La cena degli sfigati

La sera del 24 molte persone fanno il cenone con la famiglia.

Almeno a Bologna.

Alcuni invece questa tradizione non ce l’hanno. Tino ed io siamo così. 5 anni fa, per scherzo e per caso, abbiamo deciso di fare cena con un amico che anche lui quella tradizione lì non ce l’ha mica.

Siamo andati nella sua taverna e abbiamo mangiato e bevuto e riso. Io mi sono ubriacata di Mirto di Sardegna, che me la ricordo come una gran bella bresca (ubriacatura).

Abbiamo parlato di tutto. Noi tre. Abbiamo anche rivisto i filmini di quando Tino e Simone facevano parte di un gruppo musicale della scuola, a 16 anni. Che erano gli anni ottanta e Tino aveva i capelli lunghi.

Alla fine della cena, che era già molto tardi, abbiamo deciso che quella era “la cena degli sfigati”, così per modo di dire, quelli che non fanno la cena del 24 dicembre in famiglia.

Pensavamo che trovarne non sarebbe stato facile e che noi tre, quella cena, avremmo potuto farla diventare una tradizione.

Così è stato. Anche se le cose sono cambiate. Perché Simone non è più potuto venire alla cena e la location si è trasferita a casa nostra.

Da cinque anni (eccetto l’anno passato che la frollina era troppo piccola) noi facciamo la cena degli sfigati.

Il numero dei convitati è salito, nel tempo. Ogni anno c’è qualcuno che arriva e qualcuno che va. Ma di fatto questa cena è diventata un’istituzione di casa Panzallaria.

Prima di tutto si mangia qualsiasi cosa e non solo pesce. Poi ognuno cucina e porta.

La sottoscritta, ogni anno, si inventa un regaluccio per ogni sfigato partecipante. Va in quei negozietti dove vendono tutto a 0,99 cent e prende delle cose carine e compone pacchettini e scrive dedicuccie.

Poi, se ha tempo e voglia e ispirazione, prepara anche un centro tavola.

Può essere anche solo una candela. Ma la posiziona ad arte.

Tino di solito cucina. A volte anche io mi ci sono messa, ma è meglio lui, lo sappiamo entrambi.

Poi arrivano gli invitati. Rigorosamente degli amici. Rigorosamente che non fanno il cenone del 24.

Anche se, ultimamente, la nostra cena degli sfigati ha raggiunto un tal livello di successo, che a volte qualche amico diserta perfino i cenoni programmati, pur di trasformarsi anche lui in uno sfigato.

Qualche anno abbiamo giocato a Risiko o Monopoli, altri anni si è bevuto fino a non capire più niente, quest’anno abbiamo parlato anche di cose serie.

Di solito Jappe si addormenta dopo il dolce, perché dal gran mangiare gli si obnubila la mente. Quest’anno che era a dieta ha invece tenuto banco con discorsi di politica e società.

La Babi ci porta sempre dei regalini alla cena degli sfigati, come un anno che a me ha comprato della frutta secca che era buona da morire e me la sono strafogata tutta. Il giorno di Natale.

La sardina fa delle cose fatte a mano per tutti. Una volta ha dipinto una piastrella con i nostri gatti e ci ha scritto “attenti al gatto”. Quest’anno ha fatto una cornice e ci ha messo dentro una foto della frollina molto bella. Su questa cornice ci sono tre panda (due grossi che siamo Tino ed io e una piccola che è la cucciola). Questi Panda vanno in giro sulla neve che a me sembrano dei personaggi dell’Era glaciale perché la neve è azzurra e si sta per sciogliere.

L’archeologo ci ha raccontato della strada romana, che è un sacco di tempo che vogliamo andare a farci un giro.

Tino ha riso, cucinato e fatto il giullare. Io quest’anno mi sono limitata a lavare i piatti.

La frollina prima non c’era, poi quest’anno c’è anche lei. Ha lasciato i giochini in giro per casa e ha sorriso a tutti, lei che così bene sa fare gli onori di casa.

Si è profusa in “ciaociao” con la manina e poi è andata a nanna, mentre dal terrazzo arrivavano le lucine dell’albero, intermittenti.

Non ho mai avuto tradizioni natalizie. Ogni anno è sempre stato diverso l’uno dall’altro. E poi è arrivata la cena degli sfigati.

E l’antitradizione si è trasformata in tradizione. Con gli amici.

post scriptum integrante: Il gelataio matto e il droghello ci hanno copiato. Il 24 dicembre è spuntato anche sul loro balcone un albero di natale con lucine colorate che vorrebbero brillare più delle nostre. Ovviamente io sono entrata in competition e ho aggiunto un filo di lampadine alla nostra creatura…

che non si dica che il droghello ce l’ha più luminoso di me!!!!!

11 commenti
  1. la coniglia dice:

    Questa tradizione di questa cena mi è sembrata bellissima…noi l cenone lo facciamo, ma se va avanti così…non lo faremo più! un bacio e buone feste tesori…

  2. Sara dice:

    l’antitradizione si è fatta tradizione… e tradizione ben più sentita e piacevole di ogni altra. una tradizione scelta da ciascuno, non un obbligo.
    ho scritto come ho passato la mia vigilia…….
    mi sarebbe piaciuto essere più sfigata 😉 !

  3. sonia dice:

    Io ho mangiato col mio papà (la mamma era a far notte) e poi abbiamo dato il via al giro di carte, sul tavolo, con il camino accesso e lo scialle, che ho sempre freddo. Siamo andati avanti fino ad un fantastico pareggio e ce ne siamo andati a dormire contenti tutti e due! Evviva il non cenone e le sue alternative!

  4. Chiara dice:

    Io rimpiango un poì la “cena degli avanzi” che si faceva quando vivevamo in un appartamento da studenti/semilavoratori. Si faceva la sera del 25 e tutti portavano gli avanzi dei cenoni/pranzi in famiglia. Così ognuno mangiava qualcosa di diverso e anche le famiglie erano contente, perché non si buttava niente…

  5. laFrancese dice:

    hiihhi anche io di solito faccio una “vigilia laica” con gli amici, di solito al top del campanilismo ci guardiamo anche Berlinguer ti voglio bene.
    Per questo anno è saltata -son sempre io a metter a tavola 10 persone! – magari la ripropongo a pasqua?
    bacioni

  6. mammamsterdam dice:

    Quest’anno il cenone sono andata a farlo a Cracovia con mamma, zia e cuginette (più i miei 3 maschi). la vigilia, dopo il brodo ci è venuto un abbiocco spaventoso a tutti, chi per il viaggio, chi per l’iperlavoro, chi per il trasloco, verso le 21 ho riportato le donzelle a casa. A Natale ho dormito 20 ore e verso il pomeriggio ci siamo trascinati da mia zia, anche lei fresca di pennica, per spazzolare i pietosi resti (che il mucchione di roba tradizionale l’avevamo cucinato, che vi credete) e poi siamo rientrati che io volevo andare a letto presto.

    La cosa di cui ci siamo più rallegrati è che sia stata una cosina informale in famiglia, per esempio senza la zia sorella maggiore e perfezionista del cavolo. Cosi nessuno si è formalizzato, tutti hanno fatto qello che gli pareva e dormito quanto volevano. I miei bambini si sono guardati sul laptop tutti i DVD che hanno ricevuto in regalo e per una volta ci hanno fatti dormire.

    Sante feste di Natale, così spero anche di voi.

  7. GIAMPI dice:

    UN SALUTO ATUTTI GLI SFIGATI DEL 26 DICEMBRE IL GIORNO DEL MIO COMPLEANNONESSUN REGALO OCENE MI PIACEREBBE CIATTARE CO VOI MAGARI ORGANIZZANDO UNA CENA TUTTI INSIEMEIN QUALSIASI POSTO AUGURO A TUTTI BUONE FESTE OVUNQUE SIATE

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  1. […] bestemmiatrice, per quest’anno è di usare una delle fantastiche ricette di Zenone per la famosa cena degli sfigati del 24 […]

  2. […] tavola e casa a prezzi modici che mi aiuteranno a fare qualcosa di similcreativo per la consueta cena degli sfigati, ormai tradizione in casa […]

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