Giornata pesante

Avete presente quelle giornate in cui tutto sembra andare un pochino storto, come se ci fosse una stonatura generale che rende difficile occuparsi di ogni cosa e moltiplica le fatiche? Ecco ieri la mia giornata è stata così. 

Non grosse sfighe ma un sacco di contrattempi e difficoltà, come se il motore non fosse ben oleato.

Tino era in Sicila per lavoro e sarebbe dovuto tornare ieri sera. Poi è arrivato il tempo, hanno chiuso l’aeroporto di Palermo e lo hanno lasciato come un baccalà per ore fermo, attendendo di conoscere il suo destino e di trovare un albergo per i tanti, come lui, che avrebbero dovuto viaggiare ieri.

Quando verso le 16 mi ha avvisato di questa cosa si era già avviata una giornata lunga e faticosa e ci sono rimasta davvero male, anche se al poverino non è che ho potuto dire niente che lui erano ore che stava ad aspettare una risposta.

Dopo 3 giorni di mammasingle comincio a essere stanca, perché la frollina in questi giorni è tornata ad essere una piccola iena, programmata per farmi saltare i nervi, direi. Ieri mattina non voleva vestirsi e quando finalmente ci sono riuscita ha deciso di farsi la pipì addosso e ho dovuto ricominciare il giro: siamo arrivate al nido che ero più stanca di quando ero andata a letto, la sera precedente. Ho lavorato come una matta e poi sono andata a prenderla sotto una pioggia battente e per fortuna avevo l’automobile. Lei ovviamente non voleva sedersi sul seggiolino ed è stata un’impresa condurla a giusti pensieri. A casa non voleva dormire (la persistenza del non è significativa!) e così siamo andate avanti fino alle 4 a tentare favole, grattini, manine, canzoncine e tutto il repertorio che avevo a disposizione, comprese le testate della sottoscritta contro il muro e la preghiera in aramaico, inginocchiata sui fagioli al suo cospetto.

Quando finalmente si è addormentata sono ricorsa a lavorare – che sono veramente indietro su tutto – e poi quando si è svegliata ho deciso di portarla allo spazio giochi del quartiere e cioè il suo asilo, il mercoledì pomeriggio. Non glielo avessi mai proposto! Arrivate là, sempre sotto quella fottuta pioggia, non ho trovato un parcheggio per l’auto e abbiamo girato per mezz’ora. Quando finalmente siamo riuscite a parcheggiare – praticamente di nuovo davanti a casa nostra – e siamo arrivate al nido, non ci hanno aperto che ormai era ora di chiudere e buonanotte ai suonatori. 

Avete mai provato a spiegare a una bimba di due anni che la cosa che le hai appena data per certa alla fine non è così certa e bisogna rinunciare, con le pive nel sacco? Ecco non vi auguro di doverlo fare: una fatica immonda.

Per fortuna la pioggia battente ci ha offerto un diversivo e così abbiamo camminato un po’ in strada sotto l’acqua e lei rideva come una matta. Per ringraziarmi del pomeriggio alternativo, a camminare sotto la pioggia e cercare parcheggi, la ragazza si è fatta la pipì addosso e siamo dovuti tornare a casa che potevo strizzarla come una spugna bagnata.

A casa ho messo su un cartone – salvezza di noi mamme sgaruppe – e mi sono accomodata sul divano con lei, non prima averci cambiate entrambe che anche io ero messa alla canna del gas. Mentre tentavo di cucinare degli gnocchi in confezione al burro per la piccola – che il mio cervello non era in grado di pensare ad altro e soprattutto non aveva nessuna voglia di impegnarsi in imprese culinarie – lei ha deciso che era giunto il momento di disegnare.

Solo che ha voluto sperimentare una nuova tecnica pittorica e ha preso i pennarelli e si è colorata tutte le gambe e la faccia. Mi sono accorta dell’impresa quando stava iniziando con la lingua e fortunatamente sono riuscita a impedirglielo.

Quando sono giunti i gnocchi in tavola, la piccola tiranna ha deciso che lei non mangiava e che potevo ficcarmeli dove volevo quegli affari e così non ha nemmeno cenato. Le altre volte mi sperticavo per trovare qualcosa che le piacesse, ieri mi era scesa una tale catena che ho pensato di lasciarla senza mangiare che magari la prossima volta ci pensa due volte prima di rifiutare un pasto (cosa che ormai è diventata usuale!).

Se avessi avuto il numero di S.O.S Tata a portata di mano avrei telefonato immediatamente, magari esiste un pronto soccorso, qualcosa del genere, come la medicina d’urgenza. Invece ho iniziato la trattativa per farle il bagno e ho scoperto che l’unico modo per fare dire uno straccio di SI a mia figlia è quello di chiederle:

“Ma vuoi rimanere puzzona???” 

Perché siamo pure entrate nella fase che non le piace lavarsi e piuttosto si farebbe cospargere di cacca di topo e ne sarebbe pure contenta.

Quando alle ore 23 si è addormentata a me uscivano i fumi dalle orecchie, ero distrutta, cervello brasato e voglia di scappare lontanissimo.

Poi ho trovato una mail di lavoro con sopra scritto “Urgente” e ho dovuto abbandonare il piano di fuga, sedermi alla scrivania  e riprendere a lavorare.

7 commenti
  1. Slim dice:

    Mhhh…tutto cio’ mi suona vagamente familiare….:-)
    La settimana prossima si trasformera’ nella “bambina angelo”,ne sono sicura, ma fino ad allora stringi i denti, e goditi i momenti di tranquillita’.

    I pennarelli io li compro rigorosamente ad inchiostro solubile, un colpo di strofinaccio bagnato et voila’,la bimba torna come nuova

  2. La Meringa dice:

    E pensa quando invece di una ce n’hai due così….
    Io alla mia, l’ultima volta, ho dovuto spiegarle perché avevano asportato tutto il nido in blocco del centro commerciale dove lei andava così volentieri. Questi sono traumi. Non c’è più tesoro. Le signorine sono andate a giocare da un’altra parte! 😉
    In bocca al lupo!

  3. elisa dice:

    Questi post mi fanno sentire meno sola e c’è anche da dire che la mia, a tre anni e mezzo, ha più o meno smesso con le torture fisiche e ha cominciato con quelle psicologiche. Tipo una serie lunga e infinita di “perchè” che ti porta allo sfinimento o l’assoluta convinzione che qualsiasi suo straccio di pensiero debba essere immediatamente comunicato a decibel altissimi, anche e soprattutto mentre sei impegnato in conversazioni telefoniche di lavoro e non.
    E capita anche che, verso le sei del pomeriggio, quando io! (e chi se lo sarebbe mai immaginato) le propongo un dvd (e sono quasi arrivata al “perfavore!”) mi ritrovi a sonnecchiare, mentre, vicino vicino ho chi mi intima di prestare attenzione.
    Ergo, cambia solo il tipo di fatica, ma la quantità rimane la stessa.
    Detto ciò, è chiaro che le adoriamo, queste stronzette!

  4. smile1510 dice:

    Ciao Panz! ma hai già tolto il pannolino alla Frollina? complimenti a lei e a te per la pazienza!! sembra che i bimbi se la sentano quando da modalità “angelo” devono impostarsi in modalità “demonietto”! 🙁 anche Sofia è così!! baci smile
    ps. mi fanno troppo ridere i modi di dire bolognesi (m’è scesa la catena x es.) fortuna che amici bolognesi mi hanno già edotto in merito sennò avrei bisogno del vocabolario bolognese-italiano! ;)))

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