Romagna mia

Mercoledì pioveva che dio la mandava: sembrava inverno. Freddo, tuoni e lampi. Per sfidare la sorte e dato che mia mamma da tempo si era presa una settimana di ferie, ho accompagnato lei e la Frollina sulla riviera romagnola, alla ricerca di uno spiraglio (nutrivamo poche speranze!) di sole.

Abbiamo trovato sia il sole che una pensioncina economica e dotata di giostrine e affine per la bimba: ieri io sono ripartita per la città e ho lasciato nonna e nipote a folleggiare al mare.

A me la Romagna in quanto località balneare mi aveva sempre fatto cagare: quel mare color merda, gli ombrelloni fitti fitti e il divertimentificio discotecaro non erano mai stati nelle mie corde. L’entroterra è bellissimo, la gente è simpatica e mi piace da impazzire, la frutta è così dolce e nettarina che potrei accendere un mutuo per un kilo di pesche ma non bagnerei una delle mie caviglie in quel mare nemmeno sotto tortura.

Per non parlare della fauna estiva: quelli che sceglievano la vacanza tutta disco-figa-notte mi hanno sempre indotto conati di vomito fin da quando avevo 16 anni. Io sono una da campeggio, chitarra strimpellata in spiaggia, cannetta fumata al riparo di una barchetta in secca, discorsi vuoti e pieni davanti ad una boccia di vino e ad un mare degno di questo nome, dove il giorno dopo si può fare un bagno che non ti lasci addosso la sensazione di essere stata a fare una gita in palude.

Però non avevo mai considerato l’aspetto marmocchi – mare. In questi due giorni ho guardato la riviera con gli occhi di mamma e in effetti è costruita ad immagine e somiglianza dei bambini. In ogni angolo trovi giostrine, giochini, castelli di corde, scivoli e dondoli. Ti affittano passeggini, biciclette attrezzate, perfino neonati, a richiesta…

Ci siamo posizionate in un Bagno (struttura balneare attrezzata) a caso e abbiamo trovato una piccola mirabilandia: giochini di ogni genere per la gioia della mia monella!. Frollina era completamente estasiata. Già in pensione aveva avuto il suo da fare a salire e scendere 1540 volte dalla giostra del cortile, in spiaggia tra sabbia e giochi non sapeva più dove mettere mani ed occhi.

Inutile dire che a lei la Riviera è piaciuta moltissimo, che ha passato una giornata come una pallina da ping pong tra tutte le meraviglie a disposizione, che siamo andate in bicicletta al Molo e al mercato della frutta e cantava fin era contenta!

Era adorabile. Non si è fermata un secondo ma era felice come poche altre volte l’ho vista.

Ciò non significa che passeremo le nostre vacanze in riviera – che potrei scegliere la soluzione finale piuttosto che pensarmi in una vacanza di quel genere! – ma sicuramente, a maggio, quando non c’è nessuno tra i piedi, è un ottimo modo per far prendere aria di mare alla piccolina.

Ieri sono ripartita, alle volte di casa, che non mi ha calcolata di striscio, troppo presa a fare su e giù dallo scivolo.

Dopo 3 minuti che ero partita mi ero già persa (Panzallaria non può tradire se stessa anche se rischia la banalità!) e avevo imboccato una strada parallela a quella che dovevo. La dolce campagna romagnola mi faceva da contorno e l’aria era finalmente estiva. Chissenefrega! mi sono detta. ACesenaCiPenso mi sono detta.

Senz’ansia ho guidato piano come Fabio Concato, da sola. Senza dover rendere conto a nessuno. Senza bisogno di cantare “Il piccolo ragnetto” per evitare crisi isteriche alla mia Prole.

Mi mancava eh? L’idea di stare fino a domenica senza i suoi denti da castorino e quelle risate grasse e il ditino storto puntato sul mondo mi dava un certo magone.

Però.

Però dopo averci messo 1 ora per trovare l’autostrada (con il rischio di tornare al punto di partenza sfiorato almeno 3 volte) e dopo un viaggio schippando camioni enormi, sono arrivata a casa di mia mamma dove Tino mi aspettava.

Doccia, bacini, doccia.

Via verso nuove avventure.

Siamo usciti. Era un mese che non uscivamo lui ed io. Un mese in cui ci siamo fatti un culo quadrato per VillaBorghese e il lavoro e la bambina e la casa e comprare il cesso e comprare la caldaia e scegliere le piastrelle e smontare i mobili e lavoro e bambina e riempire scatoloni.

Siamo andati nel Nostro Locale: quello dove siamo stati al nostro primo incontro e – allora – io mi scolai tutta la bottiglia di vino che lui aveva scelto e parlai così tanto da consumarmi la lingua.

Che bello vedere il mondo esterno dopo le 9 di sera! Che bello non avere ambascia di tornare a casa. Ho bevuto due birre e un bicchiere di passito. Abbiamo parlato di VillaBorghese, della necessità di prenderci del tempo per noi, del mio lavoro e del libro che sto scrivendo con i suoi personaggi che crescono e mi diventano amici e mi sembra di intravederli per strada.

Si è mangiato benone, si è bevuto altrettanto.

Tornare all’auto è stata un’impresa: ridevo come una patata lessa, non riuscivo quasi a tenere dritte le gambe. Mi venivano in mente delle strane robe. Ho cercato nella mia testa fin quando l’ultimo neurone non si è spento sul cuscino il titolo di un film di fantascienza con Tom Cruise. Mi veniva “L’invasione degli ultracorpi”, “Incontri ravvicinati del III tipo” ma non riuscivo a trovare quello che dicevo io, così alla fine ho deciso che il film si intitola

IL CLONE GIOVANNI.

Che è poi la storia di un robot che prende il posto dell’umano di cui è il clone: il signor Giovanni, proprietario di una salumeria del centro. Il clone Giovanni deve annientare l’umanità e al posto delle mani c’ha un’affettatrice ma dato che è un tipo molto insicuro finisce che non annienta nessuno ma come taglia lui il prosciutto…

Mi sono addormentata.

Certa che potevo rimanere ubriaca fin quando avessi voluto. Che non avevo responsabilità se non verso il povero Giovanni/Tom Cruise di cui avevo perso il titolo.

Ogni tanto ci sta. Ricordarsi che non si è solo “Io devo, Io devo” ma anche cazzaroni dentro e fuori.

Frollina torna domenica. Stasera andiamo al cinema e domani ripartono gli scatoloni e lo smontaggio degli ultimi rimasugli di noi a Villa Borghese.

7 commenti
  1. cg dice:

    Dolce Panza, che bello sapere che stai bene!
    E’ vero, anch’io detestavo la riviera di Ostia e Dintorni, a causa del amre colore marrone, invece negli ultimi anni ho riscoperto il piacere di stare al mare comunque anche senza fare il bagno e finchè non c’è il caos di luglio agosto, un posto felice dove respirare qualcosa che non sia aria inquinata della capitale..
    saluta la Frolla E Tino

  2. Quasimamma dice:

    e poi mi chiedo perchè io Sara e Simone siamo nevrotici!!! Tu hai il buonsenso e il coraggio che ci manca. Cosa mi manca per avere la testa e il cuore di fare un bel regalo a me, a Sara e a Simone nello stesso tempo..? Bravissima panz, hai tutta la mia stima.

  3. Lillibeth dice:

    Cara mia.
    Io ti ammiro.
    Non riuscirei, per ora, a mandare Pulcetta in vacanza coi nonni e separarmi da lei per più di 24 ore.
    So che non va bene, che sono gelosa e cose di questo genere.
    Ma proprio non ci riesco.
    Sei brava. E coraggiosa.
    Baci, Lillibeth

  4. la coniglia dice:

    Che bello sentirti così…mi fa sentire decisamente meglio…mi rilasso un pò anche io a saperti contenta e un pò cazzarona che non guasta mai!!!
    P.S.
    Qui sicuramente ci sono meno scivoli e giostrine, però ti bagni in un signor mare, garantito!!!
    Ti abbraccio fortissimissimo!

  5. elena dice:

    oh! E’ così che ti voglio, mia bella Panzallaria!
    Avevo ragione quando ti dicevo che il maltempo (non quello meteo, mannaggiallui!) non dura per sempre, si o no?
    Baci e goditi le quarantottore di quasiferie!

  6. diVerde dice:

    direi che hai trovato un ottimo modo per staccare un pò la spina e recuoerare un pò di forse e di entusiamo.
    goditi anche i prossimi giorni.ciaooooooooooo

  7. Mammamsterdam dice:

    La vacanza al mare a pensione è la fine del mondo con i figli. Metti il cervello a zero. Riesci a leggerti un quotidiano per intero. Stressi un po’per il sonno, ma si dorme.

    Io che sono cresciuta in Abruzzo al mare, lavorandoci in un albergo di quel tipo e maledicendolo, sono 2-3 anni che torno sempre all’ovile con le belve. In appartamento affittato, a pensione completa, da mio fratello. Hanno tutti i loro pro e contro, ma per i bambini sono una meraviglia, e se riesco a mandarceli senza di me, come forse quest’anno Ennio in esperimento da solo con mia madre, oh, che gioia.

    Potrò ristrutturare, pittare, scazzarmi con il capo e tentare di farmi inseminare, che adesso che abbiamo una casetta nostra, una cameretta in più c’è.

    Vai Panz, (e sull’inseminare, io non dò consigli, ma…il passito fa tanto).

    Ba

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