Balcone primaverile

Giunse alfine la primavera.

Qui è tutto un tripudio di colori e fiori, le vie sono piene di alberelli rosa e bianchi e viola e gialli e il profumo dei fiori di ciliegio supera quello dello smog.

Ieri mattina un bel sole batteva su Condominio Bandiera e Frollina è uscita, per la prima volta, in balcone.

Dal palazzo di fronte una bimbetta un po’ più grande di lei la chiamava “biba? biba?” e Frollina rispondeva con ampli gesti di braccia e cinguettiì che mi pareva Ciuruci – il canarino che avevo da piccola – quando arrivava il primo sole caldo di marzo.

Il nostro balcone è lungo ma stretto: a malapena ci sta il mio culone ma Frollina se ne è innamorata. L’ho ben bene vestita, si è portata fuori i suoi tegamini e la poltroncina e le costruzioni e – molto indaffarata – ha cominciato ad andare avanti e indietro per tutto questo misero ma affascinante spazio sul mondo, salutando la bimba e giocando contenta.

Mi ha fatto venire in mente quando ero piccola io e abitavamo in un palazzo e avevamo un terrazzino che era il mio paradiso. Non era tanto grande ma a me sembrava un giardino fatato. C’era la dada Laura nell’appartamento di fianco che si sedeva sul confine dei due terrazzi e ci raccontava le storie della guerra e ogni tanto ci teneva d’occhio da lì se mia mamma doveva uscire per una rapida commissione.

Mio fratello ed io usavamo i fili per stendere per giocare: ci attaccavamo un ciapetto (dicesi molletta per i panni) e li lanciavamo verso il basso, facendo finta di pescare. Una volta il mio vicino di sopra, passando, attaccò al filo un pezzo di pane e allora noi eravamo eccitatissimi perché la pesca immaginaria si era trasformata in qualcosa di reale.

Su quel balcone ho costruito la mia casa delle Barbie con le scatole di scarpe.

Un progetto architettonico di cui tuttora vado molto fiera e che mi ha fatto sognare moltissimo. Una casa di 3 piani, con il camino e perfino il garage per la macchina. Tutto progettato e realizzato dalla sottoscritta in terrazzo.

Amavo molto quello spazio. Perché era un lusso. Un pezzo di cielo regalato, in città. Quando sono andata al paesello, che c’avevamo il giardino privato e un sacco di verde dove scorazzare, non è più stato così speciale, forse perché era tanto.

Il terrazzo azzurro della mia prima casa era poco. Ma ogni giorno mi sembrava mi avessero regalato un intero parco giochi.

Così a vedere frollina correre avanti e indietro per il nostro balcone che – con un po’ di fantasia – diventa un immenso spazio e ci si può mettere anche una seggiolina, ecco mi ha riempito il cuore di tenerezza.

Ho pensato che ora questo balcone lo lavo, pulisco, sistemo. Lo preparo per accogliere le sue fantasie, i suoi giochi in casamafuori.

Ora che l’è passata la bronchite la piccola frollina è di ottimo umore. I denti la fanno un po’ arrabbiare di notte ma durante il giorno è piena di sorrisi. La mattina quando scendiamo per andare alla macchina e poi dai nonni lei dispensa saluti e sorrisi a tutti i passanti dal muso lungo per l’avvio di un’altra giornata lavorativa.

E qualcuno sembra sciogliersi di fronte ai suoi ciaociao con la manina, risponde sorridendo e secondo me (ma io sono un po’ di parte) è poi una bella cura al malumore quotidiano.

Ieri che siamo state insieme ci siamo spinte anche fin ai giardinetti dove ho incontrato tutte le mamme salutate prima dell’inverno.

Sembravamo tutti dei reduci, a far la conta delle bronchiti, mal di gola e sfighe varie dei nostri figli durante la stagione fredda.

Ci si incontrava e ci si scambiavano consigli sulle cure omeopatiche e sulle pediatre (la nazi è invisa a molti, ho scoperto), si misurava la crescita dei figli e il loro avanzamento di capacità prensili e deambulatorie.

Sembrava veramente di essere appena usciti da qualche rifugio sotterraneo dopo una guerra atomica per contare i sopravvissuti.

Malgrado tutto ero felice. Felice di essere ai giardini. Malgrado a vederla così magra la mia frollina, così troppo magra, ci siano dei giorni che mi si stringe il cuore.

Domani abbiamo i primi esami per i reni. Esami che – speriamo – ci dicano che va tutto bene.

Sto sperimentando anche qualche trucchetto per riuscire a fare delle cose in casa anche in sua presenza. Se lavorare al piccì mi è assolutamente impossibile, ho trovato il modo per occuparmi quanto meno della casa.

Quando devo lavare i piatti, posiziono il suo seggiolone accanto al lavandino e gliela infilo dentro munita dei suoi pentolini e di una spugnetta ad hoc. Faccio finta di versare su quest’ultima il detersivo e così laviamo insieme.

Lei le sue piccole stoviglie, io i nostri untuosi piattoni della cena.

Per quanto riguarda l’aspirapolvere, quello lei lo adora. Così lo passiamo insieme, io tengo il bastone e guido la partita mentre frollina si attacca al tubo e fa finta di muoverlo.

Non ho ancora trovato un adeguato metodo per evitare che stendendo i panni lei non li tiri giù il secondo successivo (cosa che la diverte moltissimo) ma munita di uno straccietto, se ne va in giro per la casa tirando giù la polvere come una massaia navigata.

In questi giorni sono entrati nella nostra vita anche i barbapapà, quelli della mia infanzia, quelli con la canzone cantata da Roberto Vecchioni e non quelli globalizzati della D’Avena.

Abbiamo questo dvd che narrà tutta la geneologia della famiglia di mostriciattoli rimbalzanti.

Lo mettiamo su e per un quarto d’ora Frollina…ci resta di stucco come un barbatrucco!

Ce lo guardiamo insieme e lei ride come una matta e fa il verso di tutti gli animali che incontra Barbapapà nella sua peregrinazione alla ricerca di una moglie (che poi alla fine se la trova nel giardino!).

Dopo un quarto d’ora esatto frollina si stufa delle immagini e vuole ricominciare a giocare: cosa di cui sono molto fiera e che imputo al fatto che in casa nostra la televisione è sempre spenta.

A grandi falcate e con grandi aspettative ci conduciamo verso una primavera che LazzarettoPanzallaria spera essere meno carica di bacilli.

9 commenti
  1. Sara dice:

    Ciao Panz, hai visto che -come dice il saggio- l’ora più buia è quella prima dell’alba? Un abbraccio

  2. la coniglia dice:

    O come dice Isabel Allende ne ‘Il Piano Infinito’ se non tocchi il fondo non ti puoi dare la spinta per risalire!

    P.S.
    Io per un barbapapà ci stavo perdendo la mano. Mi era caduto sui gradini del pullman e ho infilato la mano per riprendermelo proprio mentre chiudevano le portine!

  3. Fragola dice:

    Che bella la primavera! a me ha fatto venire voglia di scrivere di tutti buoni motivi che mi fanno essere contenta di non abitare più in città…
    e…sono perfettamente d’accordo con te: quella nana malefica di cristina d’avena ha rovinato tutte le sigle dei cartoni, le ha fatte diventare tutte uguali!

  4. Gallinavecchia dice:

    Bellissimo post! Hai rievocato il terrazzo della mia infanzia, che quando lo vedo adesso quando sono a casa dei miei mi sembra così triste e piccolo, ma che nei miei ricordi di bambina era il mio luogo di giochi preferito, dove un catino di plastica diventava la piscina delle Barbie, dove saltavo la corda e dove in quei pochi metri mi ostinavo a pattinare senza sosta. Che nostalgia…
    un bacione a te e alla Frollina e, soprattutto, BUONA PRIMAVERA!

  5. angela dice:

    panz,
    anche giorgina adora i mestieri di casa…tu parli di frolli e io ritrovo la mia georgette!
    sono contenta che stiate meglio,continua ad esser ottimista e serena così.
    ti abbraccio forte.
    angela

  6. Trasparelena dice:

    che brava la Frollina che fa le faccende! anche io ci provo col Mostro, le ho comprato perfino una scopetta della sua misura, che lei usa con soddisfazione su ogni cosa (pavimenti, muri, porte, finestre, giochi…) Per la stenditura io ho risolto col trucco delle mollette: metto le mollette un po’ lontane dallo stendibiancheria e me le faccio portare dal Mostro una alla volta mentre io stendo. E si diverte pure!
    Un’altra cosa che le piace molto è metter via i calzini, ha perfino imparato in che cassetto vanno!!
    Buona primavera e in bocca al lupo per domani!

I commenti sono chiusi.