Tossine

Sabato sono stata da questa medica alternativa: un’esperienza pazzesca. Ha guardato tutti i miei esami e ha saputo dirmi esattamente cosa mi è successo da quando sono nata, che malattie ho avuto, quali sono le cose che mi hanno portata dove sono (in un luogo dove il mio corpo fa male a se stesso) e come reagisco alle situazioni. Con me c’era anche Tino. Che non portava esami, per la verità, ma al quale ha descritto il carattere, dopo 30 secondi che eravamo lì come se lo conoscesse meglio della sottoscritta.

Non vi sto a spiegare i giri che mi ci hanno portato ma sono i giri che sto facendo per venire a capo dei miei problemi che non accennano a migliorare. Per questo motivo ho deciso di unire alla terapia classica – quella del SuperLuminare – anche una terapia alternativa. Non so se avete letto Un altro giro di giostra di Terzani ma cerco anche io di guardare alla cosa a 360°, consapevole che si tratta di una malattia importante e che in futuro potrebbe darmi problemi ancora più seri di quelli che già non mi dà. Dunque penso che le risposte non stiano solo nella medicina classica e nemmeno solo nella medicina alternativa ma che io debba conoscere e sperimentare entrambe.

Insomma. Torniamo a sabato. Sabato sono lì che mi faccio rivoltare come un calzino e penso che questo è il periodo più cruciale della mia vita, quello su cui si gioca ciò che sarò in futuro. Lei capisce. Capisce anche la mia sofferenza fisica. Che io sono come un ariete e raramente lamento male quando il male è grande (se è piccolo mi piace farmi coccolare!) ma ciò non significa che vada bene o che non arrivi a sera che il cervello cortocircuita con le giunture delle mie braccia, con le bolle dure sotto le mani e le piaghette pruriginose sui piedi.

Finisce che questa donna proprio mi convince e mi dice che mi deve risistemare i files di sistema del mio organismo. Mi dà una cura depurativa e mi mette a dieta (per lei non dimagrante, io spero che serva a qualcosa!) ferrea: in pratica non posso più mangiare pasta, farina bianca, lievito, zucchine, pomodori, cioccolato, caffè, pane e latticini, maiale, tacchino ne’ prodotti in scatola. Una Caporetto. Per due mesi il mio stomaco percepirà solo gallette di riso, pasta di farro, insalata, insalata, insalata, insalata, uova, bresaola e ancora insalata. Addio pizza. Addio ristoranti di qualsiasi tipo. Addio tutto per 2 mesi.

Se non dimagrisco ho subito una macumba da Vanna Marchi.

Il primo giorno di depurazione è stato un massacro. Tra beveroni, gocce e pasticche, il mio corpo ha cominciato – come lei mi ha annunciato – a rilasciare schifezze: mi sentivo gonfia come un pallone (e io non posso manco prendere lo yogurt della Marcuzzi perché è un latticino!), la testa pesante e mi sono ritrovata con un’esplosione di orticaria.

Durante la notte mi si sono gonfiate le mani e i piedi e un braccio riuscivo a stento a muoverlo per un ponfo particolarmente bastardo.

Mentre soffrivo come un cane, quel simpaticone del Gattoscemo che dormiva ai piedi del letto, ha pensato bene di arpionarmi il ditone del piede perché nei miei movimenti devo averlo disturbato.

Si è attaccato con i denti il bastardo. Io non ci volevo credere. Una banda di nanetti mi stava prendendo a calci – dall’interno – tutti gli organi e nel frattempo quel felino idiota stava attaccato con i denti al mio dito: roba che se mi fossi mossa di un centimetro mi sarei trovata senza un’estremità. Nella sofferenza ho tentato di chiamare Tino, il quale, accanto a me, stava intrattenendo il suo pubblico con un concertino di fiati e trombe e russava come 5 scaricatori di porto.

Tra tutto quel russare e la mia voce che per il dolore di tutte le mie membra si era fatta flebile, il non marito non ha sentito alcuno dei miei richiami d’aiuto.

Dopo un po’ che il gatto arpionava, tino dormiva e io mugulavo al nulla, ho deciso di riaddormentarmi così: con il gatto attaccato al dito.

Mi sono messa zitta zitta a pensare che adesso devo fare uscire le tossine e che tutto questo sgualcimento doloroso ha un fine che forse, altro non è, che la mia beatificazione.

Quando manderete la pratica a San Pietro, diteglielo al papa che si, sono atea, ma anche io c’ho le stigmati da lichen e che la statua, quella, la voglio con un gatto attaccato all’alluce.

Un gatto dallo sguardo terribilmente idiota.

6 commenti
  1. rita dice:

    tendenzialmente la medicina alternativa mi spaventa più di quanto non faccia già quella tradizionale… spero che tu possa venir presto a capo del problema.

  2. LaFrancese dice:

    ho avuto esperienza anch’io di medicina alternativa
    quando non sai più che pesci pigliare ti ci affidi, ci credi, ti ci applica, e a volte funziona… è stata una bella esperienza introspettiva, penso che sia questo guardasi dentro il segreto del funzionamento.
    in bocca al lupo!

  3. Panzallaria dice:

    @rita: purtroppo non c’ho i soldi per andare a lourdes e a qualcosa mi devo votare 😉
    @fran: concordo in pieno. esperienza introspettiva è la definizione giusta

  4. giuliana dice:

    due anni fa mio marito ha avuto un’esperienza simile. aveva un problema molto diverso, che è rimasto sotto controllo finché è durato il trattamento. e comunque è dimagrito un sacco!!!
    in bocca al lupo

  5. Mammamsterdam dice:

    Se leggo tutto quello che non puoi mangiare, mi sembra molto logico, è tutta roba che se poco poco sei sensibile ti crea reazioni a catena. E alla medicina olistica ci credo, abbiamo già fatto tanto da accettare che certe malattie sono psicosomatiche, allora perché non fare anche la via inversa? Il nostro corpo reagisce alle ferite dell’anima, speriamo la tua anima reagisca alla dieta del corpo.

    Il gatto, veramente, non potresti farti prescrivere un beverone anche per lui? O farlo dormire altrove? Che anche i peli di gatto in giro, tutto questo bene mica lo faranno (mio marito ha avuto gatti dentro e fuori il letto tutta la vita, poi non appena abbiamo vissuto un po’ in una casa senza gatti, si è scoperto potentemente allergico. Hai visto mai che il povero micio non ci metta un carico da 11 a tutto il bailamme che hai?

    Vai vai vai, che rischi persino di diventarmi un figurino.

    baci,

    Ba

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