La mia nuova strategia pedagogica

Ecco come ho deciso di risolvere il problema educativo di frollina e sedare i miei sensi di colpa:

la frollina – quando viaggieremo per strada – non sarà MAI PIU’ sganciata dal sellino della bici o dal passeggino fin quando non avrà raggiunto l’età della ragione. Gliela inchiavardo dentro alle cinture di sicurezza, vediamo se si lancia in mezzo alla strada! Quando a 15 anni arriverà il moroso a prenderla a scuola, giuro che mi dovrà chiedere il permesso, giuro, per smontare dal passeggino!

Quando a casa mi ignorerà, continuando a farsi bellamente i fatti suoi, le sventolerò davanti la cartellina della tombola dicendole chiaro chiaro che se vuole fare ambo, terno e cinquina dovrà darmi retta se no, quando estraggo il suo numerino dal cappello, chiamo un altro bambino a ritirare il premio e non le lascio nemmeno i fagioli per segnare i punti! Oppure meglio: potrei appendere alla porta della sua stanza un foglio su cui disegnare l’impiccato con le stanghette (quello a cui abbiamo giocato tutti sulla spiaggia, disegnandolo con il dito sulla sabbia) e ogni volta che ne combina una io traccio un segno. L’impiccato assomiglierà in maniera impressionante alla sua figura (tanto per generare in lei empatia) così sono certa che dopo la prima volta che lo avrà visto penzolare con la lingua di fuori, non ci riproverà più la bastardina a farmi arrabbiare!

Vedete? Non ho AFFATTO bisogno dei vostri consigli. Un pomeriggio di elucubrazioni mi ha trasformata in una signora pedagogista coi controcojons e ora sono serena e sorretta da una sicumera che oserei dire è quasi bestiale!!! 😉

A parte gli scherzi

grazie a tutte, preziosissime le vostre storie e i vostri pareri: stamattina, ragionando con un po’ di tranquillità e usando empatia e abbracci, mi sembra di aver fatto una piccola breccia nel cuore di mia figlia…vediamo 😉

8 commenti
  1. trilly dice:

    ciao! passo per la prima volta sul tuo blog!! ho letto gli ultimi due post, le tue idee mi sembrano ottimali!!:) mamma mia se ti capisco…le mie hanno due anni e 10 mesi, quasi 11, sono due e sono quasi sempre insieme. Quasi sempre con me da sola.
    Ne ho inventate di tutti i colori. Hai già avuto moltissimi suggerimenti, e varie cose le applico anch’io, quella di cercare di calmarle con le coccole, però sono d’accordo con te, non sempre funziona…soprattutto con Carolina che spesso è nervosa e sembra infastidita anche dal contatto fisico…per strada io nei ‘trasporti’ ricorro al passeggino, poi al parco per fortuna non ci sono macchine e sto sempre vicina a loro ovviamente, quando andiamo a fare una passeggiata breve le tengo per mano tutte e due, Carlotta non ha mai discusso, Carolina qualche mese fa era nella fase della tua frollina, voleva andare da sola e senza la mano, era diventato impossibile uscire da sola con tutte e due le gemelle, io ed Enrico ce l’abbiamo messa tutta per cercare di non fare paragoni con la sorella del genere ‘vedi lei com’è brava’ che nel nostro caso sono ASSOLUTAMENTE da evitare, ho sempre cercato di essere rigida senza perdere il controllo, e d’insegnarle il senso della giustizia, però delle volte le ho riportate su tutte e due e poi ho detto a Carolina che se non aveva intenzione di darmi la mano chiamavo la nonna che restava con lei e uscivo sola con Carlotta perchè non era giusto che anche la sorella rinunciasse alla passeggiata pur essendo obbediente.
    A volte funzionava a volte no.
    In generale ci vuole una pazienza infinita e soprattutto la forza di non cedere ai LORO ricatti, a volte le lascio sul seggiolone a riflettere, le spio dalla porta, imbronciate o in lacrime e vorrei precipitarmi dentro e spupazzarmele di coccole ma resisto con tutte le mie forze pensando che è per il loro bene.
    Dopo loro chiedono scusa, io mi sento tantissimo in colpa ma sono anche felice che si siano tranquillizzate e che vengano spontaneamente in cerca di coccole e ‘perdono’.
    E’ importante che si rendano conto quando sbagliano e che ci vedano inflessibili sulle cose importanti.
    E ‘ un’età difficile, ma poi per fortuna ma anche purtroppo, passa…scusa il poema!:) torno presto a trovarti!
    Giulia

  2. pensataaddosso dice:

    Troppo divertente l’impiccato, lo faccio dal vero con il mio “uomolagno” (7anni)!!!!

  3. andrea dice:

    Ho sempre pensato che troppa protezione ‘imposta’ e ‘subita’ spinga poi ad assumersi ‘rischi’ maggiori.

    Faccio parte di una generazione che è cresciuta in bici, skate, sci senza casco, ginocchiere, paraschiena, ecc…

    Siamo complessivamente tutti cresciuti e se siamo venuti meno è per altri motivi.

    Ovvio: motorini e moto sono una chiara e necessaria eccezione a quanto sopra; ma qui il tema si fa o si farà caldissimo.

    Grazie per i tuoi stimoli.

    Andrea

  4. Gloria dice:

    Sempre stupenda!
    Come al solito, io che passo una volta al mille, ho letto prima questo post dell’altro… Ma se ti consola anche Sveva, che ha solo un mese meno di Frollina, è in piena fase del NO.

    Il contenimento non funziona perché come per Slim anche lei si arrabbia ancora di più. La seggiolina funziona abbastanza perché anche al nido fanno così, quindi è un metodo che conosce bene. In generale, comunque, se le spiego (e sottolineo spiego, e non spieghiamo, perché il padre non lo ascolta mai) ben bene le cose dopo un po’ ti fa sì con la testolina e ti dici che la crisi è passata.

    E in ogni caso quando mi trovo ad affrontarla, spesso di fronte allo sguardo di chi ti osserva (e a cui leggi scritto in faccia “Du’ schiaffi no, eh?”), ma anche quando sono sola, mi chiedo: “Ma come cavolo si fa ad applicare tutte quelle belle teorie del metodo montessori? Ma la Montessori che c’aveva? I poteri?”

    Scherzi a parte, nel mio caso spesso mi dico che magari tutti questi NO e queste impuntature possono dipendere dall’arrivo della sorellina, ma a quanto leggo mi pare che siamo tutte sulla stessa barca!

    Un abbraccio
    Gloria

  5. adele dice:

    Ti approvo e sostenego. Però mi chiedo perché scartare tanto frettolosamente il guinzaglio, una soluzione pratica, efficace e pur sempre dignitosa. Certo, la nana potrebbe domandare perché lei deve tenerlo e la Pimpa no… Io scriverei ad Altan per chiedergli di dare il buon esempio

  6. Serena dice:

    Ho letto solo oggi i tuoi ultimi 2 post, e vedo che stai trovando la soluzione da sola. I terrible two come li chiamano in inglese, sono un gran bel periodo di lotte per l’indipendenza. Per alcuni arrivano come un fulmine a ciel sereno, per altri è un processo più graduale (il mio Vikingo ha iniziato intorno ai 2 mesi). Ma tutti i bimbi ad un certo punto arrivano a volersi distinguere dai genitori, a sentirsi grandi e a voler dire NO, o LO FACCIO IO. Io credo che invece di mettersi contro un comportamento che è solo il segno della loro crescita, è meglio porre le basi per il futuro. La mia tecnica, ispirata ai principi dell’allenamento emotivo, è più o meno questa: (riconoscimento) “Frollina, vedo che sei diventata grande e hai voglia di camminare da sola, senza darmi la mano” (empatia) “sono contenta di vedere quante cose nuove stai imparando a fare” (concessione dell’inevitabile se non c’è pericolo) “va bene se vuoi camminare senza mano” (regola) “però puoi farlo solo se cammini vicino a mamma, senza correre avanti. E devi dare la mano a mamma per attraversare” (conseguenze) “o accetti questa regola, oppure dovrai darmi la mano tutto il tempo”.

    Sono invece contraria a sedia della bimba cattiva, ricatti, premi se si comporta bene, guinzagli, legacci, manette e simili mezzi di coercizione. A meno che tu non voglia ricorrere alla prigionia assoluta, quando questi mezzucci efficaci su una 2enne non saranno più sufficienti 😉
    Buona fortuna!

  7. mominthecity dice:

    cara panz, è un paio di giorni che penso ai tuoi ultimi post e mi rivedo qualche mese fa, quando oltre a vivere quello che descrivi avevo anche una neonata in braccio e il cuore pieno di senso di colpa, di dubbi e di senso di inadeguatezza. Poi le cose migliorano. Ognuno trova il suo metodo, la chiave di lettura per i propri figli. Avrei voglia di scriverti tutto quello che ho imparato in quest’anno con Sara, a tratti è stato allucinante, spesso devastante, ma sarebbe davvero lungo. Mi sento solo di farti un’elenchino breve di quelle che secondo me sono le parole d’ordine:
    – empatia
    – coccole
    – fermezza
    – autorevolezza (non autorità)
    – attenzione
    – pazienza, tanta tanta pazienza
    bacioni

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