La radio

Tino mi ha fatto un regalo. Un regalo che  mi ha messo proprio contentezza perché inaspettato e perché azzeccatissimo.

Ma partiamo da principio.

Quando abitavo da sola, dopo che me ne ero andata dalla casa della coinquilina con i due neuroni finiti in acqua e dopo che mio fratello si era trasferito a Londoncity, che avevo questo piccolo appartamento in affitto bassoemodico, in questa palazzina carinacarina e piccinapicciò dove a spadroneggiare era la famiglia dei Saputoni, io dopo che mi ero liberata del fardello del Bugiardone che era il mio exfidanzato che il nome vi dice tutto sul mio calvario, ecco io vivevo una vita che mi piaceva molto.

Lavoravo come aguzzina di mattina e al pomeriggio studiavo per la Tesi all’Università. Andavo in giro in Montain Bike o a piedi e imparavo le cose che poi ho scelto di lavoro, grazie ad un gruppo belloeaffiatato con cui facevamo finta di fare una rivista universitaria.

La mia casetta mi piaceva. Tranne per i Saputoni che erano una bella palla al piede e di cui prima o poi vi parlerò.

Mi piaceva svegliarmi alla mattina verso le otto e accendermi una sigaretta. Nel mentre preparavo il caffè e poi accendevo la radio.

Ascoltavo la rassegna stampa di CittàdelCapo e il radiogiornale di PopolareNetwork e poi tutte le notizie di quel che si poteva fare quella sera nella mia città, mi facevo la doccia, mi preparavo e poi uscivo.

La radio era un modo per conciliarmi al mondo. Mi piaceva proprio questa cosa di girare il pomellone del mio vecchio radioregistratore (classe 1984) che mi aveva regalato mio babbo quando ero andata alle scuole medie. C’erano ancora attaccati gli adesivi di allora, c’era ancora su scritto, con l’Uniposca, il nome del mio primo amore.

Per una serie di vicissitudini, la mia radio è stata pensionata quando sono venuta a vivere qui a CondBand con Tino.

E Tino che è homo tecnologicus ha tutto un sistema di subbuferi e casseridondanti e stereoultimagenerazione che – però  – non prevede la radio.

Io per anni mi sono sentita monca. Ho anche dovuto smettere di fumare, perché una sigaretta, al mattino, senza radio, non aveva lo stesso sapore…;-)

Lui continuava a dirmi: “ma hai il piccì, ascolta la radio dal piccì..”. Ma non è la stessa cosa, caro Tino. Intanto il piccì non c’ha il pomellone. Il piccì non sta su di una libreria a prendere polvere e poi devi collegarti a Internet, aprire lazziefrizzi e ci si mette un po’.

La radio la accendi e esce subito una voce amica. Metti su un caffè e intanto sintonizzi le frequenze.

Cerchi con il pomellone il segnale amico. Ogni mattina dimentica della frequenza desiderata, ti metti lì, in attesa di uno spot conosciuto, di un gingol usuale e poi ti fai scaldare dalle parole.

Ecco. Due giorni fa Tino è arrivato con una radio. Un oggettino molto carino, in puro stile vintage, con il pomellone e le luci. Una radio. Non uno sterio. Non un mangianastri. Non un cellulare con gli auricolari e la radio. No.

Una radio come piace a me.

Che adesso, mentre dò la colazione alla frollina, mentre mi domando come mi chiamo e non mi rispondo che fa troppa fatica, mentre sorseggio il mio caffè e penso agli impegni della giornata o alle ore scandite dall’infante,

adesso io ascolto la radio.

E mi sento una donna felice.

13 commenti
  1. nathan dice:

    eheh
    anch’io sono un radioaffezionato della mattina.
    non potrei mai fare a meno della voce che mi sveglia carezzevolmente dopo lo choc della sveglia
    spot: la radio è interessante la radio è intelligente!
    secondo me a quelli che fanno la radio fanno prima un esame.
    e i respinti li piazzano in tv. sì sì

  2. zazie dice:

    Io ho appena stupidamente bruciato un hard disk esterno con 3 anni di dati della mia ricerca dentro… oggi sono per un totale abbandono delle tecnologie avanzate e per il recupero di pomelloni, penne e quaderni degli appunti ^-^;

  3. Dottor C. dice:

    grande e ottima la radio!
    sono stradaccordo che è bellissima, di pomelloni e mattine, compagnie e culture.

    E poi, diciamolo, i giornaliradio di Città del Capo e/o di Popolare sono davvero seri, lontani anni luce da un qualsiasi tiggì mengaschierato.

  4. sonia dice:

    WOW! Anche io ho un bel rapporto con la radio. Una radio che mi è stata regalata alla laurea. Design antico fuori, ma pare che dentro i marchingegni siano moderni! Queste radio bolognesi non le conosco e al momento mi ascolto la mattina il tg delle 8 su RaiRadio1 e la sera prima di dormire RMC. Ieri ho anche scoperto che il mio cellulare nuovo ha il servizio radio e quindi ho infilato l’auricolare e in treno mi sono ascoltata radio varie e musiche varie! Forza Panz e Frolli al ritmo delle onde radio!

  5. mafalda dice:

    ma che carinooooooo!!! Regalo perfetto.

    … una radio è per sempre … altro che il diamante!!! Oh …

  6. Elena dice:

    Congratulazioni per la nuova radio. Noi siamo molto radiodipendenti, infatti ne abbiamo una pure in bagno 🙂 che ha la simpatica caratteristica di fare le frequenze “a random”.
    Però è interessante, si sentono programmi simpatici e svariati. Per un periodo ha avuto la fissa degli anni 60 ora invece balla tra RDS, R101 e Popolare Network, a seconda dell’orario e della posizione dove ti trovi nel bagno….

  7. graziella dice:

    Anche a me piace tanto la radio, mi fa tanta compagnia quando giro per casa a far pulizia!
    Un uomo, un mito questo Tino!
    Ora però non ricominciare a fumare! Mi raccomando!

  8. Panzallaria dice:

    @graziella: ora c’è la frollina che me lo impedisce di fumare…per quanto una sigarettina serale, in verità, me la godo spesso.

    ma ora che ho trovato la moderazione, ecco, sono contenta così.

  9. Kat l'expat dice:

    Ma bello! Un affettuoso pat pat – se permetti, ben inteso – alla nuova vecchia radiolona. Stavo per scrivere “un grattino dietro le orecchie”… Storture da gattofili 😉
    Ah, tra l’altro… Bello avere la conferma che i gingol servono a qualcosa 😉
    Ciao

  10. Chiara dice:

    Io ho cresciuto Amelia con la programmazione del mattino di Radio Deejay (soprattutto Linus e Nicola): come potrei fare senza????

  11. Laura dice:

    Mi hai fatto venire in mente che a me mio marito la radio me l’ha fregata!!!! Ne avevo una nel mio bagno che accendevo con gli occhi ancora chiusi…..e una mattina, zac, non l’ho più trovata…si era trasferita nel SUO bagno…..
    Tu dici te la ricompri….sì, è vero…ma c’è sempre qualche altra cosa che viene prima….ma mo’ col nuovo anno…..

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