A volte vorrei solo poterci prendere una birra

A volte mi piacerebbe che potessimo andarci a prendere una birra. Per fare quattro chiacchiuanere e raccontarci di tutti questi anni passati. Potremmo partire dai ricordi oppure dal presente, come vuoi tu.

Una birra come ai vecchi tempi. Quando ti venivo a prendere con la macchina – che avevo appena preso la patente – e andavamo sulla collina, nella tabacca dei nonnini a comprare le paglie e fumavamo tossendo (che erano le prime!) mentre guardavamo le colline del nostro paese e immaginavamo il futuro.

Io ero molto confusa e tu ti eri dimenticata di iscriverti all’Università che volevi fare. Così entrambe ci ritrovavamo in aule che non ci appartenevano, aspettando che il destino facesse il suo corso.

Basterebbe poi solo fare una pedalata, che adesso io sono a dieta per via di una malattia che mi è venuta – giuro che non ho le pulci anche se mi gratto come un’indemoniata, ma cosa vai a pensare??? – lungo la fondovalle. Come quella volta che ho bucato o quell’altra che ti ho confidato che non ero più innamorata. Come quando ci si fermava a bere al fontanone e ci si chiedeva come cazzo erano finiti i compagni di classe invidiosetti, quelli che c’avevano la scopa in culo e gli è rimasta tuttora.

Potrei raccontarti di come alla fine ho cambiato facoltà, della laurea e di quando mi sono innamorata di occhineri e poi lui si è fidanzato con una che credevo essermi amica. Potrei raccontarti dei miei viaggi, di quelli fatti e solo sognati e di quelli che ancora devo finire. Potremmo abbracciarci e tu – se ti va – mi puoi chiamare biscottino dolce come facevi sempre quando ero triste e tornavamo a casa da scuola.

Ma forse una pedalata non va bene ora che è inverno. Volendo, si potrebbe ripiegare su una discesa con le sportine. Ti ricordi con la neve? ci tuffavamo come matte sui sacchetti della spesa, lungo la discesa del villaggio dove abitavi tu. Ore e ore a fare le montanare, noi che si andava nella scuola di città e certe volte sembravamo delle marziane o delle Heidi di provincia.

Ti ricordi quando venne a nevicare così tanto che gli autobus non passavano e noi rimanemmo bloccate davanti alla scuola? Alla fine tornammo a casa a piedi: 20 kilometri a piedi tra la neve. Ora potrei morirci per una cosa così.

Tu mi hai spiegato cos’è un pompino, che nel cursus honorum di qualsiasi adolescente è un insegnamento fondamentale.

Io ti ho insegnato a fare la carbonara: tuo nonno diceva sempre che come la facevo io…

Oggi è il tuo 35mo compleanno e mi ritrovo a pensare che a volte vorrei solo che potessimo prenderci ancora una birra.

Invece tu avrai sempre 19 anni e dove sei non si soffiano le candeline.

Ah. Dimenticavo.

Ho avuto una figlia nel frattempo.

Si chiama come te.

17 commenti
  1. FFrancesco dice:

    “Nobody said it was easy
    No one ever said it would be this hard

    Oh, take me back to the start…”

    Coldplay – The Scientist

  2. fra dice:

    Bisogna ricordare le persone a cui abbiamo voluto bene…sempre…perchè così continuano in qualche modo a vivere in noi

  3. maura dice:

    da poco ti leggo ma sono ormai un’aficionada. oggi sento il bisogno di commentare, ma non mi vengono le parole: ti faccio un commento silenzioso.

  4. Miriam dice:

    Ho la pelle d’oca anche io. Grazie per questo momento. Il tuo affetto resta.. e anche se lei nn può spegnere le candeline con te, lo sente.
    Sono felice di leggerti.
    Miriam

  5. Juliaset dice:

    Vengo qui da Gallinavecchia… Questo post è straordinario, riesce a commuovere senza essere triste, è così pieno di amicizia, amore e tenerezza…Grazie, magari un giorno ti spiegherò perchè. Julia

  6. vera dice:

    Ciao Fra’ sono Vera, la zia di Silvia. Milly, la mia piu’ cara amica di scuola(ironia della sorte) mi ha avvisata di questo tuo blog e, chiaramente ,della tua lettera alla Chicca. In questo momento sono cosi’ emozionata da avere qualche difficoltà a riportare i miei pensieri. Ti dico però, che dopo le lacrime versate nel leggerti,adesso ho nella testa solo l’eco della sua risata contagiosa ,immagino costante delle vs. scorribande. Sono mamma anch’io di uno splendido bimbo di nome Alessio,sei anni.Quand’ero in sua attesa , prima di conoscerne il sesso, speravo fosse una femmina per chiamarla Silvia. Rimasi infatti delusa quando il pediatra mi specifico’ il sesso..ma è chiaro che con il senno di poi non avrei voluto altro che lui! Mi rimaneva solo il cruccio della “mancata” Silvia ..ma per fortuna c’hai pensato tu. Grazie per l’enorme affetto che le dimostri sempre…perchè sai…lei lo sa! Ne sono convinta. Un forte abbraccio

  7. mirka dice:

    Ciao Fro’. come faccio a farmi viva con te senza vergognarmi un po’? vorrei solo dirti che ti voglio bene, che ti penso spesso e penso alla tua Silvia, che non conosco ancora. E’ che forse sono anche un po’ vigliacca: invecchiando non si ha più la forza di affrontare le emozioni apertamente, si preferisce chiudersi a riccio e lasciare che le lacrime sgorghino mentre si è soli nel proprio nido, per poi mostrarsi al mondo come se si fosse sempre dei leoni. Grazie per essere la sua amica, per volerle bene e per farle fare parte della tua vita. ti abbraccio forte forte .
    Mirkalamammaa.nkeunpotua

  8. bismama dice:

    Mi hai fatto venire la pelle d’oca…
    Sono d’accordo con chi ti dice che finchè la ricorderai, lei vivrà. Non smettere….
    Ti abbraccio Panz

  9. bruna verdone dice:

    CARA FRANCESCA, DEDICO QUESTE POCHE RIGHE ALLA TUA AMICA SILVIA. RIGHE CHE A SUO TEMPO HO DEDICATO ALLA MIA AMATA KATIA …

    “IL TEMPO NON DISEGNA ALCUNA RUGA SULLA TUA AZZURRA FRONTE;
    E TU ORA TI MUOVI COME TI VIDE L’ALBA DELLA CREAZIONE”.
    BYRON

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