La scimmietta Apollonia prende tutto alla lettera – una favola per una bimba malata

Stanotte è stata molto dura. Frollina ha avuto la febbre alta con picchi a 39.8 e allucinazioni. Voleva la mamma e voleva che le raccontassi delle favole.

Così mi sono inventata questa che nasce dal fatto che spesso lei e i bambini in generale prendono alla lettera le cose che gli adulti dicono (e come dargli torto?) e noi non ci rendiamo conto di quanto sia metaforico e troppo spesso non comprensibile il nostro linguaggio, specie quando scherziamo.

Insomma: una favola per rassicurare lei e che sia promemoria per me.

C’era una volta una scimmietta di nome Apollonia che viveva nella foresta tropicale con la sua mamma e il suo papà e come tutte le scimmie andava a scuola sotto una frondosa e profumata felce.

Apollonia era una gran chiacchierona così la maestra, scherzosamente, ogni tanto la guardava e le diceva:

“Apollonia, se non la smetti di chiacchierare ti taglio la lingua! bisogna stare attenti in classe!”

Apollonia si spaventava sempre molto di fronte a questa affermazione perché non riusciva a trovarla tanto divertente e non riusciva proprio a smettere di chiacchierare con le altre scimmiette.

Un giorno, preoccupata che la maestra davvero passasse alle vie di fatto e con le forbici con cui ritagliavano le foglie di banano le portasse via la lingua, decise di non andare a scuola.

Mamma e papà la accompagnarono fin davanti alla felce ma quando fu ora di entrare, lei scappò verso la savana, dove gli elefanti stavano giocando ad un torneo di briscola.

Erano talmente buffi gli elefanti che giocano a carte, così grandi e ingombranti e con quelle orecchie simpatiche, che Apollonia rimase a lungo a guardarli giocare, anzi, grazie alla sua agilità divenne quasi una piccola mascotte del gruppo, saltellando da una proboscide all’altra, come fossero liane.

Si dimenticò di tornare a casa Apollonia e presto venne buio che lei era ancora nella savana. Mamma e papà e anche la maestra, nel frattempo, erano molto preoccupati e si misero a cercarla ovunque.

Lei temeva che i suoi genitori si sarebbero arrabbiati molto o peggio, che la maestra le avrebbe tagliato davvero la lingua e rimase nascosta nella valle degli elefanti. Si decise a uscire dal suo nascondiglio solo quando sentì la voce della sua mamma che era molto preoccupata e la chiamava ovunque.

Le volò letteralmente tra le braccia.

Aveva freddo e paura e una gran voglia di tornare a casa, sul loro albero accogliente.

Mamma, papà e anche la maestra la abbracciarono fortissimo e quando lei chiese:

“non mi taglierete la lingua vero?” la mamma la abbracciò forte e la maestra le spiegò che lei scherzava e che nessuno taglia la lingua a nessuno ma bisogna imparare che ogni cosa ha il suo momento e che in certi momenti bisogna parlare, in altri ascoltare.

Proprio come durante la partita di briscola, che Apollonia era rimasta in silenzio a guardare gli elefanti giocare per non disturbarli.

Da quel giorno Apollonia imparò ad ascoltare anche in classe, quando la maestra spiegava tutte quelle cose belle sulla foresta e la maestra imparò a non dire delle cose che potevano essere fraintese.

Perché nelle cose, imparano sempre sia i grandi che i piccoli.

E ora buonanotte

Ogni cosa ha il suo momento e questo è il momento di dormire

4 commenti
  1. tanaka dice:

    Questa storia mi ha fatto pensare a quando i miei, da piccola, mi dicevano “se non fai la brava, guarda che ti mandiamo in collegio!”. Il collegio a quei tempi esisteva davvero in un paese vicino a casa e i miei me l’avevano mostrato più volte da lontano… Un giorno io mi ero addormentata in macchina e loro, per farmi uno scherzo, sono andati fin davanti al cancello del collegio, così quando mi sono svegliata mi son trovata davanti l’edificio dei miei incubi! Loro l’avranno anche fatto in buona fede, per farsi due risate, ma io ricordo di essermi spaventata tantissimo, ero convinta che volessero abbandonarmi lì… non mi scorderò mai quel momento, ogni tanto glielo rinfaccio ancora adesso! Bisogna fare attenzione a scherzare con i bimbi, loro spesso non percepiscono gli scherzi come tali e ovviamente sono troppo piccoli per cogliere l’ironia…

  2. Francesca dice:

    L’altro giorno ho salutato una mia amica dicendole:
    – In bocca al lupo! –
    La piccolina che era con me ha spalancato bocca e occhi ed è rimasta in silenzio per 2 minuti … poi ha ripetuto le mie parole piena di paura.
    Ho impiegato quasi tutto il giorno a rassicurarla e farle capire che era un modo di dire!

  3. Apollonia dice:

    carinissima la tua favola … sei uno spasso e complimenti per il tuo blog ti leggo spesso !!!
    Apollonia ( non la scimmia )
    un abbraccio virtuale a te e frollina

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