Panz in cucina

Tino per Natale mi ha regalato un libro molto interessante: Celiachia, intolleranze alimentari, allergie alimentari di Teresa Tranfaglia Ritonnaro, che contiene circa 800 ricette dedicate a chi ha questi problemi e una fantastica introduzione dell’autrice che ha una figlia – ormai 22enne – celiaca grave che – prima di esserle diagnosticato il problema, ha subito un lunghissimo calvario, funestata da molti e pesanti disturbi.

Leggere la premessa alle ricette mi ha fatto un gran bene: l’autrice porta dati scientifici e frutto di studi accurati e introduce dei dubbi a cui la medicina classica pensa molto poco. Spesso chi soffre di emicrania, malattie autoimmuni come la mia e problemi connessi a disturbi della pelle e dell’intestino ha delle intolleranze alimentari che non sono mai state diagnosticate (specie al glutine) che innescano il meccanismo.

Cioé, a volte si può essere celiaci senza saperlo, in forma debole, e l’assunzione di eccessive quantità di glutine genera altri problemi. Io non lo so se sono celiaca, di certo da quando ho eliminato dalla mia dieta gli alimenti istamino conduttori sto molto meglio. Non ho eliminato del tutto il glutine ma non mangio quasi più farina bianca e tento di evitare il lievito (che è pesantissimo da digerire e seppur escluso dal gruppo degli alimenti che mi potrebbero fare molto male  sento nocivo per il mio corpo), utilizzando kamut e farro, o al massimo farina integrale e di riso.

Per due mesi ho seguito un regime alimentare ristrettissimo (oltre agli alimenti tabù avevo eliminato del tutto anche farina, lievito, patate e caffè) poi ho reintrodotto alcuni alimenti ma cerco comunque di usarli con parsimonia. Perché quando cominci a prenderti cura del tuo corpo attraverso il cibo, ad un certo punto, non so come spiegarlo, ma è come se il tuo corpo riprendesse un dialogo con la tua testa e riuscisse a comunicarti cosa gli fa meglio e cosa no.

Per me è stato così: se io sgarro un giorno e magari mangio una piccola cosa che mi dà fastidio, lui se ne accorge e comincio a sentire la pancia che si gonfia, mi stanco moltissimo e le mie articolazioni mi fanno più male del solito (con la mia malattia, al mattino, ho spesso male alle articolazioni).

All’inizio, devo ammetterlo, mangiavo da “carcerata” e cucinavo come una che è in punizione e deve dimagrire sette kili in sette giorni. Poi ho capito che così non poteva andare, che mi sarei stancata presto e magari avrei combinato qualche casino, ingurgitando i cibi dannosi. Così ho cercato delle valide alternative.

Se non posso più mangiare la pizza con pomodoro e mozzarella che senso ha castrarsi mangiando una pizza/focaccia con le verdure se non mi soddisfa? Inoltre la pasta di pizza mi gonfia un sacco, per cui davvero il gioco non vale la candela. Molto meglio scoprire che vado pazza per alcuni cereali (come il miglio) che conoscevo poco e inventarmi ricette gustose a base di quelli!

La valida alternativa.

Non devo morire.

E voglio continuare a essere felice a tavola. Invitare a cena Panzallaria non è affatto facile ora e proprio per questo, onde evitare imbarazzi o preparazioni troppo complesse ai miei amici, ora sono principalmente io che organizzo cenette e faccio scoprire anche a loro piatti inusitati e ricette che uno che può fare scorpacciate di formaggio, magari non farebbe mai.

E mentre mia suocera mi tratta (cultura antica emiliana!) come una che l’hanno rinchiusa in un lager nazista e non manda giù questa cosa che devo dire basta a lasagne e tortellini e allora mi prepara paste all’olio differenziate (come se fossi la bimba cattiva della tavolata), c’è anche chi mi ringrazia perché gli sto facendo conoscere un lato diverso della cucina o chi ne approfitta e avendo dalla sua inventiva, sperimenta con me ricettine deliziose a base di farro e farina integrale.

Io sono felice così. Prima di tutto sto molto meglio e l’orticaria, quando arriva, sta pochissimo. Il lichen sta rientrando e l’asma è – per il momento – un ricordo lontano.

Poi sto dimagrendo. Sia ben inteso: non mi peso. Ho deciso che non voglio mettermi ansie da bilancia, qui di kili da perdere ce ne sono ennemila e se comincio a fare la garella con i numerini è finita. Mi conosco e so che quando arrivo al traguardo poi voglio festeggiare mangiando, mentre ora come ora è la mia mentalità che deve cambiare.

Però lo vedo e lo sento che cala il peso e si allargano i vestiti.

Poi – cosa inaspettata e probabile fonte delle nevicate eccezionali di questi giorni! – sto imparando a cucinare e a smuovere un po’ di creatività in quel settore.

Ho imparato a fare la crema pasticciera senza uova (ricetta del libro), a base di miele e farina di riso e latte di riso.

Mi sono inventata un piatto unico di lenticchie e miglio e orzo che è un capolavoro, furtando qualcosa dalle ricette di varie amiche: cuoco separatamente i tre ingredienti (senza che facciano zuppa, con cottura al dente) e poi li salto in padella in un soffritto di cipolla, carote e mele: si ottiene un piatto veramente gustoso e assolutamente sano! (Il miglio è un alimento molto equilibrato e che rinforza il sistema immunitario).

Mangio gli spaghetti al farro, che dopo averli assaggiati, sono una roba che dà gran gusto, molto più della pasta di grano duro.

Faccio crostate a base di farina integrale e farina di riso e ogni volta mi viene meglio (anche se a volte, sbilanciando la farina integrale, sanno un po’ troppo di cartone!), utilizzando al posto del burro la margarina biologica vegetale oppure l’olio di sesamo.

Mangio pochissima carne (mio gusto personale) e tento di cucinare per tutti le stesse cose con variazioni minime: anche frollina sta beneficiando di questo regime alimentare e a casa non mangia più grano duro e si nutre di tanti legumi e verdure, tanto che ora – a due anni – mangia volentieri anche l’insalata di lattuga e finocchi!.

Non bevo alcolici e non fumo più (ma quello già da tanto tempo) e non mangio cioccolata e dolci, tanto che anche questo natale per la mia linea e il mio fegato sono stati assolutamente indolori.

Sono meno stanca. Guardo di più le etichette di quello che mangio e sto molto attenta alle cose che mi girano intorno. Ora vorrei trovare una cooperativa o azienda agricola (preferibilmente a kilometro zero) dove acquistare frutta e verdura biologica, così da uscire dalla catena del supermercato e mangiare solo cose di stagione e non pompate artificialmente.

Spendo di più?

Per certi versi sembra di si (kamut e farro costano molto di più della pasta normale), ma in realtà risparmio in alcolici, dolciumi e merendindondero varie.  E poi sto meglio, il che – francamente – non ha prezzo.

Mi sento di consigliare a tutti un periodo disintossicante (eliminando alcuni cibi altamente allergizzanti come il formaggio) e a chi soffre di allergie, nel periodo di massima potenza dello stato allergico, di evitare gli alimenti ricchi di istamina.

Si sta meglio e si può essere felici lo stesso

Parola di cicciona golosona pentita 😉

5 commenti
  1. Poesianotturna dice:

    o molte intollerante alimentari, e adesso che anche io sto ricominciando a volermi bene, quando sto attenta, mi sento subito meglio… al di là dei chili che se ne vanno, anche io sento proprio un ‘benessere’ ritrovato.

    (apro assolutamente un thread sull’alimentazione naturale e la celiachia… si si)

  2. fra dice:

    Se trovi una coperativa o azienda agricola (preferibilmente a kilometro zero) dove acquistare frutta e verdura biologica qui a Bologna avvertimi, ne avrei proprio tanto bisogno. Io mangio moltissima frutta e verdura e quella del supermercato è a volte inqualificabile
    Un bacio e bravissima!!!!!

  3. Poesianotturna dice:

    Io ho ricevuto il volantino di un’azienda agricola che ti consegna la cassetta di frutta e verdura di stagione direttamente a casina… http://www.bioexpress.it/kategorie1/00000099060063d02.html

    (Firmato Poesia aka Mammafelice, che ti ringrazia con tutto l’ammmore, e ti chiede perdono perchè le è scappata la H nel messaggio precedente. Dalla prossima volta scrivo come Mammafelice, perchè mi stanno venendo le crisi di identità 🙂 )

  4. adele dice:

    confermo: la crema pasticcera versione Panz è buonissima e non è affatto la versione povera della sua sorella con uova!

I commenti sono chiusi.