La sinistra è morta

Mentre guardavo il giornalista della Rai collegato dalla sede della Sinistra Arcobaleno al quale mentre parlava in diretta cadeva addosso il cartellone con il simbolo del partito agonizzante ho pensato che quella scena lì, così ridicola, conteneva in se’ una metafora assolutamente vera.

La sinistra è morta. Ma mica oggi eh? Io non ci credo che la sinistra è morta con queste elezioni, io non ci credo proprio. La Sinistra è morta quando ha smesso di prendersi delle responsabilità, quando ha smesso di guardare – davvero – alle questioni importanti e per non prendere posizione su nulla di sinistra ha finito per scimmiottare la destra.

La Sinistra è morta perché in Italia c’è bisogno di cose pratiche, vere. Perché non si possono fare programmi anacronistici (e io ho votato un Partito che esso stesso ha molti programmi anacronistici su alcune questioni ma ha saputo tirare fuori le palle su altre per me importanti).

Adesso tiratemi pure le pietre, adesso vogliatemi pure male che non me ne frega niente. Ma io quasi quasi sono contenta così.

Non che sia morta la sinistra radicale, che avrei preferito morisse quel partito che non si sa che cos’è del Pd, ma del fatto che ci sia stata una schiacciante vittoria dello schieramento del Nano.

Sono contenta.

Perché adesso – ci spero – forse ci rimboccheremo le maniche; noi che crediamo in qualcosa di diverso e non solo quando siamo chiamati al Voto.

Perché la politica non si gioca solo in punta di matita.

Sono contenta perché spero che si volti pagina. Che si capisca che se si vuole essere un soggetto politico vero e coerente bisogna prendere delle posizioni, bisogna fare delle cose concretamente e non lasciarsi sfuggire le occasioni per strizzare l’occhiolino a tutti.

A me poi Uolter (non l’ho votato) mi sta pure simpatico. Credo che con un po’ di tempo, di robe ne potrebbe fare di buone.

Ma non sulle basi gettate dalla sua coalizione.

La politica – e queste elezioni ne sono la conferma – ha bisogno di pensiero nuovo, di nuovi presupposti, di andare oltre i tradizionali schemi sinistra/destra.

Lo conferma la massiccia scelta fatta pro Lega. I Leghisti sono forcaioli fuori le righe. Non rappresentano tradizionalmente una forza di destra nel senso etimologico del termine.

Quando avevo 18 anni e loro comparivano per la I volta, ricordo che molti dei miei compagni li votarono. Perché quello per la Lega – allora – era percepito come un voto di rottura.

Oggi la Lega rappresenta la stanchezza dell’Italiano medio che ha paura per questioni fasulle (pilotate forse, più che fasulle) legate alla Sicurezza e al Diverso, inteso come straniero e come non convenzionale.

Ed è significativo, secondo me, che in tanti abbiano votato Lega Nord. Dovrebbe fare pensare tutti.

Perché ci sono delle questioni in Italia che vanno risolte e non è attraverso una dicotomia ferma e immutabile che lo saranno, ma attraverso la concretezza di azioni positive e l’intervento di tutti, di ognuno di noi.

Non mi è piaciuto per niente quel che ho visto in tanto popolo della Sinistra durante questa noiosissima campagna elettorale.

Chi aveva deciso di votare Veltroni ha condotto (lo ho osservato prima di tutto girando per blog) una campagna convincitoria (e ci sta) intesa a dimostrare come l’unico voto possibile fosse quella a Veltroni.

In alcuni casi, chi come me ha fatto un’altra scelta, meditata e voluta, si è sentito addirittura dire che non votando Uolter è come se avesse votato Lega.

Non è vero.

Ribalto la questione: voi tutti che avete votato per il Pd pur sapendo che non è stata rivista la legge elettorale, che il conflitto di interessi non è stato toccato, che nel programma del Partito sono spese solo 3 misere righe sul Precariato e via dicendo, voi tutti che avete dato il vostro voto al Pd “perché non doveva salire Berlusconi” pensate di avere fatto un servizio alla collettività molto maggiore di chi ha votato per quello in cui credeva, sperando di mandare un segnale di dissenso?

Non sta a me rispondere, ma nemmeno a voi, credo.

Perché – diciamocelo – la politica del centro-sinistra è fallimentare in quanto non ha nessuna identità, non sposa cause ma spera solo di contrastare Berlusconi.

E io sono un po’ stufa. L’Italia va in scatafascio (e non mi pare che questi due anni siano stati di molto migliori!) e noi pensiamo solo e sempre a distruggere Berlusconi invece di costruire.

Non sentirete lamentarmi del nano malefico. Lo odio. Credo che sia il simbolo dell’ignoranza, credo che sia il simbolo del più bieco populismo e del cervello spento di tutti quegli italiani che alla sera si piazzano davanti alla tivu a guardare il GF per rilassarsi un po’.

Ma l’Italia va in quella direzione. E Berlusconi non è la causa ma la conseguenza. Fin quando noi popolo della sinistra – preferisco noi persone che invece (e sono snob, ohhh se sono snob!) pensiamo e usiamo i nostri neuroni – non capiremo che è sulle cause che dobbiamo lavorare ogni giorno, senza false demagogie, senza giocare al Risiko con l’unico scopo di sconfiggere i carrarmatini neri ma per COSTRUIRE E FARE, allora, mi dispiace ma a me che ci sia al governo Berlusca o Uolter non mi cambierà mai un cazzo.

E non mi sentirete lamentare.

Se non del popolo che vota Lega. Quello mi spaventa. Mi spaventa molto. Perché è l’ennesimo segnale della deriva di cui anche noi – a recriminare e a pensare che una crocetta possa cambiare davvero la nostra vita – siamo complici.

Pensieri dilettanteschi di una persona che ne ha le palle piene.

57 commenti
  1. Poesia dice:

    Sono triste, tristerrima. Davvero troppo triste.
    E sono arrabbiata, incazzata nera. Con la sinistra, con Bertinotti, in primis, perchè era anacronistico e non se ne accorgeva nemmeno, ed è riuscito nell’intento che Berlusconi perseguiva da anni: spazzare via la sinistra.
    Sono delusa. Sono spaventata. Mi fa schifo e paura la gente che vota per la Lega, perchè sta dando un messaggio forte in cui non mi ritrovo per niente.
    Io Uolter l’ho votato e lo rivoterei, perchè lì c’è/c’era la Bonino, per cui ho una fiducia e un rispetto immensi.

    E mi spaventa soprattutto ritornare con il pensiero a una frase che mi ha detto il prof. venerdì scorso: uno che vota la Lega non può essere e non sarà mai un intellettuale.
    Dove sono gli intellettuali? Ci sono ancora?

    Mi ci vorrà qualche giorno per riprendermi da questa atroce sconfitta. Poi inizierò personalmente a darmi da fare, usando il mio misero blog come veicolo per monitorare seriamente questo governo.

    O forse farò davvero le valigie, come dico da mesi, per andarmene in un paese vero.

  2. fabdo dice:

    E’ l’unico risultato davvero positivo di queste elezioni: fine ufficiale all’ipocrisia nauseabonda di Bertinotti e Co.
    Sono d’accordissimo con te.
    Il resto, ahinoi, si commenta da solo: la maggioranza degli italiani crede ancora nel nano pelato.
    Questa è purtroppo l’Italia 🙁

  3. Poesia dice:

    Senti, Marco, spiegami davvero come uno che vota Borghezio possa definirsi un intellettuale, per favore.
    Dai, su, avete vinto. Gongolate pure.
    Ma non mi dite che quelli che votano la Lega sono degli intellettuali, perchè non ci credo e non ci crederò mai.

  4. MademoiselleAnne dice:

    Già, quello che mi intristisce è la totale mancanza di una rappresentanza di sinistra in parlamento. Siamo l’unico caso in europa, siamo un caso anomalo e se si accorge di questa anomalia anche tremonti vu dire che scotta.

    Ieri sera Bersani si è permesso di dire che non si tratta di un problema di chissà quale portata, rimarcando la mancanza di una forza politica in grado di delinearsi in maniera forte e coerente.

    Fosse andato Veltroni al governo sarebbe stata la stessa cosa per me, non mi cambia nulla… sono solo un po’ più cosciente del paese in cui vivo… e penso a scappare. Stavolta definitivamente.

  5. Chiara dice:

    Intellettuali, bella parola. Una volta gli intellettuali erano le persone impegnate, con tutte le proprie energie morali, per questioni relative al bene superiore o al bene comune. Sbaglio? Uno dei problemi del nostro tempo è che tutti si sentono il dovere di fare gli intellettuali perché è passato il messaggio che l’intellettuale non si sporca le mani, guadagna dormendo fino a mezzogiorno e esprimendo graziosamente la propria opinione a mezzo stampa e/o televisione. Con intellettuali così siamo finiti dove siamo finiti. E si meravigliano che chi fa l’operaio non li vota. Scusate l’amarezza.

  6. Sara dice:

    Sono d’accordo sulle critiche alla sinistra.
    Ma ora non mi dite che non cambia nulla. Non è esattamente così. Così la speranza che si continui per esempio nell’ambito dell’evasione fiscale è davvero poca. O la mafia per esempio. Il pensiero che per cinque anni avremo, probabilmente, un pessimo ministro della salute non vi fa alcun effetto?? E ne avevamo una davvero brava a mio parere. Siete pronti a Borghezio e alle sue affermazioni, o peggio leggi, sugli immigrati?
    Siete davvero tutti pronti ad ignorare per cinque anni le cazzate pronunciate dalla bocca dello psiconano?
    Io no. Io mi sento male.
    D’accordo sul fatto che ci siamo o meglio si sono espressi così e quindi è giusto così ma non è proprio uguale porca vacca. E non amo certo Walter.
    Scusa Panz ma sono particolarmente preoccupata. E questa benedetta ipotesi di andare all’estero mi sfiora per la prima volta e ciò non mi piace per niente.
    Sara

  7. Marco dice:

    Leggo spesso il tuo blog, divertendomi per le storie della Frollina, interessandomi anche spesso non condividendo i tuoi post “politici”, fino ad ora non avevo commentato ma una domanda oggi devo fartela: ma sei sicura che definire l’elettorato di Berlusconi tout court un popolo di idioti mentre te, anzi voi, popolo di sinistra (radicale) siete le migliori menti della nostra generazione sia il punto di partenza giusto per cambiare questo sistema che a te (ed in parte anche a me) non piace? Non è proprio questo il “vostro” limite: non andare a cercare le cause per cui la Sinistra non riesce più a parlare al suo elettorato di riferimento di un tempo (leggi il bell’articolo di Stella sul CdS di oggi al riguardo) ma trincerarsi dietro una presunta supremazia intellettuale? Estremizzando il tuo discorso si direbbe che ritieni che l’operaio che nel 2005 votò Rifondazione era una persona di spessore mentre oggi che ha votato Lega è un minus habens…ciao!

  8. cg dice:

    vedi mio blog per i miei commenti..PANZ mi trovo d’accordo su tutto…e sono preoccupata anch’io..

  9. stefy dice:

    “Credo che sia il simbolo dell’ignoranza, credo che sia il simbolo del più bieco populismo e del cervello spento di tutti quegli italiani che alla sera si piazzano davanti alla tivu a guardare il GF per rilassarsi un po’.”
    Ecco. Esatto. E’ per questo che se fino all’altro giorno mi sentivo delusa dalla politica, oggi mi sento più che altro delusa dagli italiani.

  10. Ricccioli Neri dice:

    Hai espresso così bene quello che sento e penso…In questo momento però le parole che ingenere fluiscono da me con discreta facilità, sono bloccata tra testa e cuore…Sento una tristezza immensa…

  11. Panzallaria dice:

    @marco:innanzitutto grazie del tuo commento perché sono contenta che commenti anche chi la pensa diametralmente all’opposto e lo fa con garbo come te.

    se leggi bene il mio post io sono la prima a fare outing rispetto all’elettorato di sinistra e a dire che bisogna assolutamente ripartire dalle cause che hanno portato molti a votare lega e non dai rappresentanti della destra. Io credo che chi vota lega abbia scelto la strada facile e un po’ qualunquista di difendere le proprie paure con attacchi verbali violenti e con la ghettizzazione del diverso: in questo senso mi reputo snob (naturalmente io in questo post sono stata volutamente provocatoria) perché pur vivendo nella medesima realtà dei leghisti non ho mai pensato di imputare tutta la responsabilità dei miei problemi a “roma ladrona” o alle “orde barbariche” di cui si fanno forti i rappresentanti della Lega, ma cerco di andare oltre e di leggere la realtà su molteplici livelli e nel rispetto degli altri e di ciò che è diverso da me e a volte anche io – che sono poi una gran provinciale! – faccio fatica a capire.

    Credo che questo sia uno sforzo culturale necessario in un mondo in cui io e te possiamo confrontarci in presa diretta pur non conoscendoci e pur non vivendo nella stessa città.

    E credo che la maggior parte del pensiero leghista e di destra tenti di semplificare tutto perché è più facile gestirlo, ma certo meno efficace in un’ottica lungimirante.

    Detto questo, io ho votato sinistra critica perché credo in alcuni valori, ma come ho già espresso, nutro profonde perplessità, ad esempio, sulla gestione economica proposta, assolutamente anacronistica oggi.

    E credo che tutta la sinistra (me compresa) è stata cieca e sorda al nuovo e alle esigenze delle persone, rimanendo arroccata su posizioni puramente demagogiche da una parte e cercando di far patti con posizioni inconciliabili (filoclericali) dall’altra.

    Così si perde in identità e in valore e – lo abbiamo visto – in voti.

    La politica progressista (oggi identificata con parte della sinistra) va riscritta secondo nuovi modi, più consoni alla situazine attuale.

    Però non riesco francamente a trovare nessuna giustificazione culturale che mi faccia pensare ad una persona che ci abbia meditato sopra in modo profondo nel voto alla Lega. Se ci fosse, anzi, sarei proprio curiosa e contenta di conoscerla, quindi ti prego di mantenenre aperto un eventuale confronto su queste cose.

    Leggo i giornali leghisti (perché li leggo!)e trovo solo articoli violenti, attacchi verbali e grossolani e un’istigazione al razzismo e al pressapochismo che mi spaventano e mi sembrano, soprattutto, finalizzati a tirar fuori la rabbia viscerale che c’è in ognuno di noi: rabbia che porta alla chiusura, al provincialismo e all’intolleranza, tutte cose con cui faccio difficilmente i conti, soprattutto in un contesto intellettuale.

    grazie davvero di aver avuto voglia di confrontarti anche su campo “ostile”

  12. Panzallaria dice:

    @sara: per me – fondamentalmente – non cambia nulla in un’ottica di sguardo al futuro e per gettare le basi di un’Italia migliore. Non cambia nulla perché non penso che Walter con la sua coalizione avrebbe potuto evitare un secondo caso Mastella e dunque credo che ci saremmo ritrovati in una situazione di stallo analoga. Poi – è chiaro – non mi piace affatto che l’Italia sia diventata un paese di destra e non mi piace affatto il tipo di conduzione che ci sarà. Ma almeno ci sono i numeri: cosa che nel precedente governo mancava e forse la sinistra, in questo modo, farà autocritica e si rimboccherà le maniche per fare ogni giorno (e con sinistra non indico esplicitamente la classe dirigente del Partito ma noi tutti).

    @chiara: sono profondamente d’accordo su quel che dici degli intellettuali, che dovrebbero incidire davvero sulla realtà con il loro pensiero e invece si sono chiusi in un mondo parallelo che ci tramortisce tutti.

  13. la coniglia dice:

    Mi chiedo solo se sia normale che a 25 anni compiuti da poco io mi senta così inutile in questa società e non tutelata. Da nessuno…nè di destra nè di sinistra 🙁 un bacio e vedremo come andrà…

  14. adele dice:

    Mentre tu sei contenta, permettimi di preoccuparmi per il futuro prossimo di questo paese, che nel tempo che ci metterà la brava gente a “rimboccarsi le maniche” finirà fuori dall’Europa.

    Tu non ti lamenterai, io sì quando il mio potere d’acquisto subirà un ulteriore tracollo mentre il mio vicino evasore se ne va a spasso nel suo suv inquinando l’aria di tutti.

    La politica non è fatta solo di idee ma di fatti, e Silvio ha già fatto capire che questa volta non perderà tempo a metterli in pratica.

    A danno, concreto, ma molto concreto di tutti.

    Ovviamente come sai condivido le premesse del tuo ragionamento

  15. La Meringa dice:

    A me non sembra affatto che i risultati di queste elezioni dimostrino che ci vuole un pensiero nuovo.
    Questo è l’alibi di quelli che a sinistra non sono andati a votare. L’alibi che si sono dati per giustificare l’orrore che si presenta ai nostri occhi. L’Italia conservatrice ha vinto. Ha vinto quell’Italia che ha paura del cambiamento, laddove gli unici in grado di cambiare qualcosa, foss’anche solo nel loro piccolo, sono rimasti a casa.
    Avrei dato chissà che cosa per essere nella casa di uno di sinistra che non è andato a votare per protesta e che poi smadonnava davanti al televisore vedendo i risultati.
    Gli italiani se ne fottono delle novità e noi, che stiamo a tirarci le pippe a vicenda su internet e pensiamo che il polso del mondo sia un altro, abbiamo torto marcio.
    Credete forse che qualcuno terrà conto della volontà di chi non è andato a votare?

  16. Panzallaria dice:

    @Meringa: io non lo credo affatto e infatti sono andata a votare. In questo post nessuno parlava di chi si è astenuto e della sua volontà ma si faceva un discorso da elettore.

  17. Marco dice:

    @Poesia: potrei risponderti dicendo che anche chi vota Pecoraro Scanio non è certo poi questa mente eletta, ma sarebbe polemica spicciola…lungi da me dire che chi vota Lega sia di conseguenza un intellettuale, dico solo che è fare populismo sostenere che non ci possono essere intellettuali anche tra i leghisti.
    @Panza: premetto che non sono leghista (anzi, il mio voto è stato disgiunto tra Camera e Senato – PdL il primo, PD il secondo – perchè ritenevo che, alla luce delle difficili scelte che aspettano questo paese, fosse preferibile una soluzione alla tedesca di larghe intese), però voglio darti lo stesso una mia chiave di lettura di questo voto: è stato sicuramente un voto di protesta, vuoi per la crisi economica, vuoi per degli innegabili problemi di sicurezza che al Nord sono molto sentiti. Ripeto: pensare che la Lega sia votata solo dagli evasori in SUV non permetterà mai di affrontare queste problematiche che invece riguardano proprio i settori più deboli della popolazione. Faccio un esempio spicciolo di come ragiona l’elettore tipo leghista: io lavoro e pago le tasse fino all’ultimo centesimo, com’è che i miei soldi servono per pagare il trasporto dei rifiuti da Napoli alla Germania? (che poi potrebbe pure trattarsi di una domanda legittima ma tant’è…). La Lega ha creato nel corso degli anni una forte connessione col territorio, sul tipo di ciò che un tempo aveva ad esempio il vecchio PCI con le Case del Popolo (sono toscano quindi è una realtà che conosco bene); se la Sinistra vuole recuperare il terreno perduto (specialmente al Nord) deve tornare a fare questa attività di “basso profilo”, che però poi paga al momento del voto.
    Ciao

  18. Panzallaria dice:

    @marco: posso incorniciare il tuo commento e mettermelo in salotto, modello memento mori???

    ecco, secondo me la sinistra deve recuperare anche un dialogo così con chi la pensa diverso.

  19. robbi dice:

    Penso che Wolter abbia perso e abbia preso una bella inc…
    Penso che il centro sinistra, la sinistra riformista, la sinistra radicale etc ha perso a prescindere quando è stato firmato l’indulto.

    Nel 2006 c’era il bisogno forte di legalità, di un segnale che dicesse “non è che se fai sistematicamente il furbo, allora sei automaticamente un eroe”. Capisci che “liberare” chi era condannato e pluri-condannato è stato tirarsi la zappa sui piedi. Il messaggio “che è arrivato al pubblico” – frase di cui tanto gli amici di maria (ma anche di silvio) si infarciscono la bocca, ma che secondo me rende bene ciò che siamo – è che “così la casta si è parata il didietro”.

    E capisco quindi che lo zoccolo duro di rifondazione ha mollato di brutto. Neanche fausto sembrava crederci…

  20. Fragola dice:

    Faccio sempre fatica a tirare fuori ciò che penso sulla politica, non ho mica le idee molto chiare in proposito. Ci provo qui dalla panzallaria, che è sempre gentile anche con chi la pensa diversamente da lei. E che magari mi darà qualche spunto di riflessione…
    Ho dato un voto di quelli “inutili” a chi mi pareva meno peggio. Vigliaccamente: perchè non votare non mi piace, perchè il voto “inutile” ti toglie la responsabilità di aver votato chi ti governa. Senza convinzione, sinceramente mi disgustano un po’ tutti. Quando parla un politico a me sembra sempre di sentire Crudelia Demon che dice di voler adottare la cucciolata di dalmata. Mi sembrano così falsi da essere grotteschi. Quando li sento parlare di precariato e di rincaro della vita mi innervosisco come quando ero disperata, abbandonata, lasciata dal fidanzato e senza un posto dove andare e la conoscente di turno mi diceva “ma sì, stai su, tutto si aggiusta…io questa settimana devo scegliere l’abito da sposa e l’arredamento del salotto, non so come fare…”.
    Relativamente alle persone, agli elettori, la penso come marco. Le votazioni servono per fare una scelta, e il popolo la ha fatta. Perchè dare degli idioti non pensanti a chi la vede diversamente?
    Tu hai già dato una risposta a Marco, e la considero valida anche per me… Sinceramente essere rappresentata dai leghisti mi imbarazza un po’ (anche in quanto persona che ci tiene parecchio alle buone maniere) e sono d’accordo quando dici che votare lega significa cercare facili soluzioni a problemi complessi. Non sono assolutamente d’accordo con chi dice che il voto alla lega è stato dato dagli evasori col SUV. Forse è proprio questo il concetto ormai fuori tempo che la sinistra deve superare. Il voto alla lega viene dalle commesse che alle nove di sera devono tornare a casa in metropolitana e hanno paura. Il voto alla destra viene da quell’amica di mia nonna con pensioncina microminima che l’altro giorno bevendo il te diceva “io voto berlusconi, perchè lui ruberà dei soldi e li investirà; quegli altri li ruberanno e li spenderanno per questi qui dietro del centro sociale che sporcano tutto”… Scusa se sono stata così prolissa! ciao

  21. Dottor C. dice:

    Considerazioni sparse e non sistematizzate.

    Marco: “l’operaio che nel 2005 votò Rifondazione era una persona di spessore mentre oggi che ha votato Lega è un minus habens”.
    Non credo che Panzallaria pensi questo; comunque, di mio, posso rispondere: no, era egoista e individualista prima e lo è rimasto adesso, solo che prima pensava che a fare il suo interesse (come per tutti i Sessanta e i Settanta) fossero i comunisti, ora pensa che sia la Lega.
    La sostanza alla base non cambia di una virgola. E fino a che tali “operai” non si accorgeranno che sono invece altri importantissimi dati contestuali a cambiare radicalmente (o meglio: che dovrebbero provare a cambiare: ed ecco gli errori della Sinistra), l’Italia (o quale altro Paese per lei) non progredirà mai.
    Certo, poi il discorso è più complesso, e subentra un certo feedback: semplificando, è vero che in ogni caso l’operaio faceva il suo interesse, ma per lo meno prima “rischiava” di farsi permeare da qualche ideale superiore, e a volte ciò è anche accaduto. Mentre ora “rischia” di farsi permeare da qualche ideale nettamente più merdoso, e ciò sarà di molto più facile realizzazione.

    Panzallaria: “non mi piace affatto che l’Italia sia diventata un paese di destra”.
    Purtroppo, secondo me lo è sempre stata, nel profondo (e a volte manco tanto, nel profondo).

    Adele: sto giro sono d’accordo con te.
    Anche io non sono contento per un cazzo (scusate il francesismo).
    E dici una cosa secondo me sacrosantissima: ci sono le idee e ci sono i fatti.
    Riuscire a metterli d’accordo, a donare il giusto peso e valore a ognuno senza squalificare in qualche modo l’altro, secondo me è una delle cose più difficili al mondo.
    Amo sempre dire, di me, che cammino con la testa per aria ma guardandomi i piedi fissi al suolo (anche per non cadere nel pozzo, come nella celebre storiella del filosofo).

    La Meringa, secondo me, sbaglia un po’ le premesse.
    Ma sul fatto di voler essere a casa dei non votanti…
    (che tuttavia a mio avviso non smadonnavano, bensì se la ghignavano con una finta autosicumera. Ma ho già espresso altrove il mio pensiero in proposito)

  22. Panzallaria dice:

    come ho già esplicitato in privato ad Adele è ovvio che la mia contentezza è assolutamente provocatoria, perché nemmeno io sono contenta per un cazzo, ma credo che ce lo siamo meritato. L’Italia è sempre stato un paese di destra: sono d’accordo al 100%.

    Però io penso che sarebbe semplificatorio e un modo per rimandare un’analisi e una crescita importante per un giovamento alla lunga pensare che a votare lega siano quelli con il Suv e mi fa piacere che due persone abbiano qui voluto esprimere perplessità circa le nostre pseudocertezze di sinistra.

    Io c’avevo un capo, in un lavoro, che aveva le mani in pasta con l’allora pds, ma mani in pasta un tot che tutti i lavori li prendevamo per sta storia. Lui era stato un comunista di quelli che militano e dirigente di partito. Lui c’aveva il suv e trattava la gente che lavorava con lui malissimo. Insomma: bisogna andare oltre sti schemi secondo me.

    Resta il fatto che dovevamo pensarci ben prima e risolvere delle questioni importanti. Ora è inutile lamentarsi e sconvolgersi: bisogna trovare il modo di rimediare ognuno come gli è possibile

  23. maria dice:

    cara panz,
    sono pienamente d’accordo con te e da quello che era possibile intuire dai tuoi post abbiamo anche investito il voto sullo stesso partito… perchè, diciamocelo, quella tipologia di voto era un investimento a medio termine.
    comunque sono desolata, affranta e come te anche felice. Liberazione titola PUNTO E A CAPO, ma non basta cambiare paragrafo… occorre assolutamente chiudere questo capitolo di silenzi assenzi, acquiescenza, irresponsabilità, paura e codardia.
    Comunque… non ho commentato il tuo post per ripetere concetti che avevi esposto in modo chiaro e esaustivo.
    ti scrivo per dire:
    Caro Marco,
    GRAZIE. Spero che da qui, dal basso, inizi un processo di chiarezza, di confronto, di collaborazione e anche di scontro, un processo che deve essere , però, argomentato e non deve essere solo caratterizzato da tristi imposizioni che il più delle volte non vengono giustificate e spiegate.

    Abbracci

  24. La Lena dice:

    “Storia dei cobas dei parcheggi della fiera”. c’era scritto così sul plico di fogli graffettati con cura che ho trovato stamattina sotto la bacheca-dipendenti di Bolognafiere. e dentro la storia dei parcheggiatori che lavorano attorno alla fiera, non più direttamente per Bolognafiere ma per ditte appaltate o subappaltate, con uno stipendio di 6 euro l’ora, turni fino a 17-20 ore senza pausa, nessun riconoscimento di festivi, straordinari e velate minacce di non essere ricontattati alla prossima occasione nel caso di proteste. questa tecnica di esternalizzare il lavoro che un tempo veniva fatto dagli stessi dipendenti di Bolognafiere è un modo per frammentare i lavoratori, disperdendoli e riducendone così la forza di rottura. leggendo quelle pagine, scritte come una storia non col solito stile grigio e impersonale dei resoconti sindacali, ho capito delle cose, che si può parlare di empatia e della “Pedagogia di paulo Freire” non solo in un articoletto per quattro intellettuali sparuti che se la raccontano in qualche serata radical chic ma in un volantino scritto da lavoratori per altri lavoratori che ogni giorno “accettano di sporcarsi le mani nel cercare di comprendere e intervenire nei luoghi reali della precarietà, partendo dalle proprie esperienze e dalle proprie condizioni materiali di vita”, senza più sempre delegare. “Raccontare storie” ha un potere sovversivo, lo diceva Hannah Arendt. Viverle e raccontarle magari ancora di più. E c’entra coi discorsi che ho letto qui. Veramente stimolanti. Vi saluto tutti

  25. Giordano* dice:

    La sinistra non è morta. Si è suicidata.
    Perseguendo il potere Bertinotti&co hanno abbandonato gli operai, le fabbriche, i cantieri, i contadini, le casalinghe, gli ultimi, quelli che non arrivano alla quarta settimana. Li hanno abbandonati, vestendo i panni dei governanti, ponendo il loro nobil deretano sulle poltroncine in velluto rosso. Hanno abbandonato il loro popolo ed il loro popolo li ha abbandonati.
    In parte non andando a votare ma in parte, consistente in alcune realtà, gli operai hanno votato lega o, al sud, pdl. Perchè evidentemente questi partiti hanno saputo catalizzare i sentimenti (indotti vergognosamente alcuni, come l’odio verso il diverso), e le aspettative delle classi disagiate.
    La sinistra oggi deve ripartire da qui, dall’elettorato deluso e che ha votato gli altri, lasciando le loro aspettative nelle mani del secessionista xenofobo partito della Lega Nord, e dell’Imprenditori colluso con la mafia.
    La sinistra, se vuole ricominciare, deve andare ad aiutare gli operai, deve tessere una tela che da tempo si è strappata e che sarà difficile da ricucire. Deve smettarla di piangersi addosso, con liti interne quanto insulse su simboli e modalità di fusione.
    Chi non arriva a fine mese, vuole risposte future, non sogni, speranze ed utopie passate.

    La sinistra è stata azzerata.
    Mi sento un pò azzerato anche io.
    Giordano*

  26. Marco dice:

    @Dottor Carlo: il calambour sull’operaio non era riferito a Panz ma ad un certo modo di pensare che, purtroppo, mi sembra sia dominante all’interno del popolo di sinistra (non che quello di destra “pensi” meglio ma qui stiamo dibattendo gli errori della sinistra), Però, provocatoriamente, ti domando: quali sono questi importantissimi “dati contestuali” che dovrebbero cambiare radicalmente? Secondo me non si puòdeve condannare chi vota colui che ritiene faccia il suo interesse, è umanissimo che succeda così…o no?

  27. madamefall dice:

    Ho letto quasi tutto e sono di opinione molto simile a panz e ho votato PD.

    TEMA SICUREZZA: mi fate per favore capire davvero il perchè di tutta questa paranoia collettiva sul tema??? ma siamo davvero così minacciati? la commessa che alle 9 prende il metro…ma che scherziamo?? ma che pericoli ci sono mai per le strade? EDDAI! sono finti fantasmi, sono spettri di paure indotte santo cielo, tutto sto pericolo io non lo vedo, vado in giro di giorno e di notte, da sola, coi mezzi e o macchina, vivo a milano in quartiere a maggioranza extracomunitaria…tutto sto rischio dove sta??
    io sono preoccupata dal fatto che invece ci incancreniamo su qs bisogno della paura…
    secondo me gli unici autorizzati ad averne davvero sono gli stranieri, con l’aria che tira, altro che balle

  28. Fragola dice:

    Madamefall: forse è proprio questo il problema! Tu la pensi diversamente e non vivi sulla tua pelle le paranoie collettive sul tema sicurezza. Forse hai anche ragione tu, io non lo so. Ma il dato di fatto da cui bisogna partire è che la commessa che torna a casa alle 9 in metropolitana ha paura e pensa che i pericoli per le strade ci siano. Forse sono paure indotte ma tant’è, ci sono nella maggioranza dei cittadini. A questo punto non basta però dire che si tratta solo paranoie che non hanno ragion d’essere.
    Occorre riuscire davvero a convincere tutte le commesse e gli spettatori del GF, visto che la maggioranza degli elettori sono loro. Oppure occorre proporre delle soluzioni alternative a quelle della lega, ma dotate della medesima concretezza ed immediatezza. Se no le commesse votano lega…
    buona giornata a panz e a tutti

  29. Chiara dice:

    Su queste paure ci sarebbe tanto da dire. Secondo me non si può rispondere solo con risposte immediate, che non mettano in discussione le tonnellate di informazione scorretta e distorta che si fa ogni giorno sul tema immigrazione e affini. Che vuol dire esattamente risposte immediate? E’ un po’ come dire “vabbè, magari gli stranieri non sono tutti criminali, ma siccome la gente pensa che sia così, cosa proponete voi per farli sparire dalla circolazione?”. Temo che la soluzione non si possa trovare percorrendo questa via.

  30. madamefall dice:

    Cancordo con Chiara. Fragola capisco il tuo ragionamento, ma dare corda alle paranoie collettive a me in qs gg di sconforto sociale fa tornare alla mente momenti storici in cui qs venne fatto per quieto vivere e per finto principio di realtà e finì malissimo. Per tutti.

    Io sarei per decostruire qs meccanismi invece.
    Perchè mentre le donne continuano a temere il marocchino seduto sul metro…poi vengono pestate dagli “amorevoli” compagni che le accolgono al calduccio di casetta loro…
    epperò si continua a temere il marocchino…

  31. Panzallaria dice:

    sono assolutamente d’accordo con chiara e madamenfall: bisogna lavorare sulle cause di queste paure (che non sono gli stranieri ma l’informazione distorta!) e bisogna lavorare sulla de-responsabilizzazione personale: se la commessa ragionasse con la sua testa (se tutti ragionassimo con la nostra testa) vedremmmo che non è con norme fasciste che si risolve il problema della sicurezza. Le peggiori malefatte, vorrei ricordarlo come ha ben detto madame, avvengono tra le mura domestiche, ad opera di persone che dovrebbero rispettarci.

    Lo straniero è solo il diverso, per cui la paura che infonde è legato alla diffidenza.

    Un tempo per risolvere il problema hanno aperto prima i ghetti e poi hanno pensato alla soluzione finale (che non pensiamo di essere tanto distanti eh, che le premesse ci sono tutte!) e alla gente “per bene” bastava non vedere e non sapere per rimanere con la coscenza a posto.

    se non vogliamo tornare a quel punto bisogna lavorare sulla nostra singola intelligenza e capacità di distinguo (prima di tutto) e nessuno è esonerato e poi cercare di promuovere una politica che vada in quella direzione.

    non credo che il populismo di cui parla fragola, anche se comprensibile, possa essere giustificato.

    è comodo. per chi può deresponsabilizzarsi e affidarsi alla lega e per i legaioli tutti

  32. Fragola dice:

    Io avevo risposto in privato a chiara per non “intasare” e andare fuori tema… ma visto che la discussione va avanti torno qui (e poi scusate se sparirò ma ho impegno di lavoro!). Io non parlo di “dare corda” alle paure collettive per guadagnarsi consensi popolari.
    Cioè la conclusione non deve essre “siccome la gente pensa che sia così, cosa proponete voi per farli sparire dalla circolazione?” ma “siccome la gente pensa che sia così, cosa proponete voi perchè si cambi questa diffusa opinione?”. Ovvero partire dalla realtà (la commessa ha paura), giusta o sbagliata che sia, e proporre delle soluzioni (e non soltanto dire che le soluzioni della lega sono sbagliate e pericolse). Perchè se mancano delle alternative la gente prende quello che c’è (lega). Mi sembra che la risposta di Panz fosse abbastanza in linea con quello che sto dicendo… Il difficile è poi tradurlo in gesti concreti.
    Saluto tutti che ora me ne vado in una stalletta abbarbicata su un monte lontano da tutto e da tutti !!

  33. Dottor C. dice:

    Per quanto mi riguarda, ma penso che tutti si riferissero a questo, l’incertezza politica sarebbe da intendersi nella sua contestualizzazione italiana; nel senso che le certezze, in accezione vasta, le ho eccome.

    E sicuramente non vanno nella direzione in cui l’interesse personale di un individuo va a scapito di quello di tanti o tantissimi altri. (Il che è contrario, del resto, al concetto fondamentale e universale di libertà, nella dialettica tra quella personale e quella altrui.)

    Secondo me, necessariamente semplificando, la politica della Destra in generale, e quella della Destra italiana in particolare, si dirigono invece proprio in quella direzione.
    E non sarà un caso se la Lega, nel parlamento europeo, fa parte del gruppo misto della destra estrema (xenofoba e razzista).

    Pertanto, posto che a mio avviso l’intero sistema di pensiero andrebbe reimpostato secondo le teorie che si stanno dimostrando sempre più terribilmente fondate dell’ecologismo (ossia, che è del tutto folle ritenere che possa esservi una crescita illimitata entro un sistema invece ben finito: quello terrestre); e posto, su un piano parzialmente diverso, che occorrerebbe considerare i canoni e gli stili di vita, personali e globali, su cui si basa il “non arrivare a fine mese”, mi sembra proprio che sia (stata) la Sinistra, storicamente, teoricamente e pragmaticamente, a porsi gli obiettivi di una vita parimenti dignitosa per tutti alla stessa maniera, a cercare di colmare i vari profondissimi gap di ricchezza e di impostare una cultura improntata all’interesse globale prima che individuale.
    Sono poi esistite differenze nei metodi, alcuni dei quali a volte non proprio illuminati; ma insomma, non credo che sia molto sballata l’equazione che vede una Sinistra (quella di oggi) umanista e umanitaria assai più vicina agli interessi della collettività, e in essa dei socialmente (e civicamente) deboli, piuttosto che ai rozzi (e razzisti) tornaconti personali.

    Ma se non si sa guardare al di là del misero recinto dell’interesse personale; se si ritiene che sia giusto, a livello culturale, morale, etico, umano, e pragmatico nel senso di stile di vita, concentrarsi unicamente in questo recinto; fino a che insomma sussisteranno queste profondissime differenze di prospettiva, differenze la cui realtà e portata sono determinate da tutta una serie di limitazioni personali, io credo proprio che un terreno di dialogo non possa esistere, e brutalmente parlando che i leghisti siano una masnada di ignoranti e/o di stronzi.

    Spero di essermi spiegato, nonostante la natura del mezzo (il commento su un post di un blog altrui).
    Sicuramente qualcuno, anche in giro per la Rete, sarà riuscito a esprimersi molto meglio di me.

  34. Dottor C. dice:

    “Secondo me non si puòdeve condannare chi vota colui che ritiene faccia il suo interesse, è umanissimo che succeda così…o no?”

    No.

    In sostanza, Marco, potrebbe essere umanissimo secondo un concetto secondo me del tutto sballato di umanità.
    Che mette l’uomo più vicino all’animale che non all’essere superiore che pure ha tutte le capacità per essere.
    Fuori poi di teoresi, come ho scritto sopra, bisogna vedere *quale* è il suo interesse, su cosa si fonda, cosa comporta, se va contro quello di numerosi altri, e così via.
    Ecco, e davvero non mi sembra che certi interessi siano proprio virtuosi. Per eufemizzare.

  35. Doc dice:

    “Ecco, ora non abbiamo più nessuno a rappresentarci in Parlamento” è la frase che stavo per dire.
    Poi però ci ho pensato bene e ora mi viene da dire: perché, fino ad ora c’era qualcuno di sinistra in parlamento? Se sì, io non me ne ero accorto. Probabilmente ero troppo occupato a preoccuparmi del fatto che il governo Prodi sopravvivesse alle spallate dei Mastella e dei Dini per accorgermi che la coalizione che ho votato due anni fa di sinistra non aveva nulla; di sinistro, invece, molto. moltissimo.
    S i g h

    Doc

  36. Marco dice:

    Sul fatto che “fatti non fummo per viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza” non posso essere altro che d’accordo, però fare pensieri aulici quando non si riesce a soddisfare i bisogni primari forse può anche essere difficoltoso! Il concetto di umanità di cui te parli mi sembra un’astrazione metafisica di una realtà molto complessa…mi sembra quasi che arrivi a sostenere (e perdonami se sbaglio) che le difficoltà di arrivare a fine mese siano dovute non tanto ad oggettive difficoltà economiche quanto a “canoni e stili di vita, personali e globali”…quindi basta abbassare il livello dei proprio bisogni fino a dove incontrino le proprio possibilità economiche e i problemi sono risolti, no? E qual’è il livello minimo sotto cui non si può andare: casa? salute? cibo?
    Per quanto riguarda l’aspetto “ecologico” posso dirmi d’accordo con te sulle premesse, poi però mi sa che sviluppando il discorso troveremmo soluzioni diverse…
    Io sinceramente non posso dire di vedere una Sinistra vicina ai bisogni della collettività (e lungi dal me asserire che lo faccia la Destra): tante, troppe decisioni prese dal passato Governo non le ho viste assolutamente andare in questa direzione, a partire dalla riforma del Welfare per continuare con tutti i veti posti a qualsivoglia infrastruttura, con la chicca di una politica economica che in nome di un fantomatico “risanamento dei conti” ha, secondo la mia modestissima opinione, aggravato una situazione economica già di per sè non troppo rosea…
    Lo so, sono sceso su un terreno assai pratico invece di continuare a parlare di filosofia, ma l’elettore medio in Italia ritengo guardi più al proprio interesse e a quello della piccola comunità che lo circonda, piuttosto che porsi domande filosofiche sul proprio grado di “umanità”…del resto, come dice Guareschi, a pancia piena si ragiona meglio…
    Ciao e grazie per l’interessante (no joke) confronto!

  37. enrico dignani dice:

    … un martello è un utensile
    se lo dai in testa a qualcuno
    l’uso è stato improprio
    il progresso ha distribuito la ricchezza
    prima di lui
    l’aristocrazia l’aveva costruita
    organizzata
    il comunismo è un eventuale strumento
    non è una fissazione
    esteticamente bello
    altrettanto quanto il capitalismo
    nella sua brutalità.

    Questo è il migliore
    dei mondi possibili
    ed è anche molto simpatico …
    deretani flaccidi compresi.
    Ogni secolo
    a modo suo è stato
    bello.

  38. robbi dice:

    Ieri ho avuto la sventura di ammalarmi.
    Pertanto ho guardato la tv. tutti i telegiornali…
    ho notato una cosa: fino a venerdì scorso si parlava di
    – extracomunitari che violentavano tutti, animali inclusi
    – extracomunitari ubriachi
    – extracomunitari ubriachi che tiravan sotto in macchina giovani e vecchi
    – extracomunitari che spacciavan droga
    – extracomunitari violenti
    – extracomunitari clandestini
    – extracomunitari e basta

    Bè ieri c’erano i soliti casi di droga, di incidenti, di violenza sessuale. Solo che si vede che ieri gli extracomunitari hanno preso il virus intestinale come me… oppure è una scelta dei giornalisti quali notizie divulgare e soprattutto con che toni?
    Ah, per chi non avesse seguito i tg di ieri sembra che il prossimo martellante concetto è che i giudici “fanno uscire” i delinquenti… per decorrenza dei termini.
    Penso che non guarderò èpiù i tg.

  39. Dottor C. dice:

    Marco, immaginavo di essermi espresso male.
    Ché questo appunto è un argomento vasto, in cui bisognerebbe tenere sempre ben distinti i piani.

    L’intento non era affatto filosofico.
    Posto, in ogni caso, che per me vale sempre l’assunto: “prima i pensieri, poi le parole e poi le cose”, quando si tratta di pianificare, perché altrimenti si rischiano diversi disastri e derive pressappochiste.
    I limiti poi di quanto può essere considerato “filosofico” dipendono anche dalle caratteristiche del pensiero e del carattere di ciascuno.

    Inoltre, il mio primo intervento voleva essere innanzitutto una risposta alla tua precedente richiesta a me rivolta: “quali sono questi importantissimi ‘dati contestuali’ che dovrebbero cambiare radicalmente?”.

    Ho cercato di spiegarteli.

    Perché sul fatto che su vari piani la Sinistra abbia cannato sono d’accordo con te.
    Sebbene, anche qua, mi viene per esempio da chiederti, senza malizia alcuna: “sei così esperto di economia da potere criticare con cognizione di causa la politica economica”?
    Lo so che hai detto che la tua è una “opinione modestissima”, però con queste opinioni modestissime si va a votare, per cui bisognerebbe cercare di farle diventare “meno modestissime”. E insomma cercare di possedere maggiore cognizione di causa su tutto, se non si vuole continuare a essere fregati (era anche quanto dicevano i nostri nonni e i nostri padri, no? Che la sapienza la vince).

    Pensi che sia filosofia, questa? Io no. Io penso che le persone, in generale, dovrebbero cominciare a interessarsi di più di determinate questioni, perché se no farsi inculare dal primo Berlusconi è un attimo.
    Questa non è filosofia.
    Se tu inoltre, pure parlando di “modestissima opinione”, usi poi il termine “chicca” in accezione ironico-negativa, io ci vedo qualcosa di profondamente contraddittorio.

    Perché secondo me, invece, la politica economica è stata una delle poche cose veramente buone tentate di fare dal precedente governo. Non sono economo, ma ti posso presentare incontrovertibili dati, frutto di studi universitari provenienti da più fonti disparate. E la stampa estera avvertita?
    Anche queste possono essere cose interpretabili? Come mai allora anche Berlusconi ha parlato di sacrifici e politica impopolare? Secondo me, i dati concreti non hanno un gran margine di interpretazione, a meno che non glielo si voglia dare.

    E se vuoi ragionare a pancia piena, con il governo di destra non ce la fai.
    O comunque di meno che con quell’altro.
    AL massimo il governo di destra ti anestetizza il digiuno propinandoti culi e demenza in prima serata (tutto ebbe origine dal “Drive-in”, te lo ricordi? Di che anno sei?). Ciò che fa il suo gioco, ovviamente.

    La Sinistra ha poi dato la sua connivenza al mancato interessamento alle questioni civili, a certe riforme sociali, per cui ha dovuto “RealPolitikamente” chiudere uno o due occhi.
    Ma, per usare una trita e insopportabile espressione retorica, secondo me in questo caso è più idealista chi pensa che il governo Prodi (che di Sinistra aveva comunque poco o niente), potesse risolvere tutto di botto “con la bacchetta magica”.

    Anche la Spagna è entrata in stagnazione economica, nonostante lo Zap.
    Che pure, appunto, ci prova, per lo meno con le questioni civili ecc., e inoltre è molto meno antiquato nella sua modalità di fare politica.

    Quello che la Sinistra *non* ha fatto e che invece avrebbe dovuto è il frutto di varie motivazioni, che vanno dall’inadeguatezza dei politici stessi (attaccamento al potere, logiche personalistiche, eccetera) alla situazione oggettiva che stanno attraversando il mondo e l’Italia, dalla schiavitù del nostro Paese nei confronti della Città del Vaticano al carattere tutto italiota della ricerca dell’uomo forte che agisca per lui senza farlo scomodare, dalla consapevolezza che per tentare qualche briciola “di sinistra” si dovevano ingurgitare pagnotte “di centro” alla vecchiezza di una certa modalità di fare politica tutta chiusa in se stessa.

    Insomma, anche io credo di stare su un terreno molto pratico, e in questo terreno molto pratico (che non si può comunque disgiungere dall’altro teorico, anzi) la Destra ha fatto e farà assai più disastri.

    Anche io ti ringrazio dello scambio; e resto ovviamente aperto alle proposte concrete.

    P.S.: grazie Enrico Dignani per la poesia. Merita un commento a parte.

  40. Dottor C. dice:

    “L’elettore medio in Italia ritengo guardi più al proprio interesse e a quello della piccola comunità che lo circonda”.

    Va bene, siamo d’accordo.
    Ma *come* ci guarda? Cosa vede? Come e con che strumenti lo interpreta?

    Questa forse la puoi chiamare filosofia.
    Ma per me sono gli strumenti, in questo caso, a creare la realtà.
    Il modo di pensarci e di parlarne può assomigliare alla teoria filosofica, ma in realtà sono quanto di più concreto ci possa essere.

    E agire solo sui sintomi, come vorrebbe per lo più la destra (con l’aggravante spesso ostacolante di dovere comunque salvaguardare l’interesse dei suoi capataz, a livello ecomico e giuridico; e questi sono “fatti di vita accaduta”, se non dimentichiamo i processi evitati per decorrenza, una decorrenza i cui tempi sono stati dettati dagli stessi giudicandi…), agire solo sui sintomi alla lunga peggiora la situazione.

    Bisognerebbe agire insieme su entrambi i fronti, ok.
    Ed è qui che mi piacerebbe capire come, è qui dove sono aperto a discussioni.

  41. Marco dice:

    Allora, ti rispondo per punti:
    non sono un grosso esperto di economia ma, vuoi per gli studi fatti vuoi per interessi personali, ritengo di possedere gli strumenti per farmi una mia personalissima opinione sulla base della quale esprimere un voto quantomeno consapevole! Il modestissima era riferito al fatto che è mia e solo mia, il termine “chicca” è semplice ironia (almeno quella lasciamocela…).
    sulla politica economica del governo: ai dati incontrovertibili, scusami, ma non credo (né di destra né di sinistra). Per il lavoro che svolgo ti posso dire che si può far dire ciò che si vuole già al bilancio di un’azienda, ti puoi immaginare a quello di uno stato! E per ogni studio che te proponi potrei portartene un altro uguale e contrario…l’idea di Prodi e di Padoa Schioppa coincide con quella della BCE secondo cui è fondamentale tenere a freno l’inflazione a spese anche di un deficit di crescita, il mondo anglosassone al contrario accetta di avere un’inflazione più alta pur di avere un mercato forte, del resto se l’Inghilterra non entra nell’Euro ci sarà un perché! I sacrifici richiesti dal precedente governo, sempre secondo la mia opinione, andavano nella direzione di un risanamento dei conti immediato ma non certo di lungo periodo (a meno di non volere tenere il livello di tassazione attuale), non ho visto chissà quali interventi strutturali sui capitoli di spesa…se davvero Berlusconi abolisse le Provincie, ad esempio, avrebbe ottenuto un successo importante nell’ottica del risanamento dei conti, ben più di quanto fatto da Prodi.
    sulle questione etiche e morali il discorso si fa lungo, ti rispondo con calma in seguito…
    Ringraziando sempre Panz per l’ospitalità!

  42. robbi dice:

    @marco
    fare e disfare è sempre un lavorare…
    Per l’abolizione delle province, cosa su cui potrei anche essere d’accordo come concetto generale, ma poi vorrei ben sapere come si procederà.

    Sai marco, me lo ricordo bene quando la lega festeggiò alla creazione della provincia di Lecco, per non parlare di quella di Monza…

    e mi ricordo bene che qualcuno (un nome a caso DC di Rotondi) presentò un disegno di legge per la creazione di un centinaio di nuove province…

    Pertanto, tanto rumor per nulla.

  43. Marco dice:

    Robbi, ormai sono troppo “vecchio” per sperare di trovare coerenza nel mondo della politica! Del resto dopo l’immortale frase di Rutelli (non sono io ad aver cambiato idea, sono tutti gli altri radicali che hanno cambiato posizione) sono saltate tutte le marcature! Intanto la Destra l’ha proposto, poi nel corso della legislatura vedremo, se non succede vuol dire che alle prossime elezioni si cambia voto…

  44. Dottor C. dice:

    Se avete tempo, è assolutamente da leggersi questo: http://leonardo.blogspot.com/2008/04/forse-dio-malato.html.

    Invito a prestare attenzione anche a tutti i commenti, uno per uno, e non a scorrerli velocemente.
    Sono molto molto interessanti.

    Io intanto continuo ad aspettare il seguito della risposta di Marco, che mi sembra che a molti punti avanzati abbia risposto solo a uno o due, con argomentazioni peraltro che ho trovato abbastanza scontate.
    Sebbene la storia dell’abolizione delle Province mi fosse sfuggita, e be’… sembra quasi una soluzione di sinistra… Magari!

  45. robbi dice:

    @marco…
    non disperare per l’età.
    In soldoni le ideologie sono morte. E non con queste elezioni, arrancavano già dagli anni 70.
    Da una parte è una cosa positiva, da un’altra negativa.
    Non siamo più un paese in cui ha senso la lotta di classe. E’ un paese che ha bisogno di risposte a problemi concreti e non in astratto.

    Ah, a proposito. Strano ma vero ma con prodino io ho pagato meno irpef.

  46. Marco dice:

    @ Dottor C.: nel week end spero di trovare il tempo per soddisfare le tue aspettative, anche se probabilmente ti deluderò…certo, a questo punto mi aspetto che anche te scenda da un piano filosofico-esistenziale e mi presenti dei progetti concreti per realizzare le tue idee, ma non è mica per fare il polemico visto che trovi le mie argomentazioni scontate…anzi, è proprio per fare il polemico! 🙂 (e perdonami pure lo smile ma è solo per farti capire che trattasi di polemica stile divertissement)

  47. Panzallaria dice:

    @marco, dottorcarlo: propongo una cena chezPanzallaria per un confronto feis tu feis.

    a parte gli scherzi grazie a tutti quanti davvero per la bella discussione che è nata!

  48. Dottor C. dice:

    Ancora insisti con il filosofico-esistenziale?
    Qualcosa allora si comincia a chiarire.

    Mi piacerebbe provassi a rispondere *davvero* punto per punto, perché a me pare di avere tirato fuori anche altre questioni che non solo l’economia e l’etica e la morale.

    Intanto cominciamo ad avere chiara l’analisi e i suoi confini, e le rispettive basi di partenza e soprattutto i *metodi* di riflessione.
    Perché a parlare di cose differenti e soprattutto in maniere differenti non si arriva da nessuna parte. Al massimo si possono trovare avvicinamenti o perfino accordi superficiali che magari lì per lì rendono anche felici e soddsfatti, ma che poi sono destinati a svanire in un soffio.
    E se continui a pensare che parlare di metodo non equivalga già a parlare di sostanza, allora proprio non si può partire.

    Poi parleremo di dove ha sbagliato la Sinistra (anche se oramai credo sia abbastanza chiaro, dopo tutte le interessanti e piuttosto obiettive analisi che ne sono state fatte in questi giorni).

    Di perché l’elettore di sinistra si sia rifugiato nella Lega (ma anche qua: c’è bisogno di ripetere?).

    Proveremo a capire cosa si può fare per ricominciare con una politica più seria, a vedere se la lotta per certe rivendicazioni non sia diventata oramai troppo impari (anche per la congiunzione orribile che si deve ancora manifestare in tutta la sua portata).
    Se davvero bisognerebbe ripensare tutto *da capo* e nel frattempo cercare di mettere toppe, e come metterle.
    Proveremo a leggere il quadro e a dire: ok, bisognerebbe intervenire qua e qua, e così e così.
    Ma se leggiamo due cose diverse, e in maniere diverse, mi sa che intervenire sarà dura.
    E se non siamo d’accordo neanche sulle maniere d’intervento, sarà ancora più dura.

    Sono stato chiaro, adesso? O ancora il mio discorso è sull’esistenziale?

    O forse davvero non sto capendo un cazzo.
    Vuoi che ti dica che anche io, come Robbi, con Prodi ho pagato meno Irpef?
    Vuoi che ti dica che grazie alla Finanziaria del 2008 pago 200/250 euro di meno all’anno di IVA?
    Non lo so, davvero, di cosa vuoi parlare?

    Comunque, ecco qualcuno che dice le cose come io probabilmente non riuscirò mai a fare: http://leonardo.blogspot.com/2008/04/pirla-power.html.
    Anche in questo caso, invito a leggere bene anche tutti i commenti.

    Chiarisco, a scanso di equivoci, che per me sono solo spunti, assai validi, di riflessione; non è che sia d’accordo in toto con l’uno o con un altro, ma messi insieme penso possano fornire un quadro abbastanza completo.

  49. Dottor C. dice:

    Guarda, ricominciamo dall’inizio, e procediamo davvero passo passo.

    Tu scrivi: “sei sicura che definire l’elettorato di Berlusconi tout court un popolo di idioti mentre te, anzi voi, popolo di sinistra (radicale) siete le migliori menti della nostra generazione sia il punto di partenza giusto per cambiare questo sistema che a te (ed in parte anche a me) non piace?”

    Risposta mia a questo punto:
    No, non è affatto il punto di partenza giusto.
    Non lo è o non lo si è dimostrato; questo per me riveste un interesse relativo.

    Rimangono, a mio avviso, [modo: aggiunta, notazione a parte] dati abbastanza oggettivi (e generali, eh?) su livelli culturali, morali e di pensiero [fine modo: aggiunta, notazione a parte].

    Andiamo avanti.
    “Non è proprio questo il “vostro” limite: non andare a cercare le cause per cui la Sinistra non riesce più a parlare al suo elettorato di riferimento di un tempo (leggi il bell’articolo di Stella sul CdS di oggi al riguardo) ma trincerarsi dietro una presunta supremazia intellettuale?”

    Anche qua sono d’accordo.
    La Sinistra ha fatto davvero questo errore.
    Ma ho cercato anche di spiegare, seppure magari in maniera purtroppo confusa, che: (1, meno importante, la liquido subito) io, personalmente, cerco di non agire così, di non trincerarmi; (2, assai più importante) bisognerebbe innanzitutto capire *a chi* ci si sta rivolgendo: magari per tentare di parlare nella loro lingua cercando di sputtanare il meno possibile i propri convincimenti e/o ideali? Per proporre soluzioni e vedere se queste soluzioni sono praticabili?
    Insomma, perché la SInistra non riesce più a parlare? Sono solo colpe sue (che pure ci sono, eh, ribadisco)? O anche sordità da parte dell'”elettorato di riferimento di un tempo”, che poi si è venuto a scoprire che tanto illuminato non lo è mai stato? O anche impossibilità, vista la congiuntura, a “fare/essere buoni”?

    [modo: aggiunta, notazione a parte di carattere testuale] Mi concederai, spero, che da questi interrogativi sia facile passare a fare discorsi più generali; magari non è stato centrato, ok, ma mi è venuto, forse pensando erroneamente che il meccanismo sottostante fosse condiviso [fine modo: aggiunta, notazione a parte di carattere testuale]

    Concludi il tuo intervento così:
    “Estremizzando il tuo discorso si direbbe che ritieni che l’operaio che nel 2005 votò Rifondazione era una persona di spessore mentre oggi che ha votato Lega è un minus habens…”.

    Ho cercato di rispondere a questa “provocazione” (era tale?), provando a illustrarti il motivo per cui: (1) non credevo e non credo proprio che Panzallaria ritenga questo; (2) io penso che sia la stessa identica persona, né di spessore né minus habens.
    E a questo punto, visto che mi avevi pungolato (giustamente, eh?), ho provato a spiegarti quali sono secondo me le differenze nelle conseguenze tra lo scegliere, da parte di sto fantomatico operaio, di stare da una parte oppure di stare dall’altra (i motivi li avevo già illustrati).
    E, va bene, mi sono allargato troppo e sono andato oltre, spinto dall’impeto.

    Ma alle questioni che sollevavi, mi pare che una risposta sia (da me) stata data.
    E adesso, di cosa vogliamo parlare? Da dove vogliamo partire? Possiamo partire, o siamo troppo diversi?

    E cosa dicono gli altri? cosa dovrebbe fare la sinistra?
    Scendere in piazza e spaccare tutto? Parliamone: no, non è il caso, perché …; sì, in effetti sarebbe l’unica soluzione, perché …
    Rassegnarsi e cercare di sfangarsela alla meglio?: No! si scenda a spaccare tutto! Eh [sospiro], sì, oramai, l’andazzo è questo.
    Costituirsi in liste civiche e cambiare retorica e qualche obiettivo troppo idealistico? No! Falce e martello rules! Sì, proprio così bisognerebbe fare.

    E per parlare al popolo?
    Qua si fa ancora più difficile.
    Come facciamo a fargli capire che, dati alla mano, è più pericoloso stare in casa che entrare in un autobus autogestito da rumeni?
    Ci facciamo su uno spettacolino bagaglino dove i rumeni ballano sulle rive di un fiume tra le loro capanne mentre i padri di famiglia .. non lo dico perché mi fa troppo schifo?

    Cominciare con il dare il buon esempio.
    OK! Ci sto, giusto. Come? dove? E verrà capito, questo buon esempio? Siamo una popolazione di pigri rincoglioniti o di virtuosi volemose bbene?

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  1. Thalgo ha detto:

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