A volte mi sento un’ottima madre altre proprio per niente

La Frollina con il vasino è veramente in gamba: le piace proprio star lì sopra a fare cacca e pipì. Ci si sistema comoda comoda, avvicinando una sedia alla postazione e appoggiandoci sopra un libro e il biberon e ci bivacca per ore.  Si porta dietro la rana Crac (il primo peluche anticrisi) e se la piazza seduta in mezzo alle gambe, anche lei tutta intenta a mingere o cagare.

Non ha problemi di stitichezza: mi avevano detto che i bimbi, all’inizio, anche se prendono un buon ritmo con la pipì hanno problemi con la cacca, ma la mia frollina sembra indenne a questo genere di questioni. Se vogliamo proprio sottilizzare, anzi, lei ogni volta che si siede vorrebbe fare tutto e ho dovuto spiegarle che non è obbligatorio fare anche popò e che ci accontentiamo anche solo di quella liquida.

In questi giorni abbiamo anche – pare – trovato uno pseudo equilibrio con la nanna e non si sveglia quasi più alla notte. In questo – lo devo ammettere – ha contato molto il fatto di averla riabituata ad addormentarsi nel lettino senza per forza prendere sonno in braccio alla sottoscritta (che si stava trasformando in un polipo e cominciava ad accusare il peso di una pupa di due anni!).

All’inizio è stata durissima, ha pianto e si è lamentata molto ma in soli due giorni si è abituata alla nuova routine: io e Tino ci sediamo di fianco al lettino e le raccontiamo una favola, poi parto con il mantra dei bambini che dormono (un lungo elenco di nomi dei suoi amichetti che fanno la nanna) , lei abbraccia Crac, Manolo e Giorgio e si addormenta serena.

Su altre cose non sono molto brava. I film mi hanno preso un po’ la mano e non sempre riesco a staccarla dallo schermo televisivo quando vorrei: c’ha una passione per Madagascar e ci tocca vederlo almeno una volta al giorno. A me ormai, quando arriva la canzoncina dei Lemuri che ballano (molto carina di per se’ ma non in questa quantità) scatta un attacco di epilessia fulminante e devo allontanarmi per evitare di far saltare in aria i pochi neuroni che mi restano.

Non sono molto brava nemmeno con gli orari: anzi, diciamolo, sono una gran cazzona.

Non riesco a farla mai mangiare nei tempi giusti e ogni giorno varia il momento in cui facciamo il pisolino pomeridiano.  C’è da dire che la ragazza è in fase “tarantola da vestizione” e per infilarle un paio di pantaloni devo fare richiesta scritta in carta bollata. Vorrebbe fare TUTTO da sola, soprattutto ciò che non riesce a fare e a volte stiamo ore a contrattare o la devo rincorrere per tutta la casa.

Se abbiamo un appuntamento è la fine e la mattina siamo sempre le ultime a mettere piede all’asilo e spesso – nella foga di vestirla – mi dimentico di pettinarla o le dò la colazione per strada, visto il ritardo.

Insomma, ci sono delle robe che vanno altre meno: più passa il tempo più fare il genitore è difficile. Io ero molto contraria ai manuali ma mi sono dovuta ricredere: con Tino ci poniamo sempre seimila dubbi e abbiamo bisogno di un puntello cognitivo e emotivo, qualcuno che ci conforti che non siamo gli unici e allo stesso tempo ci fornisca qualche consiglio per non sputtanare un sistema educativo di per se’ già abbastanza vacillante.

Poi farò un post serio sui manuali, che adesso non ne ho voglia.

La promozione dello spettacolo va benissimo: un sacco di gente, virtualmente, verrà.  Ho seguito i preziosi consigli dei post precedenti e ho portato le locandine e qualche cartolina in posti strategici. Incrociamo le dita. In questi giorni si sono sbloccate alcune situazioni lavorative in stand by e uditeudite gente: fino ad aprile ho una specie di lavoro di cui ora non posso dire niente ma quando sarà, vedrete che vi farete matte risate.

6 commenti
  1. Stefania dice:

    Cara Panz, tutto quello che descrivi l’ho vissuto anche io e ogni giorno dal primo giorno mi sono, purtroppo, sempre detta che come mamma ero un frana. Me ne sono convinta fino al punto che ero persino dispiaciuta per Vittoria che le fossi capitata in sorte proprio io mentre invidiavo quelle plurimamme che sembravo sapere sempre il daffarsi al momento opportuno. Io e mio marito abbiamo fatto una strafatica per riuscire a trovare la chiave di volta per relazionarci con lei, e probabilmente tutto questo impegno e fatica sono serviti. Ci abbiamo impiegato 3 anni più o meno ma ora mi sembra tutto più facile tant’è che posso affermare con convinzione e orgoglio che io sono la mamma migliore che Vittoria potesse avere. So che le fatiche e l’impegno di noi genitori non si esauriranno mai, ma io mi sento pronta a non calare mai l’attenzione a costo di rimbalzare sui muri per rialzarmi e ricominciare.
    Un abbraccio.
    Stefania mamma di Vittoria

  2. lorenza dice:

    Certe sere mi sembro un enorme fallimento di mamma. Certi pomeriggi sono la mamma più felice del mondo, perché posso passare due ore a giocare con i miei bimbi, certi pomeriggi vorrei far parte del club delle manager che lavorano fino alle 10 di sera. Certe cene sono da dimenticare, qualche serata è impagabile. Eì così, uno può solo cercare di fare il meglio possibile. L’unico libro serio sulla genitorialità è “Un genitore quasi perfetto” di Bettelheim, tutto il resto è noia (e anche molta stupidità!) 🙂

  3. Trasparelena dice:

    Ciao
    la mia esperienza è fresca fresca, il Mostro ha 2 anni e mezzo appena fatti. Noi abbiamo iniziato la fase conflittuale, delle lotte per vestirsi e per fare tutto, dei NOOOO gridati con urla e pianti strazianti la scorsa estate, quando ha iniziato a parlare bene. E mi sentirei di dire che ne siamo usciti già da un po’. E’ stato molto difficile, inizialmente io mi son fatta prendere la mano dal fatto che mi esprimeva quello che voleva, cosa che mi sembrava meravigliosa. Poi ho capito che lei lo diceva ma spesso non voleva realmente quello che diceva.
    E allora ho deciso io. E soprattutto non ho ceduto. (ovviamente sulle cose importanti e sulle regole di base, che sulle altre cose mi piace che possa sentirsi autonoma). E’ stato faticosissimo, perchè a volte è più comodo lasciar fare ai figli quel che vogliono piuttosto che impuntarsi, però è una fatica che ripaga. Ora ci si veste senza fare storie, mangia a tavola con noi (fosse stato per lei mangiava correndo x la cucina) e anche andare al ristorante o a casa di amici non è un problema. Non ruba i giochi ai bambini e in generale è molto più serena e molto meno stressata di quando le permettevamo di fare come le pareva (prima di capire che dovevamo impuntarci). Noi siamo meno stanchi e stare con lei è ancora più bello.
    Però non posso negare che è stato faticosissimo, soprattutto a livello mentale

  4. cg dice:

    Dove è finito Manulo???
    che ridere Panza mi fai tenerezza!
    senti un pò ma c’è un modo di fare un HTML della tua locandina e postarla sul mio blog..sono una capra e non so come fare!!!
    ciao!

  5. Elisa dice:

    Siamo sulla stessa lunghezza d’onda , certi giorni sono un incubo con lotte e recriminazioni , certi giorni va tutto dritto e mi dico che non sono poi tanto pessima sia come mamma che nel lavoro , ma quanto è difficile conciliae utti questi ruoli , fortuna che ci sei tu che mi ricordi che non sono sola in questa altalena … grazie panz davvero

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