto il frigo.
    Per carità, nessuno è morto per aver mangiato una zecca. Ma io ho ancora la nausea, se ci penso… 🙁

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