Tino e le buche

Al mare a Tino ci piace scavare delle buche profondissime. Costruisce dei veri e propri condotti sotterranei per l’acqua e si impegna come un architetto al suo primo stage non pagato.

Lo vedi che le vene del collo si ingrossano nella concentrazione e che i neuroni sono attivati in ogni loro anfratto per sfidare vento, salsedine e bambini tedeschi.

Solo che i bambini tedeschi c’hanno quelle vanghe super professional mentre Tino deve accontentarsi della dotazione in plastica della Frollina.

Al mare Frollina ama giocare a Godzilla: entra nelle buche che costruisce suo padre e poi sfonda tutto, fognature, condotti, e muri di cinta.

Si butta a piedi pari e comincia a calciare per radere al suolo ogni forma di vita.

Così al mare, Tino e la Frollina passano le giornate a rotolarsi nella sabbia. Tino progetta il modo migliore per rubare le attrezzature dei biondi crucchi con le pale in titanio ultraleggero e cova pensieri orribili, tipo tornare nottetempo a distruggerne il lavoro, Frollina salta.

Salta su ogni opera umana costruita con la sabbia.

Due bambini.

Che poi, quando il tempo è particolarmente clemente, si tuffano a mare insieme, cotolettati dalla enorme quantità di sabbia che ha invaso OGNI anfratto del loro corpo.

Per fortuna almeno Tino ha imparato a trattenere la cacca. Perché al mare Frollina si nasconde dentro le casette, quelle di plastica, quelle dei bambini, e partorisce – tutta contenta – stronzi di dimensione e odore apocalittici che poi la mamma deve raccogliere con le sue mani da rettile.

10 commenti
  1. Mammamsterdam dice:

    Anche quella è una fase. Invece i proprietari educati di cani, quella fase lì (raccogliere gli stronzoni deposti dai loro cuccioli) spesso ancora ci devono arrivare.

    Fatevi un bel bagno di settembre anche per noi.

  2. Primula dice:

    Bentornata! NOn ho mai commentato i tuoi post solo perchè mentre recuperavo il tempo perduto (ho letto tutti i tuoi 2 blog in un paio di settimane) tu nel frattempo chiudevi. Non puoi capire come ci sono rimasta perchè non avevo nemmeno avuto al possibilità di salutarti e ringraziarti per i sorrisi che mi hai fatto fare. E invece ora sei tornata! Ti auguro con il cuore di riuscire a ritrovare l’ironia e la leggerezza che metti in questo blog quando scrivi, e soprattutto la salute e che il rettilaccio se ne torni da dove è venuto.
    Un abbraccio, Primula

  3. ba dice:

    ma bentornaaaata!!!! vabbè ma tu devi munirti di paletta, quella dei padroni di cagnolini intendo… anche la gaietta un paio di volte ha lasciato il suo ricordino nelle casette della spiaggia, solo pipì per fortuna 😛

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