Incidenti casalinghi
Quando ero piccola – avrò avuto si e no 6 mesi – mentre giocavo sul letto con mia mamma, lei si è voltata un attimo e io ho tirato una testata contro l’anta di un armadio aperto. La genitrice narra che ho cominciato a fiottare sangue dalla fronte che sembrava la fontana di Trevi e lei si è spaventata a morte. Con una folle corsa in taxi mi ha portata al pronto soccorso e dopo che mi hanno ripulita e medicata, si è resa conto che la situazione non era grave come si era immaginata a vedere tutto quel sangue.
A me è rimasta una cicatrice sul sopracciglio che nei giorni di maltempo diventa visibile e a lei il ricordo vivido della paura che si è presa.
Ieri, mentre io ero a fare la spesa, che c’avevamo il frigorifero più vuoto del cervello di Bush, è arrivata una vicina a casa. Aveva bisogno di un libro. Tino e Frollina stavano giocando.
Tino è andato a prendere il libro e ha salutato la vicina che se ne tornava al suo appartamento. Mentre chiudeva la porta, la piccola peste si è infilata dietro allo stipite e ha messo un dito in mezzo ai cardini.
Quando sono tornata a casa carica di doni, ho trovato Tino completamente sbiancato e frollina caracollata sul divano a guardare winnie the pooh, con un simpatico cerotto intorno ad una falangetta.
Per un pelo il non marito – pare dal suo racconto – non ha staccato un ditino alla nostra prole che insaviamente si è posizionata nell’angolo cieco della porta.
Narra che è successo tutto in un attimo e che – per fortuna – prontezza di padre ha impedito il peggio.
Il resto lo ha fatto il cerotto, verso cui frollina nutre una potente fascinazione.
Anche io, a sentire la truculenta storia, ho avuto un attimo di grande smalvino perché è proprio vero che basta un secondo e mezzo e una svista si può trasformare in un terribile incidente.
La frollina ha passato la sera con il ditino eretto, sovrastato da questo cerotto di circostanza, a prendersi coccole da me e da suo babbo che si sentiva talmente in colpa che quasi quasi si voleva trasformare nello scopettino del water.
Stamattina il dito di frollina è viola. La pelle si è alzata e probabilmente l’unghia verrà via. Dovrebbe stare senza cerotto ma non appena glielo togli comincia a piangere e a urlare che le fa male. L’effetto placebo.
Ho ripensato a quella volta che ho chiuso nel portello della macchina due dita del mio fratellino e anche a lui vennero via le unghie e urlò così tanto che non posso dimenticare la sua faccia – prima stupita poi dolorante – quando accadde l’incidente.
Però quando si hanno dei figli è proprio così: a volte succedono delle robe che poi, a ripensarci, ti passa un brivido lungo la schiena. Robe che come genitore un po’ ti colpevolizzi ma appena riacquisti lucidità sai che non potevi fare molto per impedirle.
Che sono giorni che diciamo alla frollina di non infilarsi sottecchi dietro alla porta che poi non la vediamo e se lei mette un dito glielo schiacciamo, ma quel gioco le piaceva assai.
Insieme alla storia del chiodo che tentò di ingoiare a un anno, ecco abbiamo già collezionato due aneddoti che le racconteremo tra un po’ di tempo e poi ci farà un tema alle elementari. E speriamo che nel frattempo abbia imparato che dietro alle porte è meglio non metterci le dita!
A meno che non voglia risolvere PER SEMPRE il problema delle unghie da tagliare
Ecco io ho il terrore delle dita mozzate dalla porta. Prima che nascesse isa mi immaginavo improbabili decapitamenti di ginger ogni volta che sentivo la porta sbattere dal vento. A Isa ho fatto una testa cosi’ (” ATTENTE ALLE MANINEEEEEEE!!” )che probabilmente da grande sviluppera’ qualche specie di fobia per le porte e affini che le impedira’ di entrare e uscire da una stanza senza avere prima un’attacco di panico
ossantapeppina, mi è venuto il brivido lungo la schiena.
guardo con terrore al giorno in cui succederà qualcosa a dafne… perchè inevitabilmente succederà 🙁
povera frolli,che male!
e che coraggio, se poco dopo era già quasi tutto passato e aveva sopspeso i pianti!
un bacio grande e dolce da giorgina e angela.
Per fortuna è andata bene, poveri. tino mi fa una pena, conosco la sensazione, ma non si possono controllare ogni secondo e per fortuna la maggior parte degli incidenti, come dici tu, diventano materia di tema.
Dillo a me, che sono reduce (dopo i tuffi di quando era lattante e lo svenimento di cui ricordo ancora ogni singolo fotogramma) da una capocciata su spigolo da manuale! Lei sta benissimo, ma mia madre è ancora sotto choc e io ho perso una quindicina d’anni di vita.
uh, sapessi quanti ne ho io di aneddoti su me stessa.
PEr esempio di quella volta che ho infilato un sacchetto intesta e ho corso per tutto il corridoio finchè la porta in fondo non mi ha fermata (età 3 anni, panico della mamma che mi ha portata al pronto soccorso con gli stivali infilati al contrario e cicatrice ricordo sul sopracciglio) o di quell’altra volta che sono caduta di faccia sulla ghiaia ed eravamo nella remota campagna sicula in piena estate e mi hanno ricucito la palpebra senza anestesia con il filo da chirurgia vascolare? (età 5 anni, cicatrice sul ginocchio, perchè nessuno se l’è filato pensando all’occhio, gran botta di culo e traumi permanenti a mia sorella che mi ha sognata per anni con la faccia insanguinata mentre lei teneva in mano inutile disinfettante pensando ad un graffietto)…
Noi in quasi 5 anni e mezzo abbiamo ormai una bella collezione di aneddoti su incidenti di varia natura e gravità, nonchè diverse storie di pronto soccorso. Diciamo che, ad oggi, considero un buon risultato che al Sorcetto non sia ancora toccato il gesso (la cosa pià vicina alla frattura è stata solo la lussazione del gomito)… ma ho la netta sensazione che ci stia lavorando su…
Quando poi con l’età si moltiplicano le attività (biciletta su sterrato, pattini in linea, gara di corsa sul bordo della piscina, emulazione dei video hip hop di MTV… ecc. ecc.), mantenere un basso profilo è d’obbligo: diciamo che un pronto soccorso pgni tre/quattro mesi è un risultato invidiabile.
Mi sono sempre chiesta, però, da dove tragga origine la diversa reazione mia e dell’ingegnere che è toccato per padre al Sorcetto. Io normalmente mi raggelo in sangue nelle vene, raccolgo il Sorcetto e, mentre constato i danni, parlo con lui con calma, chiedendo cosa gli fa male. A meno di evidenti ferite sanguinanti, in caso di traumi, contusioni, distorsioni, cerco di tranquillizzarlo e poi, all’improvviso, a sorpresa, tocco con vigore la parte dolente, per vedere se fa molto male sul serio o se si trattava più di spavento che di dolore.
Al contrario, l’uomo posato e razionale, grida, si dispera, si strappa i capelli per il senso di colpa di non aver evitato la catastrofe ed invoca un’immediata corsa al pronto soccorso di fiducia. Alle mie resistenze, pretende che mi assuma ogni responsabilità (vorrei poi sapere come potrà far valere questa assunzione di rischio) sulla decisione di evitare le 4 ore di fila al p.s. pediatrico.
Diciamo che, a dar retta a lui, la media dei p.s. salirebbe ad uno al mese.
A quel punto il Sorcetto, decide di farsi passare ogni dolore e si imepegna a tranquillizzare il padre… facendolo sentire ancora più in colpa…
Che dite? Avrà avuto un trauma da piccolo di cui non so nulla?
Cara,
mi dispiace tanto che tu non sia piu’ venuta da me…. quelli erano gli inizi, quando molte cose non si sapevano per cui siamo stati oggetti di lapidazione tutti, ma ora le cose sono state ben comprese!! Per cui la tua presenza mi farebbe davvero tanto piacere!!
Ti abbraccio
Ornella
E’ successa la stessa cosa alla vitellina l’estate scorsa.
Lei ha gridato talmente forte che io ero sicura che il ditino fosse partito.
Il problema è che se non fossi stata in casa probabilmente il dito l’avrebbe perso…che mio marito, preso dal panico, anzichè aprire la porta nel verso che avrebbe permesso al ditino di liberarsi, lo stava schiacciando…
mi hai fatto ricordare di quando il piccolo ingegnere, 18 mesi, rimase con un dito schiacciato nell’oblò aperto della lavatrice, e non riuscivamo più a disincastrarlo… raccontata ora potrebbe far ridere, ma ricordo perfettamente il panico di avergli rotto un dito e/o averlo menomato per sempre…
Succede. E’ successo anche alla picci, verso i 2-3 anni, mentre giocava a nascondino con il nonno. L’unghia è diventata viola, poi nera, poi gialla e poi è caduta. Ero sconvolta, mi immaginavo questo ditino senz’unghia per tutta la vita… ma l’unghia è ricresciuta, diritta e perfetta.
Vedrai che sarà lo stesso per la Frolly, se le cadrà, ricrescerà.
Ma gli spaventi delle mamme, quelli non passano proprio.
Baci.
eh..crescere è faticoso. Tanto quanto fare la mamma ed il papà. Baciale questo ditino anche per me….
A parte la questione delle manine, da cui l’abbiamo insperatamente salvata varie volte. La mia ha ingoiato all’età di due anni una forcina intera con tanto di farfallina pendente. Nessuno a visto niente. L’abbiamo ritrovata nella cacca il giorno dopo…
Lo giuro, manca l’h alla terza persona del verbo avere per un errore di digitazione!!!