Di architetti, leggi antisismiche, Italcementi e futuro prossimo e anteriore

Maura è una lettrice di questo blog. Un architetto, per la precisione. Ogni tanto ci scambiamo qualche mail e oggi mi ha scritto alcune riflessioni su quanto avvenuto in Abruzzo e su quello che in Italia viene – e non – fatto per la sicurezza degli stabili e delle abitazioni.

Credo che in questo momento debbano prevalere le riflessioni e non le sterili polemiche che non servono a nulla. Riflessioni che potrebbero essere utili per evitare disastri futuri e per sensibilizzare ognuno di noi.

Così le ho chiesto il permesso – accordatomi – di pubblicare quello che mi ha scritto privatamente per condividerlo con tutti voi.

Si parla molto dei crolli in Abruzzo da noi. Sappiamo cosa succede quando si progetta e si costruisce.
E si chiedono più leggi, più forcaiole, più giustizia.
Si, anche.

Ma a me senbra che siamo sempre il paese dei furbetti. Dove le leggi antisismiche ci sono ma se si riesce si fa a meno, dove se sei un professionista muori in mezzo alla buracrazia ma la carta poco corrisponde alla realtà, dove un certificato risolve il problema.  

Pensa allo scandalo Italcementi...il calcestruzzo non era a norma, meno inerti (sassi) che sono quelli che resistono e costano di più.

Bene, d’accordo sull’arresto di quello che ha intascato i soldi.

Ma ci sono edifici costruiti con quel cemento e dunque?

Non ho saputo che si sia risalito a quegli edifici, ma più che incarcerare il colpevole (giusto) in primis bisognava mettere al sicuro chi usa questi locali che magari va tutto bene ma se la terra scuote un poco magari ci lasci le penne dentro.

E italcementi doveva pagare, magari rifacendosi sui disonesti.

Ma questo è troppo complicato, troppo civile. Allora facciamo fuori (che tanto fra un poco esce) un capro espiatorio per  poi piangere e invocare la calamità naturale se muore qualcuno. 

Naturale perchè è naturale rubare…

E tu professionista quando tiri il conto per gli aumenti dovuti alla normativa antisismica e dici che l’deguamento costa un tot in più, chi deve pagare cosa fa?

dice che l’adeguamento non lo vuole.

Non dovresti neanche proporre di non adeguarsi alle normative, perchè tu sai che se il tetto gli crolla in testa è colpa tua

E così magari gli fai un preventivo il 30% più alto e il tuo committente va da un altro che riesce a far passare tutto

Sono le teste da cambiare, non le norme.

Insomma deve vincere il fare bene non il fare il furbo.

E mi dicono: ” ma guarda chi ci governa…se non danno il buon esempio loro”

Ma sono abbastanza stufa di delegare responsabilità perchè mi fa sentire impotente, se la responsabilità è mia io posso fare qualcosa e qualcosa voglio fare. 

In Italia le cose vanno bene fin quando non ci scappa il morto: oggi ho sentito un’intervista di un tg al sindaco dell’Aquila il quale diceva che “approfitteranno di questa catastrofe per mettere a norma tutti gli edifici che non lo erano”. A chi gli chiedeva perché non lo avessero fatto prima ha risposto che non è possibile “evacuare interi quartieri di una città mentre la vita scorre”. Io non lo so cosa è possibile o meno, però è chiaro che la consapevolezza di una situazione precaria che avrebbe rischiato il collasso al primo terremoto (così infatti è stato) c’era.

Oggi preferisco interrogarmi su quello che ognuno di noi può fare per evitare tragedie immani come questa, piuttosto che arrovellarmi su quello che non è stato fatto in passato.

Credo che ognuno di noi, nella vita di tutti i giorni, debba cominciare a esercitare responsabilità verso ciò che usa, costruisce, impiega. Perché solo attraverso il rispetto delle cose e delle persone si può tamponare, al massimo, qualsiasi emergenza.

Come ha bene scritto Maura, bisogna smetterla di basare il nostro senso etico e civile sull’emergenza. Lavorare in emergenza – chiunque ne abbia avuta prova in campo professionale, lo sa – non è mai saggio e il più delle volte ti fa commettere l’errore di non pensare che esista un futuro che vada oltre al domani.

E ognuno di noi, per se e per i propri figli, dovrebbe volere un futuro che guardi lontano e non un eterno presente in bilico sui cartoni del latte.

Grazie Maura per la tua testimonianza!

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6 commenti
  1. Elisa dice:

    Con parole meno chiare mi ero fatta le stesse riflessioni di Maura , fino a due anni fà facevo il geometra e di schifi e di furberie ne ho viste tante , tant’è vero che non mi metto “in proprio” perchè affrontare la concorrza con certi squali per me è partita persa …

  2. Silvia gc dice:

    Panz, sono talmente d’accordo con te e con il modo di concepire una libera professione espresso da Maura, da non trovare altre parole per dirlo. Sono stanca di questo Paese in costante emergenza, scosso negli animi, ma non nelle coscienze solo dalla tragedia. Vorrei vedere leggi rispettate nella normalità, vorrei vedere una cultura della responsabilità. Grazie per aver messo a fuoco tanto bene il centro delle mie riflessioni

  3. adele dice:

    Grazie a Maura e alla Panz che ha pubblicato le sue riflessioni. Il suo è un punto di vista prezioso perchè ci allontana dalle polemiche, dai “tristi casi umani” di cui sono pieni i giornali. Per guardare più in là, per ricostruire cause ed effetti. Per capire che non devono essere antisismici e a prova di emergenza solo i palazzi, ma anche i nostri pensieri

  4. cg dice:

    panz TUTTO E’ POSSIBILE..In giappone si fa da anni..intanto io tremo per la mia regione…tremo per la mia casa (che è a norma ma chi lo sa..)e per la mia famiglia..

  5. extramamma dice:

    Sono contenta, si fa per dire, di aver letto queste denunce e riflessioni. Concordo con voi, con Silvia e, lo so che sono stronza, ma ho anche avuto un brivido di piacere personale, perchè indovinate cosa ha fatto tutta la vita mio suocero, quello simpatico come il cardinal Ruini? Il dirigente dell’Italcementi. Evvai! prevedo un bel litigio serale in famiglia….

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