Di stazioni e schermi al plasma

A me gli schermi al plasma in stazione mi stanno facendo andare nei matti. Non viaggiavo molto da tanto tempo, prima ero una pendolare doc, me le ero fatte tutte le opzioni di pendolarismo: quello per amore, quello per studio e quello per lavoro. La pendolara dei fine settimana e quella di tutti i giorni. 

Ero una donna da stazione e da treno ai tempi e potevo sciorinare tutti gli orari delle principali tratte italiane e se conoscevo qualcuno di Modena, allora facevo la sborona parlando dei difetti della stazione di Modena e quando mi trovavo a Milano, ecco, sapevo esattamente su che binario partivano i treni per Bologna.

Poi c’è stato un buco e ora che mi capita di nuovo di viaggiare per lavoro mi sembra che invece di 4 anni siano passate delle ere geologiche.

Prima di tutto perché certi treni che prendevo al tempo ed erano brutti ma economici non esistono più se non per i percorsi brevi. Uno se da Bologna vuole andare a Milano ha davvero poche chanches e si deve adattare: bene che vada trova un intercity, magari alla notte. Oppure bisogna per forza prendere gli eurostar e sperare – per non dissanguare il proprio portafoglio – che ne passi uno di quelli normali e non i nuovi superdotati e cazzuti che ti fanno volare in un’ora nel capoluogo lombardo. 

Mettiamo che tu abbia vinto al superenalotto e ti sia voluto regalare il lusso di un viaggio sulla Freccia Rossa, se la vincita non ti ha consentito di prendere un biglietto di prima classe ma ti sei ritrovato a viaggiare tra i comuni mortali, mentre stai tentando di allungare le gambe facendo credere a quello che ti siede di fronte che tu ci stia provando di brutto dato che di spazio ce n’è veramente poco e se tutti aprissero il portatile sui tavolini ci sarebbe davvero da litigare, allora ad un certo punto tu e gli altri stronzi che viaggiano in seconda, avendo comunque speso una cifra improponibile, sarete sbeffeggiati da un messaggio in filodiffusione del capotreno che racconta tutte le cose buone e belle che verranno presto servite in prima classe.

Spumante italiano

Frutta di stagione

Giornale con firma autografa di Feltri in copertina

Schiavetto che ti massaggia la schiena

e ogni amenità che solo gli eletti detentori di biglietto di prima classe possono ambire.

Insomma, tu sei lì stipato in seconda classe e ascolti tutta questa sciorinata di lusso sfrenato ai trecentoall’ora e ti chiedi quando il gentile capotreno farà anche una pernacchia per chi, come te, ha pagato una cifra da “pezzente” per viaggiare nella classe dei poveretti.

Ma tutto questo sarebbe anche superabile se mentre sei in stazione che aspetti di salire sul treno non ti fossi rincojonito a causa di quelle fottute pubblicità animate che escono dai diabolici schermi al plasma posizionati in punti strategici per farti impazzire.

Sembra un complotto. Fateci caso ma in ogni stazione d’Italia li hanno messi o appena sotto gli schermi che indicano l’arrivo dei treni o proprio in prossimità degli altoparlanti da dove escono gli annunci.

Tu sei in ansia perché non sai bene su quale binario arriverà la tua coincidenza e tendi le orecchie per sentire la voce di Gino che sentenzia il tuo destino e invece devi subire – a volte anche per delle intere mezz’ore, a seconda del ritardo accumulato dal tuo treno – dei fottuti trailer cinematografici che vanno avanti all’infinito e in loop.

La stessa canzoncina. Gli stessi spezzoni. Gli stessi dialoghi. La stessa voce narrante. 

Impaleresti Brad Pitt alla fine del trattamento. Butteresti nel cesso Julia Roberts e con la canzone “Questo piccolo grande amore” ti ci spazzeresti il sederino. Evidentemente non piacciono agli uominipubblicità gli schermi al plasma perché gli spot che passano sono sempre gli stessi due e uno si chiede come mai, così, ogni due minuti, bisogna ricominciare sempre la stessa solfa.

Se non ci fosse la voce del megafono – che si intona quasi ritmicamente alla “maglietta a strisce” e alla “camminata strana” – a ricordarti che i minuti stanno passando, penseresti di essere finito in una dimensione parallela o che il tempo si è fermato per tutti, tranne che per te.

Un giorno di questi secondo me in tutte le stazioni di Italia si organizzeranno suicidi di massa mentre dai televisori al plasma esce la voce di Scamarcio che dice qualcosa di molto romantico all’innamorata del momento.

Sono stata una pendolare un tempo ma erano tempi migliori, allora, per i pendolari.

Ora non posso che solidarizzare con quanti, ogni giorno, devono percorrere questa via crucis.

2 commenti
  1. veve dice:

    grazie per la solidarietà ai pendolari!! anche io l’altro giorno che il mio treno era in ritardo mi sono beccate le tue stesse due pubblicità per 40’… un delirio, non riuscivo nemmeno a leggere il mio libro. volendo gli aneddoti pendolari si sprecano (sarebbe da fare un altro blog!), ma cmq grazie x questa piccola finestra sul nostro mondo di diseredati da trenitalia…

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